La storia della principessa splendente

La storia della Principessa Splendente: la natura, l’infanzia, l’unica felicità possibile

Vivere a contatto con la natura, nei luoghi dell’infanzia, ci dà una reale felicità. Principessa Splendente ti racconta come la felicità sia un soffio di vento e come l’esistenza sia precaria. Una storia antica, poetica ed evocativa disegnata da Isao Takahata, uno degli autori più amati dello Studio Ghibli.
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Rubrica a cura di Francesca Camerino
31 Maggio 2021

Lasciami rimanere un altro po’! Solo un altro po’, per sentire la gioia di vivere di questo luogo!

Nella vita capita di essere nostalgici, e guardare indietro per ricordare la semplicità, l’infanzia, quando tutto era più genuino e si era veramente sereni.

Se vuoi ripercorrere quelle stesse emozioni in un paesaggio naturale e poetico, segui La storia della Principessa Splendente (Kaguya-hime no Monogatari), un film d’animazione di Isao Takahata, uno degli autori più acclamati dello Studio Ghibli.

Uscito nel 2013, trae ispirazione da un antico racconto popolare di un Giappone ormai lontano, intitolato “Storia di un tagliatore di bambù”. Il film é realizzato ad acquerello, con linee essenziali, e molte zone bianche per dare ariosità e luminosità agli sfondi. La tecnica utilizzata è quella tradizionale senza uso di Cgi, un lavoro unico e personale.

La storia é ricca di tematiche che si intrecciano via via che le immagini scorrono. Tutto inizia in un bosco tappezzato di canne di bambù dove  il vecchio tagliatore Okina è alle prese con il suo lavoro quotidiano.

Proprio durante il suo lavoro viene richiamato da una luce, un bagliore che proviene dal fusto di una canna. Si avvicina e  scova qualcosa di meraviglioso, un germoglio che sembra essere una bambina di pochi centimetri, una sorta di gemma minuscola che si nasconde tra le foglie.

La piccola Kaguya viene adottata dal tagliatore e sua moglie. Principessa Splendente cresce velocemente a contatto con la natura e la vita semplice del villaggio.

Tutto questo la rende felice, fino a quando i genitori decidono di trasferirsi nella capitale per trasformarla in una nobildonna, con maestri che le insegnano come vestire e come comportarsi. La ragazza, così affascinante e piena di grazia tanto che la sua fama inizia a diffondersi, diventa però tanto cupa e triste.

Nella ricca società, la sua vita, infatti, non è più la stessa. L’infanzia semplice, a contatto con la natura e gli animali erano l’unica felicità possibile per lei. Molti verranno a chiederla in sposa, compreso l’imperatore, ma lei, dopo averli messi alla prova, li rifiuterà.

L’amore per le piccole cose, le modeste gioie quotidiane e il lavoro semplice in famiglia le mancano tremendamente. Per questo prova a riprodurre quello che ha lasciato, ricreando un piccolo giardino dietro la nuova dimora nella capitale, al quale si dedica non grande cura.

Ad un certo punto la ragazza viene a conoscenza delle sue origini soprannaturali e ripensa con nostalgia ai bei giorni passati a correre e cantare nei boschi, con gli altri bambini, a godere del verde e delle fioriture degli alberi di ciliegio. Purtroppo non potrà più farvi ritorno, e lo strappo sarà definitivo.

Il film altamente poetico ed evocativo esprime l’esaltazione della semplicità, contro ogni forma di artificiosità e progresso, e la consapevolezza della precarietà dell’esistenza.

Credits: disegno in copertina di Viola Colombi

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Laureata in Lettere Moderne e giornalista pubblicista dal 2003, scrivo su tutto ciò che ruota intorno al fai da te, ai altro…