Ricordi la SARS? Ripercorriamo le fasi dell’epidemia del 2003

La prima emergenza medica mondiale proclamata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata la SARS, l’infezione causata da coronavirus nel 2002 in Cina. Pare che il nuovo coronavirus cinese, il 2019-nCoV, abbia già superato il numero di vittime della precedente epidemia. Ma che cos’è la SARS e come è stata arginata?
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Valentina Rorato 2 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Tra le grandi epidemie che hanno caratterizzato gli anni Duemila, la SARS è sicuramente l’infezione che più ha fatto paura, tanto da essere considerata la prima minaccia globale del XXI secolo. Si è verificata tra il 2002 e il 2003 in Cina e, purtroppo, da lì il virus ha raggiunto altri Paesi asiatici e occidentali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per la prima volta nella sua storia, tra il 12 e il 15 marzo 2003, lanciò un allarme mondiale: ha raccomandato ai viaggiatori di rimandare i viaggi nelle zone infette. La storia, con il nuovo Coronavirus cinese, si sta dunque ripetendo e pare che la situazione sia abbastanza grave. Ovviamente, ciò non deve essere sinonimo di panico o di malattia sicura, semplicemente esiste un rischio infezione e si sta lavorando al fine di sconfiggerlo, proprio com'è successo nel 2003.

Come sempre, per comprendere il presente, bisogna prima conoscere cosa è successo nel passato.

Cos’è la SARS

L’acronimo SARS sta per Severe Acute Respiratory Syndrome o, in italiano, sindrome respiratoria acuta grave. È un’infezione causata da un coronavirus, detto SARS-CoV, e appartenente alla medesima famiglia del nuovo coronavirus cinese. Si trasmette per via aerea, quindi con le goccioline provenienti dai colpi di tosse, dagli starnuti o toccando materiale precedentemente infetto. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza: febbre, malessere generale, mal di testa, mal di gola, inappetenza, diarrea e vomito. Il problema sono le complicanze. Passati alcuni giorni dall’insorgere dei sintomi, può manifestarsi una forma di polmonite che causa una grave insufficienza respiratoria, che può portare anche alla morte i soggetti più fragili.

Come si è diffusa

La  SARS è comparsa per la prima volta nel novembre del 2002, in Cina, nella provincia del Guandong. E in pochi mesi ha raggiunto altri 30 paesi, per la maggior parte asiatici (Hong Kong, Singapore, Taiwan, Vietnam), ma anche occidentali. Ci sono stati alcuni casi in Canada, Stati Uniti e in Europa.  In un arco temporale molto limitato, tra novembre 2002 e marzo 2003, ha contagiato 8.000 persone circa, causando la morte di 775 persone. L’allerta mondiale è partita grazie a un medico italiano,  Carlo Urbani, infettivologo che morì proprio di SARS a Bangkok il 29 marzo 2003, ma che prima di decedere riuscì a comunicare all’Organizzazione Mondiale della Sanità le sue scoperte sul virus.  Sono 10 anni che non vengono diagnosticati casi di SARS nel mondo.

Come è stata curata

Non c’è una cura per la SARS. Quello però che è stato fatto è non utilizzare antibiotici, assolutamente inutili in caso di infezione virale, e adottare delle contromisure farmacologiche simili a quelle che si utilizzano per l’influenza, quindi principalmente sono stati somministrati antipiretici per abbassare la febbre. Inoltre, in caso di insufficienza respiratoria, i pazienti sono stati tratti con l’ossigeno.

Come è stata affrontata l’emergenza

Per contenere e soprattutto evitare il diffondersi dell’epidemia, durante il grande focolaio di SARS sono state prese delle misure preventive che hanno previsto l’ospedalizzazione dei pazienti,  isolamento nelle cosiddette camere a pressione negativa, ovvero la quarantena, la ventilazione (o respirazione) assistita e ovviamente la somministrazione di antipiretici. Nel frattempo la ricerca ha svolto un ruolo importante per conoscere meglio i virus, nello specifico i coronavirus.  Purtroppo, non esiste ancora un vaccino anti-SARS.

La SARS in Italia

La SARS è arrivata anche in Italia, per fortuna, senza fare grandi numeri. Nel mese di aprile del 2003 è morto una persona a Napoli con sospetta SARS, che poi in realtà si è dimostrata essere una rara infezione batterica contratta in Tailandia. Questo evento, però, ha scatenato il panico. E il Ministero della Salute il 17 aprile 2003 ha istituito una Task Force per il controllo dell’infezione.

A fine maggio dello stesso anno, risultavano segnalati dall’Italia all’OMS, 9 casi probabili di SARS. Di questi casi, revisionati da un sottogruppo della Commissione Ministeriale, solo 4 sono stati confermati. L’Italia è stata molto fortunata, ma è anche stata brava sia a gestire le potenziali infezioni nei centri ospedalieri sia a utilizzare il filtro aeroportuale. Che cos’è? È uno screening clinico dei passeggeri in arrivo da aree infette, attraverso cui si sorvegliano e si identificano le persone a rischio.

I numeri della SARS

L’infezione di SARS che, si è diffusa in Cina nel 2002 e nel 2003, ha ucciso 774 persone in 17 paesi, con ben 8026 contagi complessivi.  Durante l'epidemia di SARS, la Cina ha avuto 5.327 casi e 349 morti, mentre a Hong Kong, il secondo paese più colpito, ci sono stati 1.755 casi e 299 morti secondo l'Organizzazione mondiale della sanità.

In Italia e nel Regno Unito, sempre secondo l’OMS, ci sono stati 4 casi, in Francia 7, in Germania 9, in Australia 6, negli Stati Uniti 27, mentre in Canada 251.

Sebbene siano state molto lente le segnalazione dei casi iniziali di SARS, e ciò abbia contribuito alla diffusione della malattia, le pratiche mediche applicate a livello globale sono state fondamentali per porre fine all'epidemia.

Fonte | WHO; Epicentro

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