Parkour, lo sport estremo che riporta alle origini dei movimenti naturali dell’uomo

Lo scopo è la velocità, l’efficienza e la sicurezza. Il parkour è uno sport estremo che permette di spostarsi agilmente lungo un percorso, superando ostacoli di varia difficoltà. Non si tratta tuttavia solo di correre sui muri e saltare scale e ringhiere, ma anche di un approccio alla vita più libero, superando simbolicamente gli ostacoli imposti dalla società.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
14 Ottobre 2020

Molto più di un semplice sport, il parkour si può considerare una vera e propria arte. Verrebbe da dire, l’arte di chi è in fuga da qualcuno o qualcosa, perché mettersi a saltare dalle rampe di scale, ad aggrapparsi a ringhiere e a rischiare di rompersi l’osso del collo posso immaginare solo un ladro in azione. E invece no, il parkour è uno sport estremo, nato in Francia agli inizi degli anni Novanta.

Inizialmente veniva definito come “arte dello spostamento" (art du  duplacement), perché a spostarsi in questa maniera non ci arrivano sicuramente tutti. Nel parkour, infatti, lo scopo è portare a termine un percorso che presenta particolari ostacoli; occorre però farlo con la maggior velocità ed efficienza possibili.

Il termine parkour è stato coniato da David Belle e deriva dalle parole parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell'addestramento militare proposto da Georges Hébert, ufficiale della marina francese. Secondo Hébert, il miglior modo per allenare un uomo era quello di farlo esercitare con movimenti naturali in situazioni naturali. Il suo metodo di allenamento si basa sulle cinque attività primarie che l’essere umano deve svolgere per sopravvivere in natura: corsa, arrampicata, salto, nuoto e lotta. David Belle, da parte sua, conosceva bene questo metodo di addestramento essendo il figlio di un vigile del fuoco addestrato proprio in questo modo.

Presto, dal termine parcours la lettera "c" viene sostituita dalla "k" per suggerire un’idea di aggressività e la "s" sparisce. Es ecco il parkour.

Una filosofia di vita

E se il parkour fosse anche una filosofia di vita? Inizialmente questo sport estremo era conosciuto anche come freerunning (termine coniato da Sébastian Foucan, il suo fondatore: il parkour, infatti, era considerato un modo per approcciarsi agli ostacoli, alla città e al mondo contemporaneo. Quando dietro le regole e le strutture imposte dalla società (fisiche e non), si fa strada l'attitudine di voler scoprire quello che c'è dietro le apparenze, di svelare le verità nascoste e di trovare nuovi percorsi da compiere, ecco che il parkour prende sempre più le sembianze di un movimento, a dir poco filosofico.

C'è nel parkour anche un ritorno alle origini, un allontanamento dalla contemporaneità, che vede negli stessi movimenti del traceur (tracciatore) un modo non convenzionale per vivere, o sopravvivere, nella società odierna. È da questa ricerca delle capacità perdute dell’uomo che il traceur sviluppa modi diversi per spostarsi da un punto all'altro, superando ostacoli come muretti (vault), muovendosi in quadrupedia, correndo sui muri (wallrun) e facendo salti di precisione (precision).

I principali movimenti del parkour

Non esiste una lista vera e propria di movimenti nel parkour, ma ci sono dei movimenti base riconosciuti da tutti i suoi praticanti. C'è per esempio il Cat leap, per cui compiendo un salto, si arriva ad aggrapparsi alla cima di un muro con entrambe le mani e almeno con uno dei piedi sulla sua superficie. Oppure il Dyno, un movimento che si trova anche nell'arrampicata, per cui partendo da una posizione di Cat leap, si proiettano entrambe le mani verso l'alto, per afferrare un appiglio e (provare a) salire.

Tra i volteggi (vault), ossia i movimenti il cui scopo è quello di superare un ostacolo c'è invece il lazy vault, che in pratica descrive la famosa prova alla staccionata dell'olio Cuore e il kong vault, che ricorda un po' il salto della cavallina imposto durante la lezione di educazione fisica alla scuola elementare.

Il parkour in Italia

Il parkour è approdato in Italia una quindicina di anni fa e la sua notorietà  è soprattutto cresciuta grazie alla diffusione di alcuni video in Rete. oggi sappiamo che il CONI ha riconosciuto il parkour come disciplina sportiva ufficiale e che sono sempre di più le palestre che propongono corsi indoor di parkour, per giovani e giovanissimi.

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Con il segno zodiacale dei Gemelli, non potevo avere come unica passione quella della scrittura. Al piacere di spingere freneticamente tasti altro…