Perché ad ogni tempesta cadono gli alberi in città?

Gli alberi caduti in mezzo alla strada durante i giorni di maltempo sono diventati un argomento di cronaca ricorrente. Davvero è tutta colpa delle bufere e non possiamo fare nulla per evitarlo? Siamo andati in giro per Milano per mostrarti qual è lo stato di salute delle aree verdi in città.
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Rubrica a cura di Gabriele Martinucci
11 Luglio 2024

Gli alberi hanno un ruolo fondamentale nell’ecosistema di una città. Ma sai qual è il problema? Che li trattiamo molto male. Per mostrarti bene cosa vogliamo dire, siamo andati in giro per una grande città come Milano, alla ricerca di indizi sullo stato di salute degli alberi.

Rami caduti davanti al Castello Sforzesco di Milano

La capitozzatura

La potatura che vedi nell'immagine è chiamata capitozzatura e consiste nel togliere la totalità (o quasi) delle foglie e dei rami presenti in una chioma.

Intervento di capitozzatura

Oggi in teoria sarebbe vietata, ma è fin troppo facile imbattersi ancora in alberi capitozzati in città. Ma perché si utilizza questa pratica? Principalmente per paura degli alberi: si ha paura che i rami possano cadere o che possano intralciare qualche filo elettrico. Così si finisce per reprimere la natura stessa dell’albero, rendendolo sempre più debole fino alla morte prematura.

È ormai cronaca di tutti i giorni l’albero che cade in mezzo alla strada dopo una tempesta. Purtroppo questi crolli possono essere davvero pericolosi e, nei casi più drammatici, circa una decina all’anno secondo alcune stime, si possono trasformare in episodi fatali. Un ruolo determinante lo gioca sicuramente la velocità del vento, che in caso di forti burrasche può superare i 120 km orari, ma un albero sano ha maggiori capacità di resistere alla forza del vento, grazie all’attrito tra radici e terreno o alla resistenza delle fibre del busto, che manca a un albero indebolito dalla mancanza di cure appropriate.

Ma qual è il legame tra salute dell’albero e taglio della chioma? Partiamo dalla premessa che quando togliamo tutte le foglie a un albero questo si sentirà in pericolo. Se ci pensi, senza il fogliame non può più fare la fotosintesi e non può più produrre gli zuccheri per nutrirsi. Di conseguenza andrà in uno stato di stress e per rifare nuove foglie il più velocemente possibile, azione che necessita energia, andrà a svuotare il serbatoio d’amido di emergenza stipato nelle radici, che normalmente servirebbe per affrontare l’inverno e i periodi di crisi. Immagina poi che questo accada anno dopo anno: queste riserve di zucchero si esauriranno, danneggiando irrimediabilmente l’apparato radicale che diventerà più debole e meno profondo.

I danni dovuti alla caduta di un albero

L’altro problema sono i patogeni: molto spesso, tagliando grossi rami, si creano delle grandi ferite per l’albero. Queste ferite sono come una porta spalancata attraverso la quale possono entrare senza problemi diversi tipi di patogeni o parassiti: da virus, batteri a funghi letali. Questo, con ogni probabilità, porterà in una decina di anni alla morte dell'albero. Parte tutto da qui, da un albero che viene tagliato in modo sbagliato e poco competente.

Lo spazio

Un viale con box alberati

Un’altra disgrazia degli alberi urbani è lo spazio. Hai presente quei viali con tanti alberi appartenenti alla stessa specie e tutti appiccicati tra di loro? Questo è molto pericoloso perché se un albero si dovesse ammalare è molto facile che trasmetta per contatto la malattia agli altri esemplari. Quando si pianifica il verde urbano, soprattutto con essenze arboree, bisognerebbe pensare anche al futuro. Ma non tra uno o due anni: dico nell’ordine dei secoli, dato che alcuni alberi possono vivere anche oltre 100-200 anni.

Molto spesso gli alberi sono costretti a vivere in uno spazio di terra permeabile di 1 m quadro, quando sono fortunati. Intorno tutto uno spazio impermeabile coperto da asfalto o cemento. Da dove dovrebbero prendere l’acqua? Se si vuole inserire un albero in uno spazio privo di terreno permeabile bisognerebbe prima ragionare sull’irrigazione, specie in periodi caldi e siccitosi, se non si vuole correre il rischio di indebolire le sue difese come conseguenza di uno stress idrico. Molto spesso poi, intorno agli alberi, passano un gran numero di autoveicoli e persone che, calpestando il suolo, lo compattano fino a farlo diventare duro come una pietra e altrettanto impermeabile. In questo senso è utile che nei pressi degli alberi urbani non ci siano solo parcheggi o zone ad alta viabilità, ma un terreno che può respirare liberamente.

Il colletto

Un altro problema tipico delle alberature urbane è il colletto. Si chiama così la zona di congiunzione tra l’apparato radicale e il fusto. Quando si pianta un nuovo albero è importante che questa zona venga ricoperta dal terreno all’altezza giusta. Se troppo scoperta, le radici sarebbero esposte facilmente all’aria aperta, si disidraterebbero e renderebbero l’albero sempre più sofferente e più debole. Se invece il colletto è sommerso dal terreno completamente, potrebbe marcirebbe perché si tratta di una zona di fusto, anche se terminale, e l’estrema umidità del suolo lo porterebbe a marciume. Quando vedi alberi caduti con una forma a punta di matita di sicuro c’è stato qualche errore nell’impianto dell’albero dove è stato sotterrato il colletto.

Albero spezzato dalla forza del vento

Insomma, per essere un albero in città dovresti essere un vero highlander che cerca di resistere nonostante le nostre incurie e le nostre incompetenze. È triste quindi leggere certi giornali che descrivono gli alberi come dei “killer” che cadono quasi appositamente su qualcuno o sentire certe persone che chiedono di tagliare e togliere le alberature urbane perché “pericolose”. Il vero responsabile non è l’albero che cade, ma chi ha gestito con superficialità la cura del verde in città.

Questo articolo fa parte della rubrica
Naturalista, classe ‘96 e nato il 25 dicembre con un’enorme passione per la natura: rettili, anfibi e piante in particolare. Ho altro…