Cosa stiamo imparando dal Coronavirus

La frustrazione è forse il sentimento che più ti ha accompagnato durante queste settimane di isolamento. E poi la paura. Di ammalarti, ma anche di perdere il lavoro. Una lunga riflessione sarà necessaria alla fine dell’emergenza, se vogliamo ripartire sul serio.
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Giulia Dallagiovanna 11 Aprile 2020

Un lavoro che occupava le tue giornate, la spesa, la famiglia, gli impegni con gli amici. Una vita di corsa, dove era vietato fermarsi. E poi, un'epidemia. Improvvisa, inaspettata, sconvolgente. Il mondo è  in pausa e tu sei chiuso in casa. Un periodo frustrante, ma da cui devi e dobbiamo imparare qualcosa. Una lunga riflessione dovrebbe accompagnare queste settimane di isolamento, o sarà stato tutto inutile.

Cosa abbiamo capito? Comincio io:

  1. Il sistema sanitario nazionale è un tesoro prezioso e da difendere: al prossimo annunci di tagli alla sanità, ricorda i turni massacranti dei medici perché nessuno poteva sostituirli e gli ospedali pieni perché erano finiti i letti. E protesta.
  2. La salute è davvero la cosa più importante. Lo ha detto a Ohga Alessandro Raffaelli, uno dei tanti guariti dal Coronavirus, dopo 12 giorni di ricovero con mascherina per l'ossigeno.
  3. La sanità deve essere pubblica e gestita dallo Stato, non lasciata alle regioni. La Lombardia, che si riteneva un'eccellenza, è stata messa in ginocchio da un'epidemia che non è riuscita a contenere.
  4. I vaccini ti permettono di vivere e le idee dei gruppi no-vax sono menzogne.
  5. L'ambiente è una priorità. Abbiamo commercializzato le specie selvatiche, avviato allevamenti intensivi e dato una spinta al riscaldamento globale. E ora il Pianeta ci presenta il conto.
  6. Possiamo anche lavorare da casa ed evitare di muoverci in macchina ogni giorno o partire tutti i weekend per un viaggio di lavoro. Non ti piace respirare aria pulita?
  7. La natura non ha poi tanto bisogno di noi. Appena ha avuto campo libero, si è riappropriata degli spazi: le anatre sguazzano nelle fontane di Roma e in Piazza del Campo a Siena è spuntata l'erba.
  8. Davanti alla quarantena non siamo tutti uguali: c'è chi ha perso il lavoro e chi non ha una casa in cui stare al sicuro. Dovremo costruire una società più sostenibile o ne pagheremo tutti le conseguenze.
  9. Ci siamo illusi di poter essere artefici del nostro destino e ci siamo imposti con arroganza sull'ambiente e sui più deboli. Non è così. Gli eventi inaspettati esistono e noi siamo fragili.
  10. Il titolo di studio è importante. Ci siamo sentiti persi e abbiamo guardato ai virologi e agli infettivologi. Domani dovremo fidarci degli economisti. Con tanti saluti all'università della vita.

Sono emersi tutti i problemi che abbiamo provato a nascondere sotto il tappeto. Ora che sono lì, in bella vista, dovremo saperli affrontare. O a questa crisi ne seguiranno tante altre.

Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…