La granulomatosi di Wegener è una forma di vasculite di cui, per la verità, si conosce ancora poco. A essere colpite, in questo caso, sono le pareti delle arterie più piccole, dei capillari e delle vene. Ne scaturisce un'infiammazione cronica che a lungo andare provoca granulomi e necrosi. È altamente probabile che si tratti di una malattia autoimmune, che mira in particolare alle ramificazioni più sottili del sistema circolatorio, le quali smettono di irrorare di sangue le zone del corpo in cui si trovano. Ma esiste una cura per questo problema? Proviamo a capire meglio.
La Granulomatosi di Wegener è, come dicevamo prima, una vasculite. Parliamo quindi di un’infiammazione della parete delle arterie, dei capillari e delle venule con conseguente formazione di granulomi (lesioni). Ad oggi rimangono sconosciute le cause e tutto quello che sappiamo è che il sistema immunitario smette di funzionare correttamente. Anzi, si comporta addirittura in modo opposto rispetto a quello a cui è deputato. Inizia quindi ad attaccare il tuo stesso corpo, invece di proteggerlo, e i vasi sanguigni non riescono più a garantire il corretto apporto di ossigeno, sangue e nutrienti importanti. L'area quindi subisce necessariamente dei danni.
Se vogliamo trovare un campanello d’allarme della granulomatosi di Wegener, diciamo che può essere la sinusite ricorrente e difficile da debellare. Ma ci sono anche altri sintomi che possono comparire nel tempo:
Fai attenzione a questi segnali perché è molto importante che il medico abbia la possibilità di riconoscere subito la granulomatosi, anche per prevenire o intercettare il coinvolgimento del rene. Questa infatti può essere una delle complicanze della malattia.
Per quanto riguarda la diagnosi di granulomatosi di Wegener, il primo passo è sempre una buona anamnesi, in modo tale da analizzare sintomi e il tuo stato di salute generale. Poi il medico potrebbe chiederti di sottoporti ad altri esami come:
Il trattamento per la ganulomatosi di Wegener può variare molto perché dipende da quale organo risulta colpito in quel momento. Tuttavia per far retrocedere la malattia si ricorre spesso ai corticosteroidi. È però importante precisare che una guarigione definitiva, purtroppo, non esiste. Il risultato a cui si punta è la remissione della malattia, tenendo conto però che nel 50% dei casi si verificano recidive.
Fonte| Ospedale Niguarda