Il numero di morti per il Coronavirus ha superato quelli della SARS? Non è proprio così

Per ora il numero dei decessi provocati dalla nuova infezione ha superato quello dei morti per SARS nella sola Cina (Hong Kong esclusa). E questo a fronte di oltre il doppio dei contagi accertati. Insomma, per il momento il paragone non regge. Nemmeno un po’.
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Giulia Dallagiovanna 3 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Lo starai leggendo ovunque e in effetti è anche vero: il numero di morti per il nuovo ceppo di Coronavirus ha ormai superato quelli che erano stati registrati per la SARS. Nello specifico si parla di 362, attualmente monitorati dalla mappa della John Hopkins University, contro 348 riportati tra il 1 novembre 2002 e l'11 luglio 2003 dall'Organizzazione mondiale della sanità. Però, in Cina. E questo è il primo dato da tenere presente. Il secondo riguarda invece il numero di contagi: per la Sindrome respiratoria acuta grave furono 7.453 in totale, 8.437 se si prendono in considerazione anche i casi sospetti e mai confermati. Oggi, a circa un mese dallo scoppio dell'epidemia a Wuhan, i pazienti affetti da 2019-nCoV sono già 17.459, ed è un numero destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi giorni.

Perciò proviamo a leggere meglio questi dati che, da soli, rischiano di provocare un allarmismo davvero ingiustificato.

Partiamo proprio dalla SARS, un'infezione respiratoria causata da un Coronavirus della stessa famiglia del ceppo che sta circolando almeno dalla fine di dicembre 2019. L'epidemia iniziò appunto novembre del 2002 e il primo focolaio fu rintracciato nella provincia del Guandong, di nuovo in Cina e di nuovo provocata dal contatto frequente tra l'essere umano e la civetta delle palme, un animale che, a dispetto del nome, assomiglia a un incrocio tra un procione e un roditore. Dallo scoppio alla penultima rilevazione da parte dell'Oms a luglio 2003 (cioè quando si era abbondantemente conclusa la stagione invernale, durante la quale emergono questo tipo di patologie), risultano coinvolti 30 Paesi, con casi riscontrati anche negli Stati Uniti e in Europa. I morti totali furono 813, che scendono a 646 se ci considerano solamente la Cina e Hong Kong. Insomma, per ora rimangono ancora più di quelli causati dal 2019-nCoV.

I decessi totali per la SARS furono 813, su 7.453 casi accertati

Anche i numeri dell'influenza classica sono molto alti. Pensa che il sito dell'Istituto superiore di sanità parla di una media giornaliera di 228 decessi in quella parte di popolazione che ha superato i 65 anni. Eppure non ti sei mai messo una mascherina per paura di venire contagiato da quella che consideri una malattia davvero comune.

Ecco, questo significa che le cifre da sole non significano davvero nulla e utilizzarle in questo modo è scorretto. E pericoloso. Quello che infatti importa è il tasso di mortalità (sarebbe più corretto parlare di tasso di letalità, ma è questa l'espressione che viene ormai utilizzata anche da medici ed esperti per essere più comprensibili da tutti), che per il nuovo Coronavirus viene ancora considerato del 3% e che, per la verità, in questi giorni sembra addirittura stia scendendo. Significa cioè che su 100 persone che si ammalano, 97 guariscono. Sai a quanto si attestava questa percentuale per la SARS? Sfiorava l'11%. Il confronto dunque non è ancora possibile e speriamo non lo diventi mai.

Se c'è infatti un dato che fin da subito è apparso chiaro per il 2019-nCoV è stata la sua elevata capacità di diffondersi rapidamente. Ed è per questa ragione che le persone coinvolte hanno già superato le 17mila, con un balzo in avanti incredibile nel giro di pochi giorni. Questo balzo, però, non è tanto dovuto al virus in sé, quanto al fatto che siano sia stata necessaria circa una decina di giorni prima che tutti i contagiati manifestassero i sintomi e l'infezione uscisse allo scoperto. Inoltre, i medici sono ora al corrente che quello che appare come un semplice raffreddore potrebbe anche non esserlo e dunque vanno a fondo nella diagnosi, riuscendo così a individuare anche i casi meno gravi che prima passavano inosservati. Infine, come ha annunciato Medical Facts, durante il weekend è arrivato il rifornimento di test per gli ospedali di Wuhan e quindi si potranno verificare tutti quei pazienti che fino ad ora venivano catalogati come "sospetti".

Previsioni per il futuro? Sempre più contagiati fino a quando non verrà raggiunto il picco, che secondo alcuni esperti potrebbe arrivare tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima, e poi una progressiva e non si sa quanto rapida diminuzione dell'epidemia. Per la legge delle probabilità aumenteranno anche i decessi, purtroppo. Ma se le persone che hanno contratto il virus sono già più del doppio rispetto a quanto accadeva per la SARS, mentre i morti sono meno della metà direi che questo paragone per ora non regge. Nemmeno un po'.

Fonti| Organizzazione mondiale della sanità; John Hopkins University; Istituto superiore di sanità

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.