Un ritratto di Francia Marquez: chi è l’attivista ambientale diventata la prima vicepresidentessa afrodiscendente della Colombia

Francia Marquez, 40 anni, afrodiscendente, è da sempre attiva nelle lotte per l’ambiente e per i diritti umani. In particolare, Marquez si è spesa contro le azioni delle grandi imprese minerarie nei territori del Cauca, la regione colombiana di cui è originaria, e contro le grandi opere che deviando il corso dei fiumi mettono a rischio la vita delle comunità indigene. Nel 2018 viene insignita del prestigioso Goldman Prize, il Nobel per l’ambiente. Un riconoscimento importante per una donna, divenuta pochi giorni fa vice-presidentessa della Colombia, che segue le orme di figure come Berta Caceres e Marielle Franco.
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Michele Mastandrea 24 Giugno 2022

"I nostri governi hanno voltato le spalle al popolo, alla giustizia e alla pace. Se avessero svolto bene il loro lavoro, io non sarei qui". Parole pronunciate da Francia Marquez nel corso dell'ultima campagna elettorale per la guida della Colombia. Elezioni che Marquez, in coppia con Gustavo Petro, ha vinto la scorsa domenica. Diventando, devi sapere, la nuova vice-presidentessa del Paese sudamericano, la prima appartenente alla comunità afro-colombiana.

Quelle di Marquez sono parole di una donna – te nesarai accorto – che evidentemente non vive la politica come una professione. Piuttosto, come uno sforzo necessario per l'uguaglianza sociale. Quarant'anni, nata nel dicembre 1981 a Yolombo, nel Cauca, regione meridionale della Colombia, Marquez è infatti nota soprattutto per le battaglie in difesa dell'ambiente e dei diritti umani.

Le lotte contro le aziende minerarie

Afrodiscendente, di professione avvocatessa, in passato minatrice e colf, Marquez nel 2018 ha ottenuto il Goldman Prize, prestigioso riconoscimento che equivale a una sorta di Premio Nobel per l'attivismo ambientale. Le motivazioni della sua vittoria rappresentano il modo migliore per descrivere l'esistenza di questa donna.

Il premio le venne infatti consegnato per aver combattuto, per lunghi anni, l'estrazione illegale di oro da parte delle aziende minerarie. In Colombia, fino all'80% dell'oro è estratto in maniera illegale. Attività che mettono a rischio la tenuta dell'ambiente e di portare migliaia di persone della sua comunità all'abbandono, spesso forzato, del proprio territorio.

Una battaglia combattuta quotidianamente sul suo territorio ma anche attraverso pratiche spettacolari, come la ‘Marcia dei Turbanti' del novembre 2014. Un percorso di circa 500 km, dal paesino di La Toma fino alla capitale Bogotà, sede del governo, compiuta insieme ad altre 70 donne afrodiscendenti munite di tipici copricapi simbolo della propria origine etnica.

L'estrazione di oro illegale è alla base di seri problemi ambientali, come la deforestazione e la contaminazione delle risorse idriche. Lo sversamento nei fiumi e nei laghi del mercurio, fondamentale nell'estrazione dell'oro, è infatti devastante per i pesci prima, e per chi li mangia poi.

Combattere queste pratiche è letteralmente questione di vita o di morte, in particolare per la popolazione indigena di cui Marquez fa parte. La sua lotta ebbe alla fine successo, con il governo colombiano che decise per la rimozione di tutte le attività illegali nella regione. Ma servirono anni e anni di battaglie, in cui Marquez fu sempre in prima fila.

Le lotte per l'acqua e l'attentato scampato

Altro problema che affligge gran parte della regione amazzonica è quello dei grandi progetti per l'utilizzo dell'acqua. Progetti che spesso, ad esempio tramite la deviazione del corso dei fiumi, o con la costruzione di dighe, mettono a rischio la vita nei territori. Una situazione che Marquez ha vissuto sulla propria pelle sin dai primi anni del suo impegno politico, lottando contro le modifiche alla direzione delle acque del fiume Ovejas, cuore pulsante della sua regione di origine.

Nel 2019, il suo impegno rischiò anche di costarle la vita. Marquez sopravvisse infatti a un attentato ai suoi danni, come non riuscì purtroppo ad altre donne centro e sudamericane impegnate come lei nella tutela dell'ambiente. Ti parlo di Berta Caceres, Marielle Franco, e di tanti altri ancora.

Con la vittoria elettorale di domenica, Marquez è ora pronta a rendere vivo il suo slogan elettorale, quel "vivir sabroso" che significa di fatto vivere in armonia e nel rispetto dell'ambiente. Come Marquez ha sempre cercato di fare, non solo nella sfera personale, ma anche in quella pubblica. Fino al trionfo di domenica.