
E se dovessimo cambiare il giorno in cui dire: "Benvenuti nel nuovo anno?"
Sì perchè sarebbe una presa di posizione fortissima a livello mondiale se dovessimo spostare il capodanno e farlo coincidere con la giornata che dovrebbe essere, realmente, quella più importante ogni anno, ovvero la giornata mondiale della Terra. In quest'articolo abbiamo provato noi di Ohga a fare questo spostamento, facendo finta che il 22 aprile diventasse il 1 gennaio. Quindi, come accade spesso ogni primo dell'anno, proviamo a riepilogare tutto quel che è accaduto, di buono, in un anno alla Terra.
L'8 febbraio 2022 per il nostro Paese è stata una giornata epocale: con una proposta di legge costituzionale il Parlamento ha approvato l'inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. I parlamentari hanno votato la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, cambiando il senso interpretativo della tutela nel nostro Paese, di fatta passata da paesaggistica ad ambientale.
L'ambiente non è più l'habitat in cui vive l'uomo, ma il luogo che l'uomo deve tutelare in quanto tale. Questo vuol dire che, anche se l'iniziativa economica privata è libera secondo la nostra Costituzione, non potrà più svolgersi se reca danno "alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Salute e Ambiente sono principi che, da questo momento in poi, l'economia non può più evitare di rispettare. La modifica dell'art.9 invece introduce tra i principi fondamentali la tutela dell'ambiente; della biodiversità; degli ecosistemi e degli animali.
È stata una giornata storica, come l'ha definita l'allora ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Un'occasione per lanciare il messaggio alle aziende e al Paese che non si può più aspettare per la tutela ambientale.
In campo energetico l'evento più importante del 2022 proviene sicuramente dagli Stati Uniti: il Lawrence Livermore National Laboratory ha annunciato la prima reazione di fusione nucleare a bilancio energetico positivo. Da un sistema di fusione nucleare gli scienziati sarebbero riusciti per la prima volta a produrre in laboratorio una quantità maggiore di energia rispetto a quella che ha consumato per la reazione.
Se inizialmente l'annuncio ha acceso l'entusiasmo di tutto il mondo, che ha seguito con grande curiosità questo evento, con il passare dei giorni è stato spento da alcune considerazioni. Innanzitutto dobbiamo dire che si tratta ancora di una fase sperimentale e che quindi da qui a rendere la fusione fruibile per i cittadini ci vorrà ancora del tempo, poi bisogna specificare che l'annuncio sembra essere stato fatto più per un uso militare che commerciale. Mancano i materiali come il trizio e per ottenere una piccola quantità di energia ci sono volute due settimane: ciò rende la fusione a laser ancora lontana da come la immaginiamo.
Ultimo, ma non per importanza, è il fondo Loss and Damage, una proposta che nasce più di 20 anni fa e che ci ha messo tutto questo tempo per essere discussa nelle sedi istituzionali. Al termine della Cop27 i Paesi membri delle Nazioni Unite hanno finalmente trovato un punto di incontro, istituire un tavolo di discussione su questo fondo per cominciare a parlare dei prossimi finanziamenti a partire dalla prossima Cop28, che si terrà a Dubai.
La sua riuscita non era per niente scontata, se pensiamo al fatto che i Paesi sviluppati avevano portato ai tavoli di Sharm el-Sheikh una proposta alternativa: il Global Shield. La ricetta tedesca prevedeva un finanziamento "in grado di migliorare significativamente l'efficienza degli aiuti umanitari. Assicurazioni e supporto sociale per snellire la burocrazia e incanalare i fondi dei donatori in maniera più rapida ai progetti", come ti avevo già spiegato precedentemente. Tuttavia, nel Global Shield c'era tutto il menefreghismo della parte più ricca del mondo, che non voleva assumersi le responsabilità del cambiamento climatico.
Ci sono voluti oltre dieci anni di negoziati e incontri per raggiungere questo accordo storico. Adesso tutti i Paesi membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite si impegneranno per salvaguardare una parte della biodiversità di tutti gli oceani, precisamente il 30%.
L’accordo firmato sabato 4 marzo 2023 punta a tutelare e favorire il risanamento delle specie marine a rischio estinzione. Nello specifico vengono fissati determinati limiti alla pesca, alle zone in cui possono transitare le navi e alle attività di esplorazione e ricerca che attualmente si possono svolgere. Un esempio può essere l’estrazione di minerali dai fondali oceanici. Infine è prevista anche la formazione di una Conferenza Istituzionale che verrà periodicamente istituita per analizzare i vari progressi in materia.
Primo poi un annuncio di quest'importanza doveva essere fatto e nessun momento forse poteva essere migliore di questo. Dal 2040 le grandi potenze governative mondiali puntano a non produrre più un nuovo inquinamento da plastica. L'impegno e la promessa è stata presa dai ministri dell'ambiente riuniti a Sapporo in Giappone per il G7 che si teneva proprio per parlare di temi ambientali. La notizia si è meritata grandi titoli sui media internazionali, ma proviamo adesso ad approfondirla meglio. Il 2040, significa anche tra 17 anni e se da un lato è assolutamente un bene, perchè vuol dire che non manca molto, dall'altro lato 17 anni significa anche stravolgere intere filiere e settori di tutto il mondo che non solo producono plastica, ma la utilizzano anche. Una rivoluzione enormemente più grande di quella a cui l'Europa ha pensato per le auto con lo stop alla produzione di motori endotermici dal 2035. Questo perchè, per prima cosa, non viene considerato solo il vecchio continente, ma tutto il mondo e poi, come detto, riguarda non una sola filiera e il suo indotto, ma tutte le industrie mondiali.
Tutti i ministri dell'energia degli Stati membri si sono riuniti al Consiglio UE per approvare il regolamento sul blocco dei motori a benzina e diesel dal 2035. Arriva un definitivo via libera, dopo che il testo era stato approvato prima dallaCommissione Industria e successivamente dal Parlamento Europeo. Arriva l'ok nonostante l'Italia si sia astenuta dal votare. Astenersi in questo caso è come votare contro al provvedimento. E questo provvedimento però prevede una deroga per tutti i motori endotermici che verranno alimentati da carburanti sintetici. Questo ufficiale passo in avanti dell'Unione Europea arriva dopo i dialoghi e i confronti dei giorni scorsi, sia con il governo dei verdi della Germania, sia con il governo italiano. Allora la domanda sorge spontanea: "Se c'è questa deroga perchè l'Italia si è astenuta dal votare a favore del nuovo regolamento?" Per il Ministro all'Ambiente e alla Sicurezza Energetica Fratin manca un'ulteriore deroga, quella per i biocarburanti. Oltre al nostro Paese, ad astenersi sono stati anche Romania e Bulgaria. La Polonia invece ha votato contro.
Il nuovo piano agricolo comune europeo è stato strutturato tenendo maggiormente conto dell'erosione del suolo, che sempre più sta colpendo il Pianeta Terra e in questo specifico caso, la Commissione Europea vuole evitare di arrivare alla perdita irreversibile di una parte della sua biodiversità agricola. In che modo? Con la nuova politica agricola comune (PAC) 2023-2027.
Per favorire il raggiungimento di questi obiettivi verrà messo in campo un altro strumento normativo il Net-zero industry act. Strumento fondamentale che porterà a sviluppare altri due importanti capisaldi in materia, quello della transizione energetica: il Critical raw materials act, (utile per standardizzare l’utilizzo di risorse primarie e giacimenti di terre rare, soprattutto nel settore high-tech). Poi, l’altra riforma riguarda l’industria elettrica.
La Commissione Europea ha inviato a tutti gli Stati membri una bozza del"Temporary state aid crisis and transition framework", in adattamento allo State aid temporary crisis framework. Si tratta di uno strumento pensato per sbloccare con maggiore rapidità i finanziamenti pubblici e, di conseguenza, fare leva su quelli privati. Se gli Stati dovessero accettare la bozza allora l’Europa si muoverà in questa direzione nei prossimi mesi.
L’obbligo riguarderà tutti coloro che sono in possesso di immobili con classi energetiche più inquinanti, G e F. Dal 2030 gli edifici, anche quelli già esistenti, non dovranno più produrre sostanze nocive. Si tratta di un maxi-piano di ristrutturazione per tutti i Paesi membri. Il testo, l’analisi e le possibilità di salto energetico. L'Unione potrebbe prevedere di approvare, insieme al decreto Case Green anche un decreto applicativo, di soli incentivi, che possono essere usufruiti dai residenti europei. Altra ipotesi, invece, è che la stessa Europa sempre, inizi a stanziare dei fondi rivolti ai singoli Paesi membri, che a loro volta formeranno un pacchetto di norme di incentivi o agevolazioni fiscali. Insomma, comunque dei fondi dovrebbero arrivare. Nessuno ristrutturerà casa per ottenere il salto energetico senza usufruire di un minimo di nuovi incentivi. Il governo italiano, mese dopo mese, sta ritoccando e rimaneggiando il Superbonus, ma ancora non ha completato la sua azione di revisione. Con l'occasione di una possibile approvazione della norma europea, potrebbe esserci una novità in tal senso.
Poco meno di vent’anni e potremo tornare alla normalità? La speranza è questa e un po’ di fiducia l’abbiamo grazie all’annuncio dell’Onu in merito al buco dell’ozono. La perdita dello strato di ozono, che ha rischiato, in questi anni, di esporre le persone ai dannosi raggi ultravioletti del sole, è sulla buona strada per essere completamente recuperata. Se dovessimo continuare a mantenere gli impegni presi sul clima, entro il 2040 il buco dell'ozono si chiuderà in gran parte del mondo.
Una disputa che dura da più di dieci anni e che se riguarda, a livello politico, solo l'America, per la lotta ai cambiamenti climatici interessa a noi tutti. Ti sto parlando della foresta nazionale del Tongass, in Alaska, la piùgrande foresta pluviale temperata al mondo (ovvero sempre verde). Il Tongass infatti è un'area incontaminata di 16,7 milioni di acri che è considerata fondamentale per la cattura e stoccaggio di carbonio. Così facendo riesce quindi anche a mitigare il cambiamento climatico. Pensa che, secondo l'USDA (il dipartimento di agricoltura Usa), questo bosco sempre verde è in grado di assorbire il 10% di emissioni annuali di gas serra degli Stati Uniti. L'amministrazione Biden grazie al ripristino delle restrizioni di disboscamento lancia un forte segnale di quale è e sarà la linea politica americana in materia di tutela dell'ambiente e della natura. E proprio la natura ringrazia la linea intrapresa dal Governo americano. Questo perchè si sta salvando un habitat naturale che, non solo funge da sequestro di emissioni dannose per l'uomo e l'aria, ma anche da salvaguardia per gli animali come salmoni e trote, orsi bruni e aquile.
Vivere senza gas è possibile e ci stiamo riuscendo. L’Europa nel 2022 è stata in grado di invertire la rotta dal punto di vista energetico. Infatti la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili non è solamente in costante crescita, anno dopo anno, ma è stata anche superiore alla produzione di energia proveniente dal gas. Eolico, Solare e Fotovoltaico trainano la crescita che ha permesso alle fonti rinnovabili di vincere la sfida contro il gas e secondo Ember, il Think thank energetico, i dati sull’energia suggeriscono una previsione che rimarrà in scia con quanto accaduto adesso. "L’European Electricity Review" mostra in questi grafici l’aumento considerevole fatto negli ultimi 22 anni di utilizzo di fonti rinnovabili sul territorio europeo.
Precisamente nel 2022 il fotovoltaico ha fatto registrare una vera e propria impennata: 39 i terawattora prodotti, che hanno contribuito a evitare 10 miliardi di euro di costi del gas.
Questo dato che potrebbe essere sorprendente a leggerlo così porta con se, però, degli scheletri nell’armadio. Infatti anche se la produzione di gas è inferiore a quella delle fonti rinnovabili i numeri, nel complesso, sono rimasti invariati rispetto al 2021, anzi sono anche di, qualche decimale, lievemente aumentati, Si è passati dal 19,2% al 20% (un aumento dello 0,8%). Per non parlare anche dell’energia generata dal carbone: la sua produzione è aumentata del 7%, provocando anche maggiori emissioni dal settore energetico in Europa, +3.9% nel 2022 rispetto al 2021.