Coronavirus, donatori anonimi fanno recapitare pizze e mascherine agli ospedali piacentini

Gesti di solidarietà che aiutano a vincere lo sconforto e donano speranza: insieme possiamo vincere su questo virus. Grazie soprattutto a medici e infermieri che sono in prima linea, ma anche a te, che osservi le misure di prevenzione e contribuisci a contenere l’epidemia.
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Giulia Dallagiovanna 8 Marzo 2020

Una delle città che fin da subito si è trovata in prima linea, per il semplice fatto che è vicinissima a quello che è stato il primo focolaio di Coronavirus in Italia, ovvero il basso lodigiano. Sto parlando di Piacenza, dove fin da subito sono stati trovati casi di persone positive e ospedali e pronto soccorsi si sono dovuti attivare per far fronte a un'emergenza che nessuno si aspettava. Ma l'impegno di medici e infermieri è stato sostenuto anche da tanti gesti di solidarietà. Bellissimi e spesso anonimi.

Il primo e forse più importante è stato quello di un imprenditore che ha donato le mascherine che aveva in azienda a una delle strutture della provincia riservate ai pazienti con il Covid-19. La ragione? Al personale sanitario servivano di più. Ma non è stato certo l'unico. Sono state fatte recapitare anche 30 pizze all'ospedale di Piacenza, un modo per dimostrare vicinanze e affetto a chi sta lavorando senza sosta da giorni.

E poi ci sono i post-it di cui tutta la città si è riempita: "Andrà tutto bene", recitano. Una frase di speranza e coraggio, proprio come era già accaduto a Milano. Per non parlare dei croissant freschi lasciati sul cofano di alcune ambulanze.

Come tutte quelle che si trovano nella zona d'emergenza, anche questa città prova a tenere duro e a reagire. D'altronde proprio qui era nato Fortunato, il bambino risultato positivo nonostante la mamma fosse negativa. Un avvenimento che spinge a credere di poterlo vincere, questo nuovo virus. E proprio a questo proposito, arriva un'altra notizia importante: la donna è guarita e finalmente potrà abbracciare il suo piccolo.

Insomma, non farti prendere dallo sconforto: con l'impegno di tutti, ce la possiamo fare.