
Adori l’atmosfera di Natale. Gli addobbi e le luci per le strade della città. La lista dei regali da fare. Le cene aziendali e gli aperitivi per farsi gli auguri tra un bicchiere di spumante e una fetta di pandoro. Ma poi c’è il Natale con i parenti. A quello non si sfugge. E se anche hai i migliori propositi per un Natale felice e sereno, man mano che i giorni passano e l’incontro con i parenti si avvicina, l’ansia aumenta.
Consolati. Nella tua situazione si ritrovano moltissime persone perché all’interno di ogni famiglia c’è sempre un personaggio “ingombrante”. Chiamiamolo così. La cognata che non puoi vedere. La suocera che sentenzia sul metodo educativo impartito ai nipoti. Tua madre che ha da ridire su come ti vesti o su quanto normalmente ti fai vedere poco. Ma è la legge del Natale (con i tuoi). Per rispetto delle tradizioni bisogna necessariamente condividere questo momento con la famiglia, la propria e molto spesso quella "acquisita”.
Devo rifarmi a una citazione di Obi Wan Kenobi nel quarto episodio di Star Wars. Ti dice qualcosa “Usa la forza”? Che non significa malmenare i parenti appena li incontri, ma vuole suggerirti di caricarti di pensieri (e atteggiamento) positivi. Usa la forza (di volontà). Se affronti questo appuntamento con una buona disposizione di animo, probabilmente filerà tutto liscio. Innanzitutto si tratta solo di un pranzo (per quanto più lungo del solito); nel peggiore dei casi di un’intera giornata, ma cosa sono alcune ore in confronto al tempo che puoi trascorrere con chi vuoi tu. Per caricarti di positività, prima dell’incontro con i parenti dedica del tempo a te stesso: un’oretta in palestra, una passeggiata con il cane, una corsetta all’aria aperta, un po’ di meditazione. Ti siederai al banchetto di Natale più disteso che mai, avendo già dedicato del tempo a te stesso, al tuo benessere, e non ti costerà troppo dedicare del tempo anche agli altri.
C'è poi la possibilità di tenerti a debita distanza da chi proprio non sopporti. Una rapida sbirciatina ai segnaposto sulla tavola, uno scambio furtivo, e potrai sederti al lato opposto del famigliare che non puoi vedere (e neppure sentire). Trova un altro commensale con cui chiacchierare e intrattenerti e la tua digestione non sarà a rischio.
Nel peggiore dei casi prova l'isolamento acustico. Ignorare, fare finta di nulla, pensare ad altro. Se proprio la conversazione al tavolo coinvolge tutti, anche chi non sopporti, nessuno ti obbliga a partecipare attivamente. Prova a estraniarti. Pensa a cosa hai fatto prima del pranzo, pensa a cosa farai dopo. Pensa a qualcosa di positivo. Ancora una volta: usa la forza. Inutile farsi prendere da una conversazione che potrebbe trasformarsi in brevissimo tempo in una polemica. Infruttuoso rispondere alle provocazioni, ai commenti inutili e alle istigazioni.
Un altro modo per mantenersi a debita distanza è fingersi malaticci: un forte raffreddore, una tosse insistente, un principio di influenza. Se poi volete proprio isolarvi nominate un "virus gastrointestinale" e forse finirete per passare il Natale davvero da soli. In ogni caso fingersi malati è un'ottima strategia per trascorrere un Natale un po' più in solitaria. Un'indisposizione è anche una buona scusa per levare le tende prima del dovuto, vale a dire per salutare tutti quanti quando il pranzo è andato troppo per le lunghe, quando i regali sono stati scambiati e soprattutto quando qualche parente ha iniziato a farneticare senza senso. Ma per la vera "via di fuga", leggi il prossimo punto.
Un’ancora di salvezza. "Ho lasciato il cane da solo a casa”, "Devo passare da un amico a portare ancora un regalo", "Devo preparare la valigia perché domani parto". La via di fuga può essere improvvisata, ma anche concordata con un complice che potrebbe telefonarvi al momento più opportuno. In questi casi si parla di "self-care": nessuno ti può costringere a sopportare troppo. E lo dico per il tuo benessere.