Lo svenimento: quando la perdita dei sensi deve preoccuparti e come intervenire

Il motivo della perdita improvvisa e temporanea dello stato di coscienza è sempre dovuto a un ridotto afflusso del sangue al cervello. Lo svenimento può avere origine da fattori diversi ma quello più diffuso (cioè il vasovagale) è scatenato da una forte emozione. Ben più seria è la situazione in cui il problema è a livello del cuore.
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Federico Turrisi 28 Luglio 2020
* ultima modifica il 17/09/2020

Perdere i sensi non è mai un'esperienza piacevole. Soprattutto ti fa prendere un grande spavento, questo è fuori dubbio. Se si tratta di un caso isolato non devi preoccuparti eccessivamente. Potresti avere subito uno shock (come una forte emozione), sei svenuto, ti sei ripreso e la situazione è tornata alla normalità. Il problema è stato passeggero e si può dire risolto.

Quando però lo svenimento si ripete, allora questo può essere il segnale di problemi ben più gravi. Non devi quindi mai sottovalutarlo, ma anzi devi rivolgerti a un medico e sottoporti a degli esami accurati.

Che cos'è lo svenimento?

Lo svenimento, o più correttamente la sincope, è la perdita di coscienza e del tono posturale (può quindi provocare la caduta a terra). Perdita improvvisa e temporanea: solitamente non dura più di 2-3 minuti. Questo è importante perché serve a distinguere la sincope dal coma.

Lo svenimento non va confusa con la lipotimia, che è un'improvvisa sensazione di debolezza, di mancamento, che però non è accompagnata dalla perdita dello stato di coscienza.

Le cause dello svenimento sono sempre dovute a una momentanea ipoperfusione cerebrale. In altre parole, a una riduzione dell'afflusso del sangue al cervello e quindi a un calo della pressione sanguigna.

Tipologie di svenimento

Ebbene sì, devi sapere che non tutti gli svenimenti sono uguali. Prima quindi di passare in rassegna le possibili cause che provocano la temporanea perdita dei sensi e i segni che di solito anticipano lo svenimento, è meglio avere bene chiara in testa una classificazione generale.

Ecco le diverse tipologie di svenimento:

  • Vasovagale (o neuromediata): è la più frequente nella popolazione ed è dovuta a un aumento del tono vagale che è a sua volta associato a una diminuzione del battito cardiaco. Il nervo vago è tra i più importanti del nostro sistema nervoso (oltre ad essere tra i più lunghi e ramificati) e svolge un ruolo fondamentale di controllo delle funzioni parasimpatiche (ossia le funzioni corporee involontarie) del cuore, del sistema respiratorio e di quello digerente. Il nervo vago sovrastimolato da fattori emozionali fa dilatare i vasi sanguigni, riducendo così il ritorno di sangue al cuore e rallentando la frequenza cardiaca
  • Cardiaca: la causa va ricercata a livello del cuore che batte in maniera irregolare (aritmia) più lentamente (bradicardia) o più velocemente (tachicardia)
  • Neurologica: è dovuta a problemi legati al sistema nervoso centrale, cioè al cervello. È il caso degli svenimenti che avvengono durante le crisi epilettiche o durante gli attacchi ischemici transitori
  • Da ipotensione ortostatica: colpisce soprattutto le persone più anziane. In sostanza lo svenimento è causato da un calo della pressione sanguigna quando passi da una posizione sdraiata o seduta a stare in piedi in maniera rapida. Questo accade perché quando sei in posizione eretta il cuore per pompare sangue al cervello deve "lottare" contro la gravità
  • Da sindrome del seno carotideo: anche in questo caso i più colpiti sono gli anziani e in particolare quelli che soffrono di aterosclerosi (formazione di placche sulle pareti delle arterie che si irrigidiscono). Come saprai, la carotide è l'arteria che passa dal collo portando il sangue alla testa. La carotide ha dei barocettori, ossia dei recettori sensoriali che tengono sotto controllo la pressione sanguigna. Il problema è che se la persona anziana è aterosclerotica, basta una minima pressione sulla carotide (per esempio radendosi la barba o addirittura il colletto della camicia) che il barocettore percepisce un aumento di pressione e fa quindi in modo di abbassare la pressione sanguigna. Il che può provocare la sincope

Le cause dello svenimento

Il calo della pressione sanguigna (e il conseguente svenimento) può essere provocato da vari fattori. Diciamo subito che se la causa è cardiaca, allora devi rivolgerti tempestivamente a uno specialista. Una sincope non va mai trascurata perché alla base ci può essere un’aritmia, sentinella di un problema più grave che può verificarsi in futuro, da una fibrillazione atriale fino all'arresto cardiaco.

Per quanto riguarda la sincope vasovagale la causa scatenante può essere, come ti ho anticipato, un evento dal forte impatto emotivo: il caso classico è la vista del sangue. Inoltre, eventuali alterazioni a livello ormonale nei primi tre mesi di gravidanza possono provocare svenimenti.

Ci sono poi altri fattori che possono predisporre alla sincope: tra questi ricordiamo l'assunzione di particolari farmaci (come gli antidepressivi, gli antipertensivi e i beta-bloccanti) e l'ipovolemia, ossia la riduzione del volume del sangue circolante nell'organismo dovuto alla perdita di fluidi corporei (per esempio a seguito di vomito e diarrea) o un'emorragia.

I sintomi dello svenimento

Solitamente (ma non sempre!) prima di svenire ci sono dei sintomi che ti avvertono dell'imminente sincope e che vengono detti "prodromi" o sintomi vagali. L'attività del nervo vago infatti, come abbiamo detto in precedenza, coinvolge vari organi tra cui il cuore e l'intestino. I principali prodromi sono:

  • Giramenti di testa e senso di vertigine
  • Pallore in volto
  • Sudorazione fredda e abbondante
  • Offuscamento della vista o visione a tunnel, che consiste nella perdita della visione periferica
  • Tachicardia: cominci a sentire il cuore che comincia ad accelerare il battito
  • Nausea e altri disturbi gastrointestinali
  • Astenia (senso generale di stanchezza di esaurimento delle energie)

Se cominci a percepire questi segnali ti conviene sederti/sdraiarti o comunque metterti in una posizione di riposo – se stai guidando, accosta la macchina! – . In questo modo potrai evitare cadute o incidenti che possono provocarti traumi anche gravi.

Cosa fare in caso di svenimento

Se mai dovesse capitarti di assistere a uno svenimento, la prima cosa da fare è verificare se la persona svenuta stia respirando. Se non respira, devi chiamare immediatamente l'ambulanza e procedere con la manovra di rianimazione cardiopolmonare (Rcp).

Se invece respira, ti conviene mantenere la persona colpita da sincope distesa a pancia in su e con le gambe sollevate di 45 gradi in modo da agevolare l'arrivo del sangue al cervello. Ovviamente, bisogna evitare ogni passaggio brusco alla posizione eretta. Nei casi di svenimento provocato da un’alterazione del ritmo cardiaco, potrebbe essere necessario l'uso di un defibrillatore.

Esami da fare dopo uno svenimento

La prima cosa che farà il medico per effettuare una diagnosi sarà cercare di ripercorrere insieme al paziente e magari ai testimoni dello svenimento quello che è successo poco prima della sincope. Per esempio, se si trovava in piedi oppure no, se si trovava in una situazione di potenziale impatto emotivo, se si ricorda che si sono manifestati dei prodromi e via dicendo. Uno svenimento improvviso, non associato a segnali d’allarme o a una causa scatenante può essere indicativo di qualche cardiopatia. Se invece è preceduto dai sintomi vagali e avviene in una condizione di turbamento emotivo, si tratta probabilmente di una sincope vasovagale, che non ha conseguenze serie.

Generalmente si eseguono comunque degli accertamenti, soprattutto per controllare che non ci siano complicazioni a livello cardiaco: quindi si procede con un Ecg (elettrocardiogramma) e talvolta con un ecocardiogramma. Molto spesso, se finisci in pronto soccorso, si fa anche un prelievo del sangue. In particolare, per la valutazione delle sincopi da ipotensione ortostatica si effettua un esame diagnostico detto Tilt Test che permette di monitorare la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e altri parametri vitali del paziente durante il passaggio dalla posizione orizzontale a quella eretta.

Fonti | Humanitas

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