Principessa Mononoke

Principessa Mononoke: il fragile equilibrio tra uomo e natura

La lotta tra mondo naturale e l’umanità è il tema centrale del film d’animazione Principessa Mononoke. C’è odio e manca la comprensione tra spiriti, uomini e animali. Miyazaki è scettico, ma ti lascia un filo di speranza, ti indica la strada per migliorare e ritrovare quel rapporto con la natura, da sempre in precario equilibrio.
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Rubrica a cura di Francesca Camerino
31 Luglio 2021

Oggi ho capito che la foresta è sacra, e nessuno ha il diritto di profanarla. Dov’è Ashitaka? Dobbiamo tutto a lui e alla ragazza. Noi ricostruiremo questa città, ma sarà una città migliore.

Il tema dell'ambiente e la natura sono al centro del film Principessa Mononoke, una perla del 1997 targata Hayao Miyazaki prodotta da Studio Ghibli. Un film affascinante con un’animazione realizzata a mano ricca di dettagli, che fa riflettere e, nonostante l’inquietudine che permea tutta la narrazione, ti lascia il cuore pieno di speranza.

La visione opposta tra gli dei della foresta e gli uomini abitanti della Città del Ferro rappresentano il nostro mondo che non riesce a vivere in armonia con il mondo naturale ma é proiettato solo verso lo sfruttamento eccessivo delle risorse e senza una gestione ecosostenibile che mira solo all’arricchimento.

Nel film regna l'odio, ma anche l'amore (del principe Ashikata per San, di Madame Eboshi per la sua gente). Non ci sono due fazioni, quella dei buoni e  quella dei cattivi.  Tutti compiono della azioni nefaste: gli animali odiano a causa della deforestazione attuata dagli uomini ma anche Madame Eboshi odia gli dei-animali perché minacciano la sua gente che vuole estrarre il ferro.

Anche San, detta Mononoke la “principessa spettro” prova lo stesso rancore. La ragazza é cresciuta grazie a Moro, la Dea Lupa che protegge il bosco, e il Dio Bestia, l’anima della foresta che dona la vita e la sottrae.  La ragazza prova odio nei confronti degli umani a causa del loro comportamento invasivo e proprio per questo decide di vivere lontano da loro.

Miyazaki non prende posizione per una delle fazioni, ma ritrae ogni sfaccettatura della natura e della civiltà, e alla fine, c'è un velo di speranza  che tutti superino i rancori e riescano a coesistere.

Gli uomini devono imparare a rispettare la natura, ma le esigenze e le posizioni di tutti (come quelle di dei e uomini, nella storia) vanno ascoltate e rispettate.

E in questo il coraggioso Ashitaka ha una funzione importante. E’ lui che devi prendere da esempio, lui rappresenta l’armonia, é  il mediatore tra le fazioni, l’unico che riesce a vedere il mondo “con occhi non velati dall’odio”, che per amore della pace riesce a convivere con il suo demone.

“Condividiamo la vita” è questo l’augurio per un futuro migliore: perché bisogna accettare e rispettare ogni diversità, accettare il lato buono e cattivo di ognuno, collaborare, vivere in armonia lavorando per un futuro migliore e possibilmente più green.

Credits: disegno in copertina di Viola Colombi

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Laureata in Lettere Moderne e giornalista pubblicista dal 2003, scrivo su tutto ciò che ruota intorno al fai da te, ai altro…