Ma voi cosa fareste, se il vostro futuro non fosse garantito?

Di fronte agli attivisti di Ultima Generazione che imbrattano il Senato non sappiamo fare altro che ricordargli le buone maniere e il modo giusto di protestare. Risposte che sanno di vecchio e che sono totalmente inefficaci, quando non ridicole, di fronte alla più grande sfida che la specie umana abbia mai affrontato: la crisi climatica.
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Giulia Dallagiovanna 2 Gennaio 2023

Hanno protestato contro i finanziamenti del governo italiano ai combustibili fossili, i principali responsabili del riscaldamento globale e della crisi climatica. Solo nel 2022, i disastri provocati da un clima non più stabile sono stati il 55% in più rispetto all'anno scorso. Fiumi e laghi a secco, ghiacciai che si staccano, inondazioni e trombe d'aria. La prospettiva è che il 2023 possa rivelarsi anche peggiore. Ma l'indignazione del mondo politico, oggi, è tutta per la facciata di un palazzo imbrattata di vernice. Palazzo Madama, per la precisione, la sede del Senato.

C'è chi, come Matteo Salvini, ha definito "vandali" i 5 attivisti di Ultima Generazione e chi, come i Radicali Italiani, ha rispolverato il più classico dei ritornelli: formulate proposte e non limitatevi alle critiche ("no alle proteste, sì alle proposte"). Sono risposte vecchie, di una politica vecchia e che, francamente, ha stancato.

Quell'atteggiamento parternalistico di adulti che vedono sfuggire la situazione al proprio controllo e provano allora a riportarla nei ranghi con la "punizione esemplare" invocata dal ministro Salvini. Una punizione esemplare perché "chi imbratta e danneggia opere d’arte, quadri, musei e monumenti storici" deve pagare per i danni fatti. Peccato che di danni, invece, non ce ne siano stati. La crisi climatica, quella sì, ne ha provocati. La siccità della scorsa estate ci è costata 6 miliardi di euro e un calo del 30% della produzione di frumento duro, quello che si usa per la pasta, e del 30% di riso. L'International Council of Museums, invece, si è detto preoccupato per "la minaccia crescente" che il clima alterato rappresenta per i musei e le loro collezioni d'arte. Tanto per fare degli esempi.

Ma c'è chi si è spinto oltre, come il presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Un atto che offende tutte le istituzioni e che solo grazie al sangue freddo dei carabinieri non è trasceso in violenza", ha dichiarato. Ricordiamo che le azioni di disobbedienza civile di Ultima Generazione, dalla zuppa contro i quadri ai blocchi del traffico, sono non violente per scelta stessa degli autori. E se il presidente del Senato avesse seguito meglio le notizie sui precedenti atti dimostrativi, lo avrebbe saputo. Le forze dell'ordine, inoltre, sono intervenute contro cinque ragazzi armati solo di spray, che, in risposta, si sono seduti a terra. L'intera scena, come mostrano i video, si è svolta lungo un marciapiede vuoto. Di preciso, come avrebbe dovuto scatenarsi la violenza?

Le proteste di ultima generazione sono non violente per scelta degli autori

Non nascondiamocelo: indignarsi è comodo. E utile. Abbandonare presto i combustibili fossili è velleitario, aveva dichiarato Giorgia Meloni durante la campagna elettorale. Sospiro di sollievo in sala. "It's not time to make a change. Just relax, take it easy", come cantava Cat Stevens in Father and Son.

Sì, perché abbandonare i combustibili fossili significa rivedere il nostro modo di vivere. Quel sistema di produzione e consumo che ci ha attratti e viziati e che oggi, certo, non vogliamo cambiare. Siamo persone per bene noi, non lanciamo la zuppa di pomodoro contro i quadri. E poco importa se persino i musei hanno preso le difese degli ambientalisti, perché la nostra tranquillità è stata disturbata. Perché siamo costretti a vedere, in quel secondo prima di alzare gli occhi al cielo per la maleducazione di questi giovani di oggi, che la crisi climatica è qui e ora. Non domani. Che è urgente, come fermare qualcuno che sta lanciando della vernice contro un palazzo. Che è dirompente, come una protesta.

La crisi climatica ha provocato danni per miliardi di euro e 29 morti solo nel 2022 in Italia

È umano voler accantonare questo pensiero disturbante, e spaventoso, e voler proseguire con le nostre vite. È umano limitarsi a relegare queste azioni ad atti di vandalismo. Ma la crisi climatica c'è anche quando proviamo a ignorarla. Lo sanno bene gli abitanti delle Marche che a settembre sono stati colpiti dal più violento nubifragio degli ultimi 10 anni. E lo sanno bene le famiglie delle vittime della tragedia della Marmolada.

E se, come è sempre più probabile, non riusciremo a mantenere l'aumento della temperatura globale entro gli 1,5 gradi, dovremo abituarci a un ulteriore aumento degli eventi estremi, a maggiori difficoltà nella produzione alimentare, a un incremento di morti anche a causa delle ondate di calore. Si chiamano Ultima generazione perché il rischio è che siano gli ultimi a poter abitare questa Terra come hanno fatto i loro genitori e i loro nonni. Le generazioni successive potrebbero dover lottare per qualcosa di più impellente della facciata di un palazzo: la loro sopravvivenza.

Stiamo negando un futuro sicuro a questi ragazzi e gli stiamo chiedendo di accettarlo in silenzio e con educazione. Perché altrimenti ci disturbano. E se invece provassimo ad abbandonare questo atteggiamento antiquato, oltre che inefficace, e ad affacciarci alla sfida più grande mai affrontata dal genere umano con strategie e risposte nuove? Magari potremmo addirittura rischiare di vincerla.

Credits photos: Ufficio stampa Ultima Generazione

Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…