Diventa mamma a 15 anni di distanza dal tumore grazie al trapianto del tessuto ovarico congelato

A Verona una donna di 36 anni è diventata mamma a distanza di 15 anni dalla diagnosi di tumore e dalle terapie che le avevano compromesso la fertilità. Ha realizzato il suo sogno grazie al reimpianto del tessuto ovarico prelevato e crioconservato.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Marzo 2024
* ultima modifica il 06/03/2024

Ben 15 anni di attesa possono sembrare tanti, oppure pochi. Dipende, forse, da cosa ti aspetta alla fine di questo tempo sospeso.

Per una donna di 36 anni originaria di Verona, aspettare è valso la pena.

Oggi, infatti, a 15 anni di distanza dalla diagnosi di tumore è riuscita finalmente a diventare mamma grazie al reimpianto del tessuto ovarico prelevato prima delle terapie e crioconservato.

La piccola è nata nel mese di febbraio 2024 e sta bene. La mamma pure.

Tutto, come detto, è iniziato nel 2009 quando la donna, all’epoca 21enne, si è vista recapitare una diagnosi di Sarcoma di Ewing, un raro cancro delle ossa o dei tessuti molli che le circondano.

Questa tuttavia fu solo la prima brutta notizia. Le chemioterapie a cui sarebbe stata sottoposta, infatti, avrebbero compromesso la sua capacità riproduttiva in maniera irrimediabile.

L’unico modo per provare a salvaguardare la sua fertilità e il suo sogno di diventare mamma, comete suggerirono gli specialisti del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, sarebbe stato quello di farsi asportare il tessuto ovarico affinché venisse congelato e conservato in azoto liquido.

Le terapie diedero esito positivo e la donna, dopo 15 anni, era ormai considerata una ex paziente oncologica: del tumore, nel suo organismo, non c’era più traccia.

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Allora ha deciso di riprendere in mano quel sogno, riposto nel cassetto e mai dimenticato. La donna si è dunque rivolta al Centro di PMA dell’AOUI di Verona per essere presa in carico e accedere alle procedure per la fecondazione in vitro e la successiva stimolazione del tessuto ovarico reimpiantato.

La tecnica più utilizzata per la preservazione della fertilità dopo le terapie oncologiche è la crioconservazione degli ovociti.

Questa prevede il prelievo di un frammento di corticale ovarico (ovvero la parte più superficiale più esterna dell’ovaio) e la sua successiva lavorazione in laboratorio. La parte midollare dell'ovaio a quel punto viene separata per poi procedere con la dissezione in modo da lasciare solo la parte corticale dove ci sono i follicoli primordiali, che essendo più resistenti degli ovociti vengono dunque congelati.

La donna veronese però, non avrebbe potuto sottoporsi alla stimolazione ovarica, così è stato necessario ricorrere al trapianto e solo dopo alla stimolazione, con la quale è stato sviluppato un solo follicolo, poi recuperato e inseminato per ottenere un embrione.

Tutto poi è andato nel verso giusto e alla fine la donna ha partorito in maniera naturale. La piccola è la prima bambina a Verona nata con una gravidanza ottenuta attraverso il reimpianto del tessuto ovarico.

Al mondo, finora, sono state registrate più di 130 nascite avvenute grazie a questa procedura.

Fonte | Azienda Ospedaliero Universitaria Integrata di Verona 

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