La vitamina D può aiutare ad aumentare le probabilità di sopravvivenza in caso di cancro al seno. Attenzione, è importante sottolineare subito che non stiamo parlando di una cura, né di un fattore di prevenzione. Si tratta però di un supporto al tuo organismo mentre si ritrova a combattere contro un tumore. I risultati dello studio sono stati presentati durante il meeting annuale dell'American Society of Clinical Oncology.
I ricercatori hanno monitorato 4mila pazienti affetti da carcinoma mammario per 10 anni, valutando la loro sopravvivenza dopo la diagnosi e i trattamenti necessari. E dai risultati è emerso quanto sia importante che i malati oncologici cerchino di mantenere livelli di vitamina D elevati. Più nel dettaglio, si parla di avvicinarsi, o addirittura superare, una soglia compresa tra gli 0,3 e gli 0,5 milligrammi per millilitro di sangue. In generale, si parla di vitamina D bassa quando si scende sotto agli 0,2 milligrammi per millilitro di sangue.
In generale, ci sono alcune categorie che dovrebbero prestare maggiore attenzione alle carenze di questo nutriente: donne in gravidanza o in allattamento, donne in menopausa, anziani, persone con una malattia cronica ai reni, persone con problemi alla tiroide e affette da obesità. Non solo, ma anche chi ha la pelle scura tende a produrre meno vitamina D, perché l'elevata concentrazione di melanina limita il passaggio dei raggi del sole.
Il consiglio quindi è prendere il sole nelle ore meno pericolose, ovvero al mattino presto e alla sera dopo le 16, e poi mangiare quei pochi alimenti che contengono la vitamina, come olio di fegato di merluzzo, salmone e sgombro, uova. Da ultimo, esistono degli integratori che il tuo medico o il tuo farmacista potranno consigliarti. Di nuovo, non ti aiuterà a prevenire il tumore e nemmeno a curarlo, ma renderà il tuo organismo più pronto ad affrontare un'eventuale minaccia.
Fonte| "Clinically sufficient vitamin D levels at breast cancer diagnosis and survival outcomes in a prospective cohort of 3,995 patients after a median follow-up of 10 years." pubblicato dall'American Society of Clinical Oncology a giugno 2021