Riciclopedia dalla A alla Z: sicuro di saperne abbastanza su riciclo e raccolta differenziata?

Se non cambiamo il nostro modo di produrre e consumare beni, rischiamo di lasciare alle future generazioni un mondo sommerso dai rifiuti. L’economia circolare è la nostra àncora di salvezza, e più saremo consapevoli delle nostre scelte e dei nostri gesti, più contribuiremo a tutelare l’ambiente.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
8 Gennaio 2020

Il concetto di rifiuto, come lo intendiamo noi oggi, è stato introdotto dall'Homo sapiens. Se ci pensi, la natura si basa su una visione ciclica delle cose e l'idea di rifiuto è un'aberrazione. "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", come aveva intuito già nel Settecento il chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier.

Eppure, da quando in particolare si è imposto un modello economico consumista, l'uomo è riuscito a riempire il pianeta di scarti di ogni tipo. Soprattutto di plastica, un materiale che impiega anche secoli per biodegradarsi. Secondo le stime della Banca Mondiale, se non cambiamo il nostro stile di vita, nel 2050 la quantità di rifiuti urbani prodotti a livello globale aumenterà dai 2,01 miliardi di tonnellate attuali a 3,14 miliardi. Il che significa un aumento del 70%. Tutto ciò non è sostenibile. La soluzione esiste e si chiama riciclo.

L'industria del riciclo in Italia non è affatto arretrata, anzi viene spesso indicata come un esempio positivo, una realtà all'avanguardia. Secondo il rapporto "L'Italia del riciclo 2019" pubblicato da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircular, il tasso di riciclo degli imballaggi in Italia ha raggiunto il 67%; rispetto alle principali economie europee siamo al terzo posto, dietro a Germania e Spagna.

Che cosa ci manca allora per fare un ulteriore passo in avanti? Certo, l'eccessiva burocrazia è un problema da risolvere. Occorrono maggiori investimenti, non c'è dubbio. Ma un contributo indispensabile lo può dare anche il singolo cittadino. E qui la parola chiave è consapevolezza. Diciamo sempre di essere dei campioni della differenziata, ma se poi i dati mostrano dei risultati poco entusiasmanti la colpa è sempre di qualcun altro, dei Comuni che non informano abbastanza o che non hanno un servizio di raccolta adeguato. Che può essere anche vero, ma non deve diventare una scusa per rinunciare ai nostri sforzi per cercare di rendere migliore e più pulito il pianeta in cui viviamo, la nostra casa comune.

Comincia a stare più attento a ciò che acquisti, al packaging dei prodotti e infine a come ti liberi degli oggetti che hanno esaurito la loro funzione o semplicemente non ti servono più. Gli aspetti da tenere in considerazione non sono pochi e può capitare di fare confusione. Questa rubrica vuole essere una sorta di ripasso dell'abc della raccolta differenziata, ma non mancherà di fornirti informazioni più dettagliate sulle caratteristiche dei vari materiali e su come possono rinascere. Sarà un percorso a tappe. Una volta tagliato il traguardo finale potrai dire di essere, a modo tuo, uno "zero waster".

Questo articolo fa parte della rubrica
Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…