queer e famiglia queer

Cosa significa “queer” e “famiglia queer”, quando l’amore va a braccetto con la libertà

Queer è la Q di LGBTQ+ ed esprime la libertà. Libertà di espressione, libertà sessuale e libertà nel vivere i rapporti. Si tratta di un termine usato da chi non si identifica in alcuna categoria di genere e di orientamento sessuale. Vivere in una famiglia queer significa dare priorità al sentimento prima ancora che al ruolo.
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Evelyn Novello 14 Agosto 2023

Dalla scomparsa di Michela Murgia molto ci rimane in eredità, tra cui il suo concetto di affettività. Diceva di amare la sua famiglia queer di cui facevano parte ben 10 persone, rifiutava le etichette e le regole convenzionali. Ma cosa significa queer? Dall'inglese, queer significa letteralmente "insolito, bizzarro" e un tempo era usato in senso dispregiativo per indicare gli omosessuali. Fino alla metà del Novecento, essere queer voleva dire essere pervertiti, deviati. D'altra parte, l'omosessualità era qualcosa al di fuori della "norma", tant'è vero che straight ("dritto"), era usato per definire gli eterosessuali essendo il  contrario di queer nel vocabolario inglese.

Negli anni 80, però, le persone LGBT hanno iniziato a definirsi così appropriandosi del termine e oggi, queer descrive qualsiasi orientamento sessuale o identità di genere ad esclusione di chi si definisce eterosessuale o cisgender. Quindi, tutte le persone omosessuali, asessuali o transgender. Genderqueer è il termine usato per accomunare le persone che si identificano come non binarie, che cioè non si riconoscono nel binarismo di genere. Sono coloro che non riescono, o più semplicemente non vogliono, definire la propria sessualità o la propria identità di genere.

Cosa significa queer

Il termine queer è entrato nell'ambito accademico grazie a un'italiana, Teresa De Lauretis, che ha formulato nel 1990 la Teoria Queer. La studiosa ha descritto una visione critica sulla sessualità e sul genere perché rifiuta la pratica comune di definire una persona in base a particolari categorie definite e parte dal presupposto che l'eterosessualità non debba essere il termine di paragone per tutte le forme di sessualità. Da qui il fatto che essere queer significa, di fatto, opporsi alle tradizionali etichette e sentirsi libero di essere chi si vuole amando chi si vuole.

Se nell'amore non ci sono regole, è naturale, quindi, che si vada oltre il concetto di coppia. Vivere in una famiglia queer vuol dire abitare con altre persone per scelta e non per costrizione sociale o culturale, indipendentemente dal genere o orientamento sessuale di ciascuno. Significa condividere emozioni e sentimenti, amare ed essere amato nel modo più libero possibile. La libertà è il minimo comun denominatore e la si ritrova nel definire sé stessi e la propria vita affettiva in cui ciò che conta è solo il sentimento.

La famiglia queer spiegata da Michela Murgia

Una definizione e un esempio chiaro di famiglia queer ce li ha dati Michela Murgia. La sua era una famiglia allargata composta da dieci persone che non condividevano un legame di sangue ma di spirito. In un post social, parlando della sua famiglia, scriveva: "La proprietà non si esercita sulle persone. I sentimenti sono vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai".

Ciò che sottostà al concetto espresso da Murgia è il fatto che le regole, le tradizioni come il matrimonio monogamo, siano il contrario della libertà, e quindi, del vero amore. "Il rapporto non queer nasconde al suo interno strumenti di oppressione dell’altrə – scriveva –  Il mutamento è la sola possibilità di sopravvivenza dell’energia vitale che ognunə di noi coltiva intimamente. La fedeltà è l’altro nome del possesso, l’umore dove fermenta la tossina della gelosia, che inquina i sentimenti e struttura i rapporti di potere più dolorosi e squilibrati […]. La violazione della fedeltà è l’alibi delle violenze domestiche e dei femminicidi. È in nome della fedeltà che si può dare a una donna della p***a, giudicarne il comportamento e persino ottenere delle attenuanti in tribunale se la si ammazza. Se devono imporci di promettere la fedeltà, è perché non ci appartiene".

Questo legame non esclude la possibilità di avere dei figli. Michela Murgia condivideva da 12 anni un figlio con una donna e le due si definivano "coppia omogenitoriale". Cosa significa? Entrambi erano le madri di un bambino e, spiegando la sua visione di genitorialità, scriveva: "Ogni volta che si lascia alla legge la possibilità di decidere chi è figlio e chi non lo è, chi è genitore e chi non lo è, si sta dando ai governi la possibilità di discriminare le persone in base ai corpi e alle loro funzioni, definendo cosa è normale e cosa è marginale, cosa può essere legittimato e cosa si può perseguitare".

La fedeltà e la genitorialità sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano le famiglie queer, nuclei in cui i legami hanno una moltitudine di sfaccettature che sarebbe riduttivo elencare e, forse, anche impossibile perché ogni rapporto è definibile solo da chi lo vive. Sicuramente Murgia ci ha aiutato a saperne un po' di più e ci auguriamo che, qualsiasi sia il tipo di famiglia che vuoi che ti circondi, tu possa sentirti libero di amare e di essere amato perché, al di là delle definizioni, ciò che conta davvero è solo la purezza del sentimento.