Gli italiani sono sempre più generosi e probabilmente anche più longevi

Avresti mai immaginato che altruismo e longevità potessero essere in qualche modo correlati? Lo afferma uno studio quinquennale condotto dall’Università di Buffalo. E per fortuna che gli italiani si stanno dimostrando sempre più generosi e propensi a fare donazioni a Onlus e associazioni benefiche.
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Gaia Cortese 3 Giugno 2019

C’è voglia di fare la differenza. E se questo significa essere più generosi, ben venga. Sono (per fortuna) confortanti i dati raccolti dal recente studio condotto da Doxa con PayPal Italia e Rete del Dono, Donare 3.0, volto ad osservare quanto il fenomeno delle donazioni sia pratica comune tra gli italiani.

La ricerca, quest’anno alla sua quinta edizione, è stata svolta basandosi su un migliaio di interviste rappresentative dei circa 20 milioni di italiani connessi alla rete, di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Il risultato? Nel corso del 2018 oltre 8 italiani su 10 hanno fatto delle donazioni. Sempre e comunque con una certa attenzione a dove fosse destinata la loro generosità.

Generosi sì, ma anche attenti

Il 66% degli italiani, infatti, ha dichiarato di non donare a enti che non consentono di verificare come vengano utilizzate le donazioni e i risultati raggiunti. C’è quindi una maggior consapevolezza rispetto al passato, tanto che lo scorso anno gli italiani hanno preferito donare a una singola associazione piuttosto che “fidarsi” di tante altre associazioni e Onlus disseminate su tutto il territorio: si tratta del 35% a fronte del 28% del 2017.

Le associazioni che negli ultimi dodici mesi hanno ricevuto più donazioni operano nell’ambito della salute e della ricerca (58%), dell’assistenza sociale (28%), delle emergenze ambientali e territoriali e della Protezione Civile (25%), della tutela dell’ambiente e degli animali, (25%) e a sostegno dei servizi per la disabilità (24%).

“Quest’anno abbiamo analizzato anche il percepito che le persone hanno verso le associazioni no profit e quello che desidererebbero dall’associazione ideale – ha dichiarato Antonio Filoni di Doxa -. Ciò che emerge è una forte richiesta di modernizzazione e di riduzione del gap in termini di fiducia, gap che si potrebbe ridurre raccontando meglio e in modo più efficace i risultati che le associazioni producono grazie al loro impegno”.

Della stessa opinione Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono, piattaforma web di crowdfunding nata nel 2011: “Gli utenti si confermano ottimi donatori, però è altrettanto interessante notare che il 22% sente la necessità di ricevere comunicazioni più convincenti. Questo dimostra che c’è spazio per lavorare in un’ottica di “donor journey”, ovvero di un percorso di spiegazione della donazione. In questo modo è possibile rafforzare la relazione con il donatore. D’altronde chi dona è interessato e vuole essere coinvolto in prima persona”.

Più generosi e più in salute

La tendenza ad essere più generosi è tangibile, e con una maggiore informazione il lato altruista delle persone non può che essere ulteriormente stimolato. Ma c’è di più. Secondo uno studio condotto da alcuni esperti dell’Università di Buffalo, in America, chi è generoso vive più a lungo e anche in buona salute. Lo studio, che ha avuto una durata di cinque anni, ha coinvolto 846 persone, mostrando come chi si era dimostrato generoso nei confronti di terze persone, affrontava molto meglio situazioni stressanti come la perdita del lavoro, difficoltà economiche, malattie in famiglia e via dicendo. Secondo l’esperto Michael L. Poulin aiutare gli altri ha degli effetti positivi sulle persone che si sono dimostrate altruiste: diminuisce lo stress, prevenendo disturbi e patologie che hanno come concausa una condizione di vita stressante, e di conseguenza, allunga anche un po’ le prospettive di vita.