Qual è la differenza tra R0 e Rt? Proviamo a capire meglio cosa indichino questi valori durante un’epidemia

R0 è l’indice che fa riferimento al numero di riproduzione di una malattia infettiva, mentre Rt prende in considerazione lo stesso dato ma viene calcolato a partire da quando entrano in vigore le misure di contenimento. In questo modo si può valutare l’andamento di un’epidemia e l’efficacia dei provvedimenti emanati.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 31 Ottobre 2020
* ultima modifica il 29/11/2020

In Italia R0 è attorno ai 2,5, l'Rt invece può variare ogni settimana e per ora è in media 1,5, mentre in cinque regioni (Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta) ha addirittura superato questo valore. Per questo motivo, il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha dichiarato che siamo ora nello "scenario 3", con chiusure mirate e le restrizioni che anche tu stai vivendo sulla tua pelle. Ma qual è la differenza tra queste due sigle che senti nominare sempre più spesso? E a quale numero dobbiamo tendere?

La differenza tra R0 e Rt

R0 ("erre con zero") è il numero di riproduzione di una malattia infettiva, cioè quante persone può contagiare in media un individuo infetto a inizio epidemia. Si parla, per intenderci, di febbraio, quando ancora non era stata adottata nessuna misura di contenimento nella diffusione del SARS-Cov-2. E queste cifre non cambiano: se domani si ripartisse da capo, con l'Italia mai toccata dal virus e un positivo entrasse nel nostro Paese, l'R0 sarebbe di nuovo 2,5. Quindi piuttosto elevato, se pensi che un solo soggetto ne può contagiare più del doppio.

Ma oggi sappiamo che il Coronavirus sta circolando e abbiamo adottato dei provvedimenti che mirano a tenere il più possibile a bada la catena dei contagi. Per questo motivo, adesso si parla di Rt ("erre con ti"). Di fatto è la stessa cosa: quante volte un'infezione può replicarsi, cioè a quante persone può trasmettere il patogeno un soggetto che lo ha contratto. Solo che in questo caso le cifre variano e il valore viene ricalcolato periodicamente. Di solito, a intervalli di una settimana. In questo modo si può avere un riscontro dei risultati delle restrizioni messe in campo in base all'aumento o alla riduzione di quel numerino.

Il calcolo avviene comunque su base statistica. È una stima insomma, con tutti i vantaggi e i limiti che vedremo più avanti.

I valori ideali

R0 si chiama così perché l'ideale è che una malattia abbia zero possibilità di venire trasmessa. Si è così certi che non potrà svilupparsi nessuna epidemia. Ma un virus può raggiungere questo numero solo una volta che viene debellato o tenuto sotto stretto controllo grazie a vaccini e farmaci che prevengano la trasmissione da una persona a un'altra. Per quanto riguarda Rt, in una situazione di pandemia dove non è possibile impedire del tutto al SARS-Cov-2 di circolare, l'obiettivo è non superare l'1, rimanendo se possibile al di sotto. Se un soggetto può trasmettere il Covid-19 solamente a un altro individuo, la curva dei contagi rimarrà quanto meno stabile.

I limiti di Rt

Come ti dicevo prima, Rt è un calcolo su base statistica e ha di conseguenza alcuni limiti di cui è necessario tenere conto. Il primo è che, venendo calcolato su un arco di tempo di più giorni, possono esserci degli errori nei risultati finali. Se per esempio in zone dove di solito vengono registrati pochi casi, si verifica un incremento anche leggero, l'indice diventerà all'improvviso elevato. Se invece un'area ha sempre avuto un aumento di casi stabile, anche se importante guardando ai numeri assoluti, l'Rt rimarrà invariato. Eppure il pericolo è maggiore nel secondo caso, rispetto al primo.

Non solo, ma l'Rt riguarda il sottogruppo dei sintomatici all'interno del totale dei positivi. Per questo motivo, in Italia è aumentato solo nell'ultima settimana, anche se la curva dei contagi era in salita già da almeno un mese. La ragione è che si deve basare su quanto viene riportato dalla regioni, che hanno sempre fatto tamponi a chi era sintomatico, mentre la conta degli asintomatici è stata altalenante. Oltre al fatto che questi sono, per forza di cose, più difficili da individuare.

Infine, prende in esame tutta la popolazione e ne elabora una media. Ma il rischio di venire contagiati varia anche da quanto ti esponi al pericolo. Ad esempio, chi deve uscire di casa tutti i giorni, magari per lavoro, avrà maggiori possibilità di entrare in contatto con il Covid-19, rispetto a chi è in smart working.

A cosa serve l'Rt

L'Rt serve appunto a valutare l'andamento di un'epidemia in una data area, che in questo caso è tutta l'Italia. Può essere utile per avere un'idea dell'efficacia delle restrizioni messe in atto. In altre parole, un coprifuoco è utile? Vediamo se ci sono state variazioni nell'indice durante le settimane successive all'adozione di questa misura. E la chiusura delle scuole? Stesso discorso.

Calcolare l'Rt può essere utile anche per fare un confronto con la prima ondata

È utile anche per un confronto con la prima ondata, per capire se la situazione sia sovrapponibile oppure no e per avere un'idea di quali siano le soglie di pericolo. Il famoso lockdown fu deciso con un R0 uguale a 2,5 e l'Rt della prima ondata si è mantenuto attorno al 2. Per questo motivo, oggi sappiamo che un indice vicino all'1,5 devono scattare già i segnali di allerta, per non arrivare più ai 30mila morti di marzo e aprile.

Non è però l'unico valore preso in considerazione dall'Istituto superiore di sanità e dal Comitato tecnico scientifico, o dalle altre autorità, per capire a quale velocità si diffonda un virus. Altri parametri importanti sono ad esempio il numero dei ricoverati e la pressione sugli ospedali.

Fonte| Istituto superiore di sanità

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.