Gli over 65 sono sempre più giovani: usano Facebook, si mantengono in forma e hanno diversi hobby

Sono a loro agio sui social network, attirati dalla domotica e dalle novità dell’epoca moderna. Hanno superato i 65 anni ma non se li sentono affatto addosso. Chiamateli “giovani anziani” perché di fatto i cento anni sono i nuovi ottanta.
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Gaia Cortese 16 Febbraio 2020

Quando si diventa anziani? Secondo quanto dichiarato in occasione del 63° Congresso Nazionale della SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) che si è tenuto a Roma lo scorso novembre, l’anzianità è stata posticipata. Le persone tra i 64 e i 74 anni di età sono considerati “giovani anziani” e tra i 75 e gli 84 anni sono eletti al titolo di “anziani”. Non è solo una questione di aumento dell’aspettativa di vita, ma anche di una condizione generale di benessere diffuso: in Italia viviamo bene, ed è sempre più probabile arrivare all'età di 75 anni in buona salute.

Ecco perché non è raro che chi ha già superato la soglia dei 65 anni, si senta ancora un "giovanotto". Il 54% degli over 65 si sente a proprio agio nella società e si è adeguato agli usi e costumi contemporanei. Difatti, ben il 79% dei “giovani anziani” (mi si passi il termine) trascorre almeno un'ora a settimana su internet, e non è difficile trovarne i profili attivi su Facebook.

Il 78% degli Over 65 ha voglia di mettersi alla prova su cose nuove.

Si tengono informati (87%), sono interessati alle nuove tendenze (47%) e hanno anche diversi hobby. Non li troverai quindi ”appoltronati” davanti alla D'Urso l'intero pomeriggio (guardano sempre meno televisione), tanto meno a seguire la messa domenicale (solo il 15% dedica almeno un'ora della settimana ad attività di tipo religioso).

Questi dati sono emersi dalla ricerca SWG a supporto del "Grey Scale Economy Lab", un progetto promosso da Havas PR che prevede l'istituzione di un osservatorio e un laboratorio di studio e ascolto sugli "Over 65".

"Una generazione attiva che si sente giovane e desiderosa di esplorare la nuova era digitale – racconta Riccardo Grassi, coordinatore dell'indagine per conto di SWG -. Una generazione molto lontana dagli stereotipi consolidati, ma che dopo avere affrontato la rivoluzione culturale del 1968 durante la propria giovinezza è pronta a rimettersi in gioco e a rispondere alla sfida della società digitale".

Fonte | AnsaSIGG