Esiste più di un collegamento tra demenza e inquinamento atmosferico

Un nuovo studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health sottolinea l’importanza di adottare misure più severe sulla qualità dell’aria per prevenire la demenza.
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Roberto Russo 12 Aprile 2023
* ultima modifica il 13/04/2023

L'inquinamento potrebbe avere un ruolo nello sviluppo della demenza clinica. Lo hanno rivelato i ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health in un recente articolo pubblicato sul British Medical Journal. Attraverso un lavoro di meta-analisi e revisione di studi e dati già esistenti gli scienziati di Harvard hanno infatti dimostrato un legame tra gli inquinanti atmosferici, come il particolato 2,5 (PM2,5), e la demenza clinica.

Il titolo dello studio è "Inquinamento atmosferico e demenza clinica: revisione sistematica e meta-analisi". In pratica si tratta di un'analisi approfondita condotta a partire da molti studi già pubblicati e presenti in vari database.

Il punto della situazione

Si stima che oltre 57 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza. I dati suggeriscono un'impennata incontrollabile dei casi di demenza in tutto il mondo: i dati parlano di 153 milioni previsti entro il 2050. Ci sono prove sufficienti che quasi il 40% di questi casi sia dovuto a fattori di rischio potenzialmente modificabili, come l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico.

È quindi un argomento sanitario di enorme importanza e una priorità di ricerca. Di conseguenza, nell'ultimo decennio, gli studi che valutano l'associazione tra inquinamento atmosferico e demenza sono aumentati notevolmente. Tuttavia, tali ricerche hanno utilizzato approcci diversi per quantificare le associazioni tra l'esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici e l'aumento dei casi di demenza.

Lo studio di Harvard

Partendo da questo assunto i ricercatori hanno analizzato più di 2.080 studi da banche dati, prendendo in considerazione gli inquinanti atmosferici e le alternative dell'inquinamento da traffico che soddisfacevano i criteri dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti. È stata calcolata la media dell'esposizione agli inquinanti atmosferici nell'arco di un anno per dimostrare una relazione tra questi e la demenza clinica.

All'interno dello studio, due autori indipendenti hanno valutato il rischio di potenziali distorsioni negli studi ambientali inclusi utilizzando lo strumento Risk of bias in non-randomised studies of exposures (ROBINS-E), che affronta le distorsioni in modo più approfondito rispetto agli approcci precedenti, che potrebbero influenzare l'interpretazione dei risultati finali.

A cosa è giunto lo studio

I risultati della revisione suggeriscono che l'esposizione a PM2,5 nell'ambiente aumenta il tasso di demenza, rafforzando l'evidenza che l'inquinamento atmosferico è uno dei più importanti fattori di rischio modificabili per la demenza clinica.

Gli sforzi di mitigazione per diminuire l'esposizione all'inquinamento atmosferico potrebbero contribuire a ridurre la demenza. Questo è un dato importante sia per i medici, chiamati a valutare le misure che i pazienti possono adottare per ridurre la loro esposizione a livello personale, sia per agenzie di regolamentazione che dovrebbero prendere provvedimenti a livello politico.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.