Il quadrilatero della morte in Sicilia

In questa puntata di Contro Natura ti raccontiamo gli effetti del polo petrolchimico di Siracusa sulla salute degli abitanti, degli animali e dell’ambiente. Dall’eccesso di mortalità alle anomalie congenite, per arrivare alla contaminazione delle acque e dell’aria. Un disastro ambientale e sanitario che tradisce la promessa di bonifica ormai da troppo tempo.
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Rubrica a cura di Beatrice Barra
9 Gennaio 2024

“C’è gente che a Priolo muore, ha un malato ogni famiglia sì e no. Non te la faccio tragica, ma… quasi tutti, più o meno, in famiglia abbiamo un malato di tumore”: questa è la frase pronunciata da un abitante del comune siciliano di Priolo Gargallo nel 2012 durante un'intervista, ma ad oggi non è cambiato nulla.

C’è un luogo in Italia dove in media, su 20 funerali celebrati, 18 sarebbero per vittime di tumori. Da anni il parroco della Parrocchia Maria SS. Assunta di Augusta espone su carta tutti i decessi per tumore specificando età, tipologia di tumore e professione, il tutto affisso sul tabellone “Piazza martiri del cancro”.

Fonte: Davide Mauro/ WIkimedia Commons

Si legge il nome di un operaio che è morto a 34 anni per un tumore allo stomaco o quello una studentessa morta a 25 anni per un tumore al seno e così via. Come loro moltissimi altri: diverse età, diverse professioni. Purtroppo il tabellone è troppo piccolo per scrivere tutti i nomi, ma ogni 28 del mese il parroco ricorda in una messa tutti i deceduti di cancro cercando di dare forza a chi sta ancora lottando.

Siracusa, tra bellezza e morte

La causa di tutti questi tumori è nota un po’ a tutti. Se sei nato nella provincia di Siracusa, ti sarai quasi abituato a sentir parlare di morte, malformazioni e tumori e non c’è giorno in cui i cittadini non facciano sentire la loro voce contro l’inquinamento delle fabbriche petrolchimiche.

Fonte: Davide Mauro/ Wikimedia Commons

Se pensi a Siracusa, sicuramente le prime cose che ci vengono in mente sono il teatro, la cultura, le bellezze archeologiche. Insomma, tutte quelle cose che la rendono una meta per migliaia di turisti ogni anno e per le quali è considerata patrimonio dell’UNESCO.

Il nord della provincia, invece, ospita il polo petrolchimico siracusano, la vasta area industrializzata compresa tra i comuni di Siracusa, Augusta, Priolo Gargallo e Melilli, nota anche come "quadrilatero della morte”.

In questa zona c’è, infatti, uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa, nonché il più importante d’Italia. Ed è anche una delle aree più inquinate del nostro Paese, classificata come Sito di Interesse Nazionale o SIN, cioè una vasta area contaminata e riconosciuta come pericolosa e da bonificare dallo stesso Stato italiano.

Qui i cittadini della provincia di Siracusa respirano tutti i giorni aria tossica. Basti pensare che a Priolo è stato superata per ben 6 volte nel 2022 la soglia di benzene stabilita da Arpa Sicilia, registrando un valore che è quasi il triplo di quello che dovrebbe essere ( 57 µg/m3 vs 20 µg/m3), mentre ad Augusta si è arrivati addirittura a un valore di quasi 10 volte superiore.

Fonte: Arpa Sicilia

Dal 2019 esiste il progetto Nose in collaborazione con Arpa Sicilia, che consente ai cittadini di trasmettere in tempo reale le segnalazioni relative alle molestie olfattive (cioè la presenza di un “odore” che altera lo stato di benessere di una persona), via web o tramite app. Allo scattare dell’Alert si attivano i sistemi di auto campionamento installati in città per monitorare la concentrazione di sostanze volatili.

I cittadini sono liberi di aggiungere anche dei commenti al momento della denuncia e molti sono da brividi: “Si muore di puzza, da diverse ore a Priolo c’è puzza di idrocarburi, bruciano gli occhi e la gola, non si respira”, “Da stamattina non riesco a respirare, mi viene da svenire. Ho un neonato e un bimbo di sei anni, non si può stare più”, “Ci state uccidendo”.

Eccesso di mortalità e anomalie congenite

Ma le molestie olfattive non sono le uniche conseguenze sui cittadini. Come testimoniato dal sesto rapporto S.e.n.t.i.e.r.i., Studio epidemiologico nazionale, il sito di Priolo Gargallo è interessato da un eccesso di mortalità. Infatti l’esposizione a inquinamento atmosferico è riconosciuta come uno dei fattori  di maggior rischio per i tumori, come quello polmonare. La causa è l’esposizione a sostanze volatili emesse dalle attività industriali, come metalli pesanti, solventi e in particolare l’amianto.

Fonte: Azotoliquido /Wikimedia Commons

Ma i problemi alla salute non finiscono qui. Nell’area del siracusano sono stati registrati molti casi di anomalie congenite, principalmente di natura cardiaca e all’apparato genitale. Nel periodo tra il 2011 e il 2019, solo nella provincia di Siracusa, si sono registrati 347 casi.

Un vero e proprio disastro sanitario e ambientale, perché gli idrocarburi qui hanno contaminato tutto. Le fabbriche bruciano sostanze tossiche che vengono rilasciate nell’aria giorno e notte, con evidenti ricadute anche su piante e coltivazioni. Cibi che chiaramente poi finiscono sulla tavola dei cittadini.

Esattamente come il suolo, anche il mare è vittima di contaminazioni da metalli pesanti, addirittura ci sono stati diversi casi di pesci malformati. La ricerca di Legambiente “Mare Monstrum” del 2022 ha dimostrato che tra il 2016 e il 2020 sono state sversate oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare attraverso i depuratori.  Non a caso la Procura di Siracusa ha indagato su un presunto disastro ambientale legato al depuratore IAS  di Priolo.

L’ipotesi accusatoria è che il depuratore avrebbe inquinato l’atmosfera con 77 tonnellate all’anno di composti organici volatili, incluse 13 tonnellate di benzene. Tra gli imputati ci sono, oltre ai gestori del depuratore, anche importanti aziende petrolchimiche mondiali, sospettate di aver ignorato le emissioni illegali. Nel 2022 il depuratore è stato sequestrato e il distacco ai grandi utenti ha messo a rischio migliaia di posti di lavoro, creando una situazione complessa e delicata per la bonifica dell’area. Simile a quella che ha coinvolto l’Ex-Ilva, di cui abbiamo parlato in un altro video di Contro Natura.

Come si è arrivati a tutto questo?

Per capire come si è arrivati a questa situazione dobbiamo tornare agli anni ‘50, quando nella zona è iniziato un processo di industrializzazione visto che si trattava di un’area molto povera e il settore agricolo non era abbastanza sviluppato per la grande distribuzione. Il processo ha poi raggiunto il suo apice intorno agli anni 80 con l’arrivo delle grandi multinazionali.

Fonte: Archivio USMM/ Wikimedia Commons

Già dagli anni ‘50, però, con la nascita delle fabbriche petrolchimiche, si notò un aumento di morti di tumore nella zona; mentre dagli anni ‘80 iniziarono ad arrivare le prime segnalazioni di nascita di bambini malformati. Nonostante anni di denunce da parte dei cittadini, solo nel 1990 l’area venne dichiarata ad alto rischio di crisi ambientale e nel 2000 l’area siracusana rientrò nel Sito di Interessa Nazionale per la bonifica. Così venne stilato l’accordo di programma per la messa in sicurezza di tutta la zona, ma secondo i dati del 2022 la bonifica ha riguardato solo il 17% delle aree interessate. Ci vorranno almeno 20 anni per bonificare una falda intera.

Quella promessa non mantenuta di "un futuro migliore"

Il progetto di bonifica va a rilento, troppo a rilento per dei cittadini che chiedono e aspettano da moltissimo tempo che venga mantenuta quella promessa di “un futuro migliore” che sembra ormai irrealizzabile. Ci dovrebbe essere un cambio di paradigma da parte delle industrie per garantire il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente. Le industrie di cui stiamo parlando danno lavoro a migliaia di persone e hanno consentito lo sviluppo economico di un’intera provincia, è vero. Come è vero che lo hanno fatto a discapito della salute pubblica e dell’ambiente.

Video: “In futuro io spero che le cose cambino, nel senso che vengano realizzate queste benedette bonifiche. Che qualche azienda veramente seria non pensi solo al proprio profitto, ma pensi anche al proprio territorio e senza tutto questo inquinamento”.

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Polentona acquisita e curiosa instancabile. Sono a Milano dal 2016 e scrivo per passione da quando ho cinque anni. Amo il altro…