La storia Mario, che ha un infarto in corso ma non si accorge e viene salvato dal suo defibrillatore impiantabile

Mario ha 70 anni e durante la notte non si accorge che il suo cuore sta subendo un infarto. Il defibrillatore elettronico che gli è stato impiantato tre mesi prima però registra tutto e invia un allarme ai cardiologi del Policlinico Gemelli di Roma che lo chiamano per una visita urgente e lo salvano.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Marzo 2024
* ultima modifica il 22/03/2024

Un defibrillatore salva una vita, e su questo non ci sono dubbi. Ti ricordi la storia di Alessandro e Marcello?

Nel caso di un dispositivo impiantabile, i medici possono seguire i pazienti da remoto, tenere sotto controllo il comportamento del loro cuore durante attività normali e intervenire quando dovessero sentirsi male.

Qualche volta però un defibrillatore elettronico impiantabile ha permesso, a distanza di chilometri, di salvare la vita di un uomo in preda a un infarto senza che questo si fosse accorto di nulla.

È la storia di Mario (nome di fantasia) che i cardiologi del Policlinico Gemelli di Roma hanno raccontato sul British Medical Journal Case Reports. Ma andiamo con ordine.

La storia di Mario

Mario ha circa 70 anni e soffre di una cardiopatia ischemica cronica, ovvero una costante riduzione del flusso di sangue nelle coronarie.

Da tre anni, gli è stato anche impiantato un defibrillatore bicamerale per cercare di tamponare uno scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione: una condizione che lo espone tutti i giorni al rischio di aritmie maligne, cioè a delle pericolose alterazioni del ritmo del cuore.

Qualche mese fa, durante una notte trascorsa apparentemente tranquilla, il defibrillatore di Mario si è attivato all’improvviso perché ha riconosciuto e bloccato diversi episodi di aritmia potenzialmente letali.

Di fatto, il defibrillatore ha salvato la vita di Mario che, tuttavia, non si è mai accorto di nulla. I suoi cardiologi però sì.

Allarmati dai vari segnali inviati dal dispositivo, i medici hanno subito contattato Mario per una visita urgente in pronto soccorso. L’uomo ha continuato a non accorgersi di nulla ma la diagnosi che gli hanno messo tra le mani non ha lasciato spazi a dubbi. Il defibrillatore lo aveva salvato da un infarto miocardico acuto in sede inferiore.

Portato in sala di emodinamica, è stato quindi sottoposto a una coronarografia d’urgenza che ha evidenziato un’occlusione acuta dell’arteria coronarica. Mario è stato così sottoposto a un’angioplastica percutanea che in poco tempo gli ha ripristinato il flusso di sangue attraverso il vaso occluso dall’infarto.

Come funziona il defibrillatore impiantabile

Il defibrillatore cardiaco è un dispositivo elettrico di pochi centimetri che viene impiantato sottopelle nei pazienti colpiti da malattie cardiache che li espongono al rischio di frequenze cardiache pericolose.

Viene inserito nella zona toracica sotto la clavicola con un intervento chirurgico eseguito in anestesia locale.

Il dispositivo è collegato a uno o due piccoli fili detti elettrocateteri che sono in comunicazione con il muscolo cardiaco e trasmettono informazioni dal defibrillatore al cuore.

Il suo scopo è quello di tenere costantemente monitorata l’attività cardiaca del cuore ed emettere una stimolazione o degli impulsi elettrici in caso di necessità per ripristinare la normale funzionalità cardiaca.

Nella maggior parte dei casi questi strumenti servono per seguire i pazienti a distanza e monitorare come si comporta il loro cuore.

Continuando a inviare segnali alla centrale di monitoraggio dell’ospedale, il dispositivo permette ai cardiologi di rilevare i problemi al cuore del paziente e di intervenire tempestivamente.

Sia quando chi lo indossa è colpito da sintomi effettivipalesi e dolorosi sia quando non si accorge davvero di nulla, come Mario.

Fonte | Policlinico Gemelli di Roma

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