Museoterapia: una visita al museo per stare meglio. Così l’arte diventa una cura prescritta dal medico

A Montreal, in Canada, se stai male il tuo medico potrebbe prescriverti, invece del solito farmaco, una visita gratuita al Museo delle Belle Arti. No, non è uno scherzo. Si tratta di una vera e propria terapia di accompagnamento, che ti aiuta a liberarti dello stress e a intensificare la tua sensibilità. Perché, se vuoi, puoi trovare il bene in ogni cosa. Anche tra i corridoi di una mostra.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Sara Del Dot
26 Febbraio 2019

Vedere cose belle fa bene. Alla tua testa, al tuo cuore e anche al tuo fisico. C’è un motivo per cui ti piace appendere quadri e fotografie nelle stanze di casa nostra, per cui sui muri delle strade alcuni artisti realizzano enormi disegni colorati e in tutti gli uffici, i negozi e anche le stanze di ospedale è difficile trovare pareti completamente spoglie. Il motivo è che le immagini hanno un ruolo nella nostra vita. Un ruolo importante, che ha a che fare con il nostro benessere.

Non è sicuramente la prima volta che senti parlare di quanto l’arte possa essere d’aiuto nella cura e nel recupero di persone affette da alcune patologie. Dell’arteterapia, infatti, abbiamo già parlato. Creare dipinti, esprimersi attraverso la produzione di un manufatto, realizzare sculture in vari materiali esercita degli effetti riabilitativi ben riconosciuti, e può accompagnare una persona lungo l’intero suo percorso di guarigione o di ritrovamento del proprio equilibrio e della propria serenità. Oggi, nella rubrica Il bene in ogni cosa ti parlerò di una declinazione un po’ diversa dell’arteterapia. Si tratta di una cura che non prevedere il “fare arte”, bensì il trascorrervi una giornata o anche soltanto un pomeriggio. Sto parlando della museoterapia. “D’accordo”, dirai, “che andare per musei mi faccia bene posso anche immaginarlo. Ma sarà una terapia riconosciuta o è solo una filosofia lanciata da qualche strampalato amante dell’arte?”

Forse ti stupirà, ma il punto è proprio questo: dal 1 novembre 2018, in Canada la museoterapia è riconosciuta ufficialmente. E i medici di Montreal possono prescriverla proprio come un farmaco. Ovviamente, senza effetti collaterali. È la prima volta nella storia che andare per musei, un’attività da molti considerata esclusivamente a livello ricreativo, viene trattata come un medicinale. E forse, questo modo di vederla dovrebbe essere esportato al più presto in tanti altri luoghi del mondo. Ma come funziona esattamente questa nuova cura canadese?

Innanzitutto è bene sottolineare che questa pratica è resa possibile da un accordo siglato tra il Museo delle Belle Arti di Montreal e un’associazione dei Medici Francofoni Canadesi. Questo accordo prevede che a ogni medico sia data la possibilità di prescrivere l’ingresso gratuito per un numero limitato di pazienti ogni anno, che possono essere accompagnati dai loro familiari o amici.

La museoterapia è una prescrizione adatta a chiunque con qualunque tipo di disturbo. Si tratta di una terapia di accompagnamento, che aiuta nel percorso di rilassamento e di recupero. Ma come? Quali sono i suoi benefici? Sicuramente, al primo posto c’è l’azione rilassante che trovarsi in un luogo espositivo esercita su chiunque vi si trovi. Il museo, infatti, è un ambiente silenzioso, rassicurante e stimolante in cui pazienti che soffrono di stress e disturbi mentali, ma anche fisici, possono migliorare il proprio benessere sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto guardare opere d’arte, o comunque esservi immerso, migliora la sensibilità intellettiva ed emotiva. In più, fa bene alla salute fisica, dal momento che abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e alza quelli di serotonina, l’ormone del buonumore. Poi, favorisce il rallentamento del declino cognitivo e ha un’azione calmante su tutto il corpo.

Come tutte le terapie di accompagnamento, naturalmente una visita al museo non è sufficiente per risolvere i propri problemi. Eppure, sebbene il Canada sia l’unico luogo in cui attualmente è trattata alla stregua di un farmaco, anche in Italia sono reperibili diversi esempi di museoterapia, in particolare come branca dell’arteterapia. Accade quindi che le visite nei musei vengano inserite nei programmi delle associazioni per l’Alzheimer, nelle case di riposo, o nei centri per disabili. Perché l’arte fa bene, sia che tu la realizzi sia che, semplicemente, ti limiti a osservarla. Perché il mondo è pieno di cose belle che vale la pena di vedere, e il bene che porta nella tua vita non è quantificabile. Anche se, sulla tua salute, è ben visibile.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…