
Spirito sempre più green per le grandi aziende cosmetiche. È una moda o improvvisamente le big del beauty hanno sviluppato una coscienza ambientale? È abbastanza normale chiederselo, anche perché sulle confezioni dei prodotti di bellezza e di igiene trionfano parole come “naturale”, “biologico”, “rispetto per l’ambiente” e assomigliano più a degli slogan che a delle promesse.
È ovvio che le produzioni siano obbligate a un cambio di rotta sia per incontrare più clienti possibili (le richieste di prodotti e trattamenti green nel campo del beauty hanno registrato un +20% rispetto al 2018 – dato Uala) sia perché un mondo avvelenato è un mondo destinato a diventare sempre più povero, dove le materie prime andranno esaurendosi e gli effetti negativi sulla natura saranno così devastanti da avere gravi ripercussioni sulla vita dell’uomo. Devi sapere che il 2% dell’impronta mondiale di carbonio è dovuta ai cosmetici, e riguarda soprattutto l’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla loro produzione e al consumo di acqua calda in fase utilizzo.
Il 2% dell’impronta mondiale di carbonio è dovuta ai cosmetici
Detto ciò, quali siano le reali motivazioni che spingono un’azienda a sposare una linea più etica ha poca importanza, ciò che conta sono i risultati. E non è un modo per banalizzare gli intenti, ma i tempi sono davvero stretti e abbiamo bisogno di raggiungere alcuni goal molto velocemente. Stando alle indicazioni della legge sul clima proposta dalla Commissione europea, si punta a raggiungere le zero emissioni entro il 2050.
Molte grandi aziende cosmetiche stanno lavorando in questa direzioni, con entusiasmo e ottimi risultati. In prima linea c’è L’Oréal che ha deciso di azzerare le emissioni nette entro il 2050, contribuendo così a mantenere l’innalzamento della temperatura globale entro 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali.
Le big del beauty sono al lavoro per azzerare le emissioni nette entro il 2050
Nativa e Davines fanno parte della community globale certificate B Corp, ovvero aziende che soddisfano i più alti standard di performance verificati in termini sociali e ambientali, di trasparenza e responsabilità legale. Nel mondo ci sono oltre 3.000 B Corporation, provenienti da più di 70 paesi e attive in 150 segmenti industriali.
Per quanto i tempi siano stretti, cambiare il mondo non è un risultato che si può raggiungere velocemente. Ed è per questo che ogni contributo, anche il più piccolo, ha un peso importante e può fare la differenza. È sempre per questo motivo diventa più bello poter osservare un nuovo concerto di intenzioni. Per esempio, I Provenzali, nell’ambito del progetto “Cosmetico Sostenibile”, si sono impegnati a utilizzare solo gli scarti delle materie prime che a causa dello sfruttamento intensivo sono a rischio di carenza alimentare.
Caudalie, invece, ha deciso che entro il 2022 vuole rendere tutti gli imballaggi riciclabili o realizzati in materiale riciclato. Un obiettivo in linea con le politiche aziendali: ha già, per esempio, eliminato, spatole e foglietti illustrativi risparmiando 13 tonnellate di plastica e 33 di carta. Anche Henkel sta lavorando in questa direzione: usa soprattutto carta e cartone riciclato e per il 2025 si è posta come obiettivo di avere tutte le confezioni dei prodotti di consumo in Europa con almeno il 35% di materiale riciclato. Inoltre, promuove la “plastica sociale”, ovvero ricavata dal riciclo dei rifiuti in plastica raccolti in mare, lungo i fiumi o sulle spiagge.