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Decaro racconta: “Ecco come cambierà la mia Bari” – L’intervista del Sindaco a Ohga

“Una Bari ancora più europea” che punta a stravolgere il tessuto urbano puntando su tre filoni lungomare, verde e trasporto pubblico. E alcune delle novità importanti per la città ci vengono direttamente raccontate dal suo Sindaco Antonio Decaro. Pronti per il secondo approfondimento sul capoluogo Pugliese? Bentornato a UrbaNew come cambia la tua città.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
31 Ottobre 2023
Intervista a Antonio Decaro Sindaco della città metropolitana di Bari

Se con Napoli avevamo chiuso l'approfondimento sul futuro urbano cittadino parlando dei progetti che trasportavano tutta la città verso Est, con Bari non possiamo che chiudere con i progetti e cantieri che spostano (dal lato attrattivo ovviamente) la città verso Sud. E non parleremo solo di questo, anche perchè se sei appassionato della nostra rubrica Urbanew, sai già che ogni mese escono due articoli di approfondimento sul futuro urbano delle città e l'ultimo è un po' più speciale in quanto non siamo noi a raccontare il cambiamento che avverrà, ma il racconto arriva direttamente da chi, ‘la città x', la amministra. E allora oggi è 31 ottobre 2023, il mese si è praticamente concluso e manca ancora il secondo approfondimento su Bari. E a parlare del futuro urbano del capoluogo pugliese a Ohga è stato direttamente il Sindaco Antonio Decaro. Una breve sintesi dei punti che si andranno a toccare:

  • Verde
  • Waterfront
  • Alta velocità e mobilità
  • Studenti
  • Trasporto pubblico
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La nuova stazione centrale – Comune di Bari – Architetto Andreas Kipar

Sindaco volevo partire da una domanda un po' più generale che abbracciasse varie tematiche che la sua Amministrazione affronta tutti i giorni: "Che idea ha di Bari  a livello urbanistico da oggi fino al 2030?" 

Bari è un grande città del Mezzogiorno che negli ultimi 20 anni ha espresso grandi potenzialità sotto il profilo: della ricerca, industriale, del turismo e dell’attrazione culturale, sia a scala urbana che metropolitana. Con il suo waterfront di 42 km, la sua dotazione di università e centri di ricerca, la più estesa zona industriale dell’Adriatico, la città si candida ad affermarsi nei prossimi anni come un hub strategico di investimento nell’area euro-adriatica, grazie agli incentivi localizzativi della Regione e al lavoro della ZES (zona economica speciale). Per conseguire questa visione, negli ultimi vent’anni, sulla qualità urbanistica e ambientale, sulla riqualificazione dei presidi culturali e sul posizionamento nazionale e internazionale.

Guardando al 2030, sotto il profilo urbanistico, siamo concentrati sulle grandi sfide della transizione digitale ed ecologica, sull’alta velocità Napoli-Bari e sull’irrobustimento della governance metropolitana.

Quali sono i piani strategici su cui crede che Bari debba lavorare per migliorare ed essere al passo con altre grandi città italiane e Europee?

Bari possiede già tutti i requisiti di una città europea, sotto il profilo dimensionale, delle infrastrutture, della conoscenza, della qualità urbanistica e della vita culturale. Il suo aeroporto è uno dei principali hub italiani ed europei e il porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico. È stata designata tra le 5 principali destinazioni europee da Lonely Planet ed è seconda destinazione in Puglia per numero di presenze turistiche. Da sempre è punto nevralgico delle relazioni commerciali e politico-culturali con il Medio Oriente ed è nota anche per ospitare le reliquie di San Nicola, una condizione che ci attribuisce una centralità interconfessionale nei rapporti tra le Chiese cristiane ortodossa e cattolica. Sicuramente c’è da migliorare ancora, specie dal punto di vista della mobilità urbana, della qualità ambientale e della riqualificazione delle periferie.

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Il mercato del pesce – Comune di Bari e Bis, Bari innovazione sociale
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Waterfront città vecchia – Comune di Bari – Bis

 Su quali progetti futuri, o già in realizzazione, lei punta di più o pensa che possa essere più strategici? 

La città è attualmente impegnata in grandi trasformazioni urbane, sostenute dai fondi PNRR, che interessano l’area della stazione centrale che sarà scavalcata da un nodo verde, la qualificazione a fini turistico-culturali del water front, da nord a sud, il quartiere Libertà e la sua ex Manifattura che diventerà a breve il più grande campus di ricerca del CNR d’Italia, con una rete di trasporto rapido di massa che consentirà agevolmente di muoversi.

Progetti che cambieranno il volto di Bari e le consentiranno di aumentare la sua qualità urbanistica, migliorare il suo rapporto con il mare e conferire ancor più centralità alla sua antica vocazione alla ricerca e alla conoscenza. Noi vorremmo che Bari sia un luogo bello dove vivere, lavorare e spostarsi agevolmente, più propenso alla conciliazione vita-lavoro di altre città complesse e dotato di un ottimo clima che consente di vivere all’aperto 8 mesi su 12.

Il mondo urbanistico alla fine abbraccia tanti altri settori e temi. Il fine ultimo è sempre quello di migliorare il benessere e la qualità di vita del cittadino. Quindi con i prossimi progetti che Bari realizzerà, quale impronta sociale e culturale vuole trasmettere ai suoi abitanti? 

Se la città è potuta crescere in questo modo è perché abbiamo sempre messo i cittadini e i quartieri al centro delle nostre scelte e dato molta importanza alla comunità e alle sue esigenze. Per noi la coesione sociale è la precondizione per una crescita sostenibile. Per questo, parallelamente alle grandi sfide urbane, abbiamo concentrato molto i nostri sforzi sui temi della prossimità e della qualità urbana nei quartieri, migliorando parchi e giardini, rafforzando i presidi di welfare, socio-educativi e culturali, le reti ecologiche, le filiere dell’economia urbana e civile, coinvolgendo i cittadini in processi di partecipazione e co-progettazione delle scelte.

La città è cresciuta molto sotto il profilo della consapevolezza, del civismo, della partecipazione.

Antonio Decaro

 Il tessuto sociale si è progressivamente rafforzato e ha iniziato a esprimere un maggiore protagonismo sulla città e nei processi decisionali. Di questo sono molto orgoglioso e spero di aver contribuito in questa maturazione.

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Parco Costa sud e Waterfront Pane Pomodoro Torre Quetta – Urban center bari
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Parco Costa sud e Waterfront Pane Pomodoro Torre Quetta – Urban center bari

Nello specifico volevo chiederLe se per caso pensa a una riqualificazione del quadrilatero Regione puglia – Via Quasimodo – Via Gentile – Strada rurale Zaccaro. Le faccio questa domanda specifica in quanto si tratta di una delle aree più vaste della città che potenzialmente potrebbe svolgere un ruolo chiave per il futuro

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Parco Costa sud e Waterfront Pane Pomodoro Torre Quetta – Urban center bari

Il programma di rigenerazione COSTA SUD, finanziato dal PNRR, rappresenta certamente una delle sfide più affascinanti per Bari, perché estende la portata della città a sud, in un’area storicamente a forte degrado ambientale e sociale. Il progetto prevede la realizzazione di un parco lineare costiero di 6 km che connetterà il lungomare monumentale novecentesco e le spiagge urbane con i quartieri collocati a est e a sud del nucleo centrale.

Elemento qualificante dell’intervento è l'attivazione di un vasto paesaggio come struttura portante per la rigenerazione urbana di una delle pochissime aree della costa barese dove non c’è ancora un legame forte tra l'entroterra agricolo e il fronte marino.

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Parco Costa sud e Waterfront Pane Pomodoro Torre Quetta – Urban center bari
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Parco Costa sud e Waterfront Pane Pomodoro Torre Quetta – Urban center bari

Un legame che il piano intende ricostruire attraverso la struttura dello spazio pubblico, la valorizzazione dell'agricoltura e degli spazi aperti ad uso collettivo, l’insediamento di percorsi pedonali e ciclabili e la fruizione delle aperture visuali. Sarà un grande parco sul mare attrezzato, a usi sociali, culturali, sportivi e turistici, con spazi per il fitness, playground dedicati agli sport sulla sabbia, campi da paddle, grandi pontili su cui prendere il sole e un percorso dedicato a passeggiate e corse a piedi o in bicicletta.

Una sfida che guarda all’incremento della qualità urbana dei quartieri interessati, ma aumenterà certamente l’appeal di Bari come destinazione turistica e di investimento.

Gli studenti universitari saranno posti al centro della visione urbana di Bari? 

Bari ha due grandi università pubbliche (Università di Bari e Politecnico) e una privata (LUM), 11 centri di ricerca del CNR, l’Accademia di belle arti, il Conservatorio, l’Istituto Agronomico Mediterraneo e gli studenti universitari rappresentano da sempre una grande ricchezza e il cuore pulsante della vita sociale della città.

La vita universitaria è un elemento centrale nella nostra visione di città che andrà ancor di più evidenziato nei prossimi anni. Le Università sono un elemento di attrazione e internazionalizzazione per le aziende, contaminano culturalmente la cittadinanza, generano una straordinaria economia urbana legata al mondo dei servizi, degli alloggi, dei consumi culturali e del turismo. Con Regione Puglia stiamo dialogando per rafforzare la dotazione di residenze universitarie e di servizi e con i Rettori e i responsabili dei centri di ricerca collaboriamo stabilmente, nella definizione di programmi e progetti, ricerche in ambito urbano, convegni ed eventi di respiro internazionale.

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La mobilità del trasporto pubblico come crede debba cambiare ed essere implementata a livello urbano? A quale modello di città vi ispirate?

Bari negli ultimi vent’anni ha vissuto una vera e propria rivoluzione della mobilità in senso sostenibile, che sarà pienamente attuata nei prossimi anni. Dapprima abbiamo creato i park & ride intorno alla città per ridurre il carico veicolare verso il centro e disincentivato il mezzo privato con l’istituzione di zone a sosta regolamentata nelle aree centrali. Poi abbiamo potenziato la ciclabilità e favorito l’uso della bicicletta come dispositivo di mobilità sostenibile. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente ampliato le opportunità, introducendo la mobilità elettrica (monopattini), anche in sharing (bici a pedalata assistita e car sharing). E contestualmente riqualificato ecologicamente l’intero parco mezzi dell’azienda di trasporto pubblico ed efficientato la gestione, incoraggiandone l’utilizzo con sistemi di abbonamento quasi gratuiti e la digitalizzazione dei servizi.

Entro il 2026, l’intera città sarà attraversata da un sistema BRT (Bus Rapid Transport), ossia una rete di 29 km di bus elettrici di 18 m, a corsie di marcia riservate che consentirà di muoversi velocemente e in tempi certi. La mobilità urbana, nei prossimi anni, sarà sempre più smart, pubblica e sostenibile, in un’idea di free car city che è il mio sogno da ingegnere trasportista.

Questo articolo fa parte della rubrica
Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…