Ossicodone: quali sono gli effetti e come si sviluppa la dipendenza dall’oppioide al centro di una serie tv

L’ossicodone è uno degli antidolorifici oppioidi più diffusi al mondo e viene utilizzato per il trattamento del dolore moderato o intenso di pazienti con patologie croniche, degenerative e oncologiche. Si ricava dalla tebaina, uno dei diversi alcaloidi dell’oppio, e agisce sulla trasmissione degli stimoli dolorosi da parte del cervello. Può fare effetto anche in soli 15 minuti, ma deve essere assunto sempre rispettando le indicazioni del medico: esiste infatti il rischio di sviluppare una tolleranza e poi una dipendenza.
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Giulia Dallagiovanna 24 Agosto 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

L'ossicodone è un principio attivo che appartiene alla classe degli oppioidi di cui fanno parte anche morfina e codeina. È un composto semi-sintetico derivato dalla tebaina, uno dei numerosi alcaloidi dell'oppio. Viene assunto di norma in funzione antidolorifica e prescritto a quei pazienti che lamentano un dolore da moderato a grave, soprattutto se causato da una patologia cronica, degenerativa o oncologica. Può agire a rilascio rapido, con un effetto che dura tra le 3 e le 4 ore, oppure lento e prolungato, arrivando a durare fino a 12 ore. In commercio vi sono diversi farmaci che utilizzano unicamente l'ossicodone, oppure una combinazione di questo con altri principi attivi, come il naloxone e il paracetamolo.

In questo periodo se ne parla soprattutto per la serie tv Painkiller che racconta la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, un'emergenza sanitaria pubblica che ha provocato la morte per overdose di circa mezzo milione di persone tra il 1998 e il 2022. Uno dei principali indiziati in questa epidemia è proprio l'ossicodone, utilizzato in modo improprio quando non in forma di abuso. In alcuni casi, gli antidolorifici oppioidi sono diventati la porta d'ingresso per l'uso di sostanze illegali come l'eroina, anch'essa ricavata dall'oppio. Come potrai immaginare, si è trattato di una vicenda sanitaria e giudiziaria molto grave, che ha portato alla chiusura di un'azienda farmaceutica e a diverse condanne ad alcune tra le più famose catene di farmacie americane e multinazionali del farmaco. L'epidemia degli oppioidi, tra l'altro, era già stata trattata in film del 2021, Dopesick – Dichiarazione di dipendenza.

Quindi l'ossicodone è pericoloso? L'ossicodone è un farmaco che deve essere assunto solo quando è necessario, e nelle dosi prescritte dal medico. È disponibile anche in Italia, unicamente con ricetta medica non ripetibile e che ha dimostrato un effetto di circa 1,5 volte più potente della morfina. Alcuni dei medicinali contenenti principi attivi oppioidi rientrano nella classe A, che comprende tutti quelli considerati essenziali per trattare i sintomi di specifiche malattie croniche. Dunque l'ossicodone non è pericoloso di per sè, diventa problematico quando viene utilizzato in modo improprio come è appunto accaduto a partire dalla fine degli anni Novanta. Nel tempo infatti c'è il rischio di sviluppare una tolleranza, che porta ad aumentare sempre di più la dose assunta, fino a sfociare in una vera e propria dipendenza.

A cosa serve

L'ossicodone ha una funzione analgesica e viene usato per trattare il dolore, quando ha un'intensità che va da moderata a grave. Di norma è prescritto a pazienti con una malattia cronica i cui sintomi sono invalidanti, ad esempio un'osteoartrosi molto seria, e che magari non rispondono ad altri trattamenti come i FANS o il paracetamolo. In genere si tratta di patologie degenerative oppure osteoarticolari croniche.

L'ossicodone viene inoltre somministrato ai pazienti oncologici, in special modo quelli che non rispondono o sono intolleranti alla morfina. Infine è un farmaco impiegato per la gestione del dolore post-operatorio.

Come agisce

L'ossicodone agisce sui recettori oppioidi mu, kappa e delta del cervello in modo simile a quanto fa la morfina. Questi recettori hanno il compito di modulare la trasmissione degli stimoli dolorosi: attivandoli, si innesca una risposta analgesica. Ma non solo. L'ossicodone attiva l'area del piacere, infondendo una sensazione di rilassamento e benessere.

Quanto impiega a fare effetto?

L'effetto analgesico si può manifestare più o meno in 15 minuti e raggiunge un picco in circa una o due ore, quando il farmaco è a rilascio immediato. Per le formulazioni a rilascio prolungato, invece, il livello massimo di effetto antidolorifico viene raggiunto nell'arco di tre ore e prosegue fino a una durata completa di circa 12 ore.

Quanto è forte l'ossicodone?

L'ossicodone è uno degli antidolorifici oppioidi più diffusi al mondo e il più utilizzato all'interno delle cure palliative per trattare un dolore cronico o un dolore episodico di intensità moderata o grave. È circa 1,5 volte più potente rispetto alla morfina e per questo motivo è necessario calibrare la dose sulla sua efficacia. Bisogna aggiungere però che, proprio con un dosaggio equivalente, non sono stati dimostrati vantaggi in termini di efficacia e tollerabilità.

Esiste, ad esempio, una percentuale compresa tra il 10% e il 30% di pazienti oncologici che non tollera o non risponde alla morfina in modo soddisfacente, per quanto riguarda il trattamento del dolore. Di norma, la morfina viene sostituita con un altro oppioide, come appunto l'ossicodone, ma non è detto che questo passaggio mostri dei risultati significativi.

Gli effetti collaterali

Come tutti i farmaci, anche quelli contenenti ossicodone presentano degli effetti collaterali che variano, per tipologia e intensità, proprio in base alla formulazione specifica e al paziente. I principali effetti avversi sono:

  • reazioni allergiche
  • vomito
  • diarrea
  • dolore addominale
  • mal di testa
  • capogiri
  • convulsioni
  • sonnolenza
  • alterazioni dello stato di coscienza
  • allucinazioni
  • agitazione
  • insonnia
  • alterazioni del tono dell'umore
  • orticaria

Vi sono poi altri effetti collaterali che possono manifestarsi a causa di un trattamento troppo prolungato con l'ossicodone, un sovradosaggio, un'assunzione scorretta o un abuso. Si parla, ad esempio, di difficoltà di minzione, di disidratazione, di difficoltà respiratoria, ma anche dello sviluppo di una tolleranza e di una dipendenza.

Le controindicazioni

Esistono controindicazioni all'assunzione di ossicodone alle quali è necessario prestare attenzione. Non ne possono fare uso, ad esempio, i pazienti che hanno già mostrato una reazione allergica o un'ipersensibilità agli oppioidi. Anche chi ha subito un trauma cranico o è affetto da una grave patologia al fegato o ai reni dovrebbe evitarli. Infine, sono controindicati per ha ricevuto una diagnosi di asma, BPCO o cuore polmonare.

In gravidanza e allattamento

L'ossicodone non può essere assunto da donne in gravidanza o durante l'allattamento, perché può causare difficoltà respiratorie alla madre e problemi di salute gravi nel feto o nel neonato. Il farmaco infatti può essere escreto nel latte materno e quindi ingerito dal bambino.

Le interazioni

Prima di assumere un nuovo farmaco, dovresti sempre segnalare al tuo medico quali medicinali e integratori stai prendendo in quel periodo. Questa accortezza è ancora più importante nel caso dell'ossicodone che presenta diverse interazioni. Si verificano ad esempio in concomitanza con antidepressivi, ansiolitici, farmaci per l'asma, antistaminici.

L'ossicodone può interagire con benzodiazepine, bevande alcoliche e succo di pompelmo

Particolare attenzione deve essere prestata all'interazione tra l'ossicodone e altri oppioidi, con i quali non deve mai essere mescolato, così come con benzodiazepine o bevande alcoliche. Oltre ai farmaci, bisogna evitare anche di ingerire succo di pompelmo che, al pari dell'alcol, può alterare gli effetti dell'ossicodone o favorire le reazioni avverse.

L'ossicodone in Italia

L'ossicodone in Italia viene prescritto per le ragioni di cui ti abbiamo parlato finora, ovvero il trattamento del dolore da moderato a grave. Può essere acquistato solo dietro ricetta medica non ripetibile e in alcuni casi è rimborsato dal sistema sanitario nazionale in quanto considerato farmaco essenziale per il trattamento di pazienti cronici o oncologici, in un contesto di cure palliative e terapia del dolore.

L'uso più massiccio avviene però negli Stati Uniti dove si concentrerebbe quasi l'80% di tutte le prescrizioni di farmaci oppioidi a livello globale. Va detto però che, a partire dal 2009, il tasso di prescrizione di oppioidi è diminuito anche per far fronte alla grave epidemia che nel frattempo si stava manifestando.

La dipendenza da ossicodone

Come tutti gli oppioidi, anche l'ossicodone può dare dipendenza. Con il tempo infatti il paziente sviluppa una tolleranza agli effetti analgesici del farmaco e ha bisogno di dosi sempre maggiori. Ancor più rilevante è il fatto che, oltre ai recettori del dolore, questa molecola stimoli l'area del piacere, infondendo una sensazione di rilassatezza, diminuzione dell'ansia e, a volte, di leggera euforia. Una breve fuga dalla realtà che diventa particolarmente appetibile per pazienti con problemi economici o personali.

È questa la ragione principale per cui l'uso dell'ossicodone si è diffuso sempre di più, fino a oltrepassare il confine del commercio legale e diventare materiale di spaccio. Nel tempo è stato poi seguito da altri oppioidi, come idromorfone e codeina, ma soprattutto ha rappresentato una porta d'ingresso per l'uso dell'eroina, una sostanza stupefacente ricavata proprio dall'oppio, più economica e più facilmente reperibile dei farmaci.

L'epidemia degli oppioidi

Negli Stati Uniti, il meccanismo di cui ti abbiamo appena parlato è alla base dell'esplosione della cosiddetta "epidemia degli oppioidi" o "crisi degli oppioidi", il più grave caso di epidemia di droga della storia americana. Si stima che tra il 1998 e il 2019 siano morte circa 500mila persone per ragioni legate direttamente o indirettamente all'abuso di oppioidi, come overdose o incidenti provocati da uno stato di coscienza alterato.

La miccia viene innescata alla fine degli anni Novanta con un farmaco, l'OxyContin, prodotto dall'azienda farmaceutica Purdue. Le pillole sono, appunto, a base di ossicodone a lento rilascio e dovrebbero essere destinate al trattamento di un dolore molto intenso, come quello avvertito dai pazienti oncologici. In alcune cittadine del West Virginia, però, i medici iniziano a prescriverle anche per la gestione di problematiche più banali, dal mal di schiena alla rottura del legamento crociato, aumentando così il numero di pazienti che ne fa uso.

In quel periodo il West Virginia sta affrontando un grave problema di disoccupazione e molte persone sono costrette a svolgere lavori fisicamente usuranti per portare a casa uno stipendio. L'ossicodone sembra la risposta perfetta non solo al dolore fisico e agli infortuni che queste professioni provocano, ma anche allo stress e all'ansia derivanti dalla situazione economica e sociale.

A causa dell'epidemia di oppioidi, tra il 1998 e il 2022 negli Stati Uniti sono morte quasi 500mila persone

Dall'uso, si passa in breve all'abuso. E anche le multinazionali farmaceutiche e le grandi catene di farmacie fiutano l'affare. Le storie di tantissimi ragazzi diventati dipendenti da eroina iniziano con un antidolorifico prescritto dopo la rimozione dei denti del giudizio o per un braccio rotto. La crisi si allarga, copre un territorio sempre più vasto, raggiunge sempre più persone e diventa, appunto, un'epidemia. Si calcola che gli oppiodi, tra legali e illegali, arrivassero a provocare la morte di un numero compreso tra le 40mila e le 50mila persone all'anno. L'epicentro è Huntington, un piccola cittadina del West Virginia con un tasso di assunzione di oppioidi spaventoso: qui, il 22 agosto 2016, in sole 4 ore si verificano 26 casi di overdose.

Nel 2017, l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto la crisi come un problema di rilevanza nazionale, ma l'epidemia è ancora in corso e dalla pandemia in poi il nemico numero uno è fenatyl. Nel 2021 ci sono state 107.622 morti da overdose negli USA: 70mila di queste dovute all'abuso dell'oppioide sintetico, che dovrebbe essere usato solo come farmaco analgesico. Tra le sostanze stupefacenti, la più diffusa resta l'eroina.

E in Italia? Nel nostro Paese non si è mai verificata una vera e propria epidemia di oppioidi, probabilmente anche grazie alla presenza di un sistema sanitario pubblico. Attorno al 2014, l'ossicodone è esploso invece come materiale di spaccio e negli anni sono stati scoperti diversi traffici illegali. Diffuso è poi il "purple drank", un cockail stupefacente a base di codeina e bibite zuccherate.

Quali sono i sintomi della dipendenza da ossicodone?

I sintomi dell'abuso da ossicodone comprendono stitichezza, perdita di appetito, nausea e vomito, frequenti mal di testa, sudorazione, stato confusionale, agitazione e ansia, stati depressivi, allucinazioni. La dipendenza si riconosce da segnali fisici, psicologici e comportamentali come un desiderio intenso e difficile da controllare, chiamato in gergo craving, di assunzione della sostanza e da una progressiva acquisizione di tolleranza. Esistono infine le crisi di astinenza da ossicodone che si manifestano con respiro accelerato, tachicardia, agitazione e ansia, stati confusionali, pupille dilatate e crampi allo stomaco.

Fonti| MSD Manuals; Aifa; Università di Padova

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