influenza

Mai così tanti casi di influenza negli ultimi 23 anni

A un mese dalla fine del monitoraggio di InfluNet sono stati registrati 12,7 milioni di casi d’influenza. Si tratta del numero più alto registrato da quando è stato avviato il sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 3 Aprile 2023
* ultima modifica il 24/10/2023

La stagione influenzale 2022-2023 è stata la più dura degli ultimi 23 anni. È quanto emerge dal sistema di sorveglianza dell'Istituto Superiore di Sanità InfluNet: a un mese alla fine del monitoraggio sono stati segnalati 12,7 milioni di casi, il numero più alto mai registrato da quando nel 2000 è stato creata la rete di monitoraggio nazionale.

Quella che si sta per concludere è stata intatti una stagione –come ha spiegato il responsabile scientifico di InfluNet Antonino Bella – che potremmo definire "peculiare sotto diversi punti di vista". Vediamo quali sono state le cause di questa stagione record.

Influenza stagionale da record

I dati raccolti e pubblicati ogni settimana da InfluNet parlano chiaro: in questa stagione influenzale il numero di persone che hanno contratto i tipici sintomi dell'influenza come febbre, raffreddore, mal di testa o mal di ossa ha superato qualsiasi altro dato dal 2000 a oggi.

Manca ancora un mese alla fine del monitoraggio, eppure il numero di casi registrato è già superiore di quattro milioni rispetto al record storico mai raggiunto, quello degli 8,7 milioni della stagione 2017-2018.

Il picco in anticipo

"A differenza degli altri anni – spiega Bella – in cui il numero massimo di casi si raggiunge di solito a fine gennaio, il picco quest'anno è stato precoce, prima di Natale, tra la 49esima e la 50esima settimana dell'anno. Inoltre ha raggiunto tassi molto elevati".

Da questo punto di vista, la stagione 2022-2023 è stata simile a quella del 2009-2010, quando a causa dell'influenza suina venne registrato un picco molto intenso intorno già al mese di novembre.

La coda lunga della curva

C'è però un altro fenomeno che ha contribuito a far crescere oltre ogni dato finora registrato il numero di casi di influenza: una discesa molto lenta della curva influenzale, che dopo la tipica fase discendente successiva al picco si è arenata in una stasi che ha fatto fatica a rientrare e che perdura tutt'ora, sebbene in forma più lieve. Per settimane infatti il tasso delle ILI (sindromi simil-influenzali) è rimasto tra gli e 8 e i 7 casi per mille assistiti (da fine gennaio a metà marzo 2023).

"Lo stiamo osservando tutt'ora – osserva Bella – rispetto ad altre stagioni in cui, dopo il picco, si verifica in genere un repentino calo dei casi, quest'anno la curva sta scendendo molto lentamente, con dei veri e propri periodi di stasi".

I più colpiti: i bambini

"C'era inoltre una parte della popolazione, i bambini molto piccoli, che non aveva mai conosciuto questi virus: sicuramente anche loro hanno contribuito in maniera determinante alla diffusione dei contagi", ha spiegato ancora Bella.

Stando ai dati raccolti in questi mesi dall'Iss emerge chiaramente come la fascia più colpita sia stata proprio quella formata dai bambini sotto i cinque anni di età. Ancora nell'ultimo bollettino, quello del 31 marzo, il tasso d'incidenza in questa fascia d'età è stato pari a 17,8 casi per mille assistiti, a fronte di un tasso complessivo di 5,8.

Fonti | Ansa, InfluNet

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.