Il muro della gentilezza: lo spazio libero in cui donare e ricevere per una città più solidale

Abiti, giacconi, scarpe ma anche spazzolini da denti, saponette e preservativi. Al muro della gentilezza di Milano c’è un po’ di tutto e i giovani volontari fanno quasi fatica a gestire la quantità di oggetti donati. A poco tempo dal lancio dell’iniziativa, siamo andati a vedere con i nostri occhi cosa si trova al di là di quel muro.
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Sara Del Dot 31 Gennaio 2020

Saverio si reca spesso al muro della gentilezza, quasi ogni giorno. Lui possiede un’officina meccanica in zona e tutte le volte se ne va dallo spazio portandosi via qualche abito da tenere per sé oppure da dare ai suoi operai, che hanno una famiglia numerosa e fanno fatica ad acquistare i vestiti per sé e per i propri figli. Come Saverio, diverse persone, bisognose e non, visitano lo spazio offerto dal Tempio del Futuro Perduto, di fronte al Cimitero Monumentale di Milano, per dare un’occhiata ad abiti, libri e prodotti per l’igiene personale che i ragazzi volontari del centro culturale occupato raccolgono dalla cittadinanza e mettono a disposizione di chiunque possa desiderarli o averne bisogno.

Lungo la parete esterna dello spazio, su appendiabiti e scaffali creati appositamente per consentire all’iniziativa di essere sempre libera e attiva 24 ore su 24, si può trovare davvero di tutto: ci sono libri in ottimo stato, spazzolini da denti, saponette incartate, scarponcini per bambini, giocattoli, giacconi, zaini e addirittura preservativi. Ogni cosa è stata donata da cittadini solidali che desiderano dare ciò che possono e che non utilizzano più. All’interno, poi, i ragazzi del collettivo lavorano continuamente per piegare, catalogare, ordinare tutto ciò che arriva. Ci sono scarpe, pigiami, calzini, pantaloni, maglioni, giacconi, tutto in una quantità anche difficile da gestire. “Appena l’iniziativa è stata lanciata”, raccontano i volontari, la risposta è stata enorme. Le persone hanno iniziato ad arrivare con sacchi e sacchi pieni di cose, al punto da obbligarci a consentire di portare solo un sacco alla volta e al massimo 20 libri.” Un segnale evidente del fatto che la solidarietà, anche in una metropoli, non svanisce mai. Basta darle l’opportunità di manifestarsi.