Rivoluzione auto in Unione Europea: dal 2035 non sarà più possibile vendere quelle a benzina, gasolio e gpl

Il Parlamento Europeo ha votato a favore dello stop alla vendita di auto e furgoni con motori a benzina, diesel e gpl dal 2035 in poi. Si tratta di una decisione centrale nelle politiche di neutralità climatica europee, arrivata al termine di una giornata in cui non era scontata la sua approvazione. Ora la palla passa al Consiglio Europeo, che dovrà dare l’ok definitivo allo stop e lanciare così la volata alla totale elettrificazione della mobilità: la qualità della vita nelle grandi città potrebbe sensibilmente migliorare.
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Michele Mastandrea 9 Giugno 2022

Una buona notizia, in direzione di una mobilità sempre più sostenibile. Nonostante il flop dei negoziati sui "permessi a inquinare", l'Unione Europea nella serata di ieri ha battuto un colpo importante sulla strada della necessaria transizione ecologica. Approvata la norma all'interno del pacchetto FitFor55 che proibisce la vendita di nuove auto e furgoni con motore termico dal 2035 in avanti.

Una decisione importante perché il settore della mobilità è uno dei più inquinanti in termini di emissioni, e l'eliminazione della CO2 e di altri agenti inquinanti come il Pm10 porterebbe benefici enormi, soprattutto per quanto riguarda la vita nelle grandi città. Contando che gli attuali veicoli a motore interno hanno un ciclo di vita intorno ai 15 anni, è presumibile che nel giro di un paio di decenni gran parte della mobilità potrebbe diventare totalmente elettrica.

Non è stata una decisione semplice, e sembrava che tutto dovesse saltare o quantomeno essere rinviato ai prossimi mesi. Il Ppe, il Partito Popolare Europeo, aveva infatti proposto insieme ai gruppi della destra nazionalista e conservatrice di abbassare la soglia al 90% per quanto riguarda l'elettrico, riservando l'altro 10% alle auto dotate di motore a scoppio. Non era stata prevista una data per la fine di questa esenzione, cosa che avrebbe messo a rischio l'obiettivo europeo della totale neutralità climatica al 2050.

Anche il Ministero della Transizione Ecologica italiana Roberto Cingolani aveva appoggiato questa ipotesi, sottolineando come l'Italia sia al secondo posto nella produzione di bio-carburanti a livello europeo. Proseguire sulla strada dei veicoli con motore a scoppio avrebbe dunque contribuito, per Cingolani, a mantenere in vita un settore industriale ben avviato. Un allarme era poi stato lanciato anche dall'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia), che aveva parlato di 70mila posti di lavoro a rischio nel settore automobilistico, in ambiti di produzione slegati dalla mobilità elettrica.

Grandi trasformazioni nel settore auto

La decisione finale del Parlamento non ha però lasciato spazi a dubbi. Con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti, il blocco è stato sancito. "Con il voto che pone fine alla vendita di auto a emissioni non zero nel 2035, prendiamo una decisione storica che ci porta a una nuova era di neutralità climatica", ha commentato Pascal Canfin, presidente della Commissione Ambiente dell'Europarlamento. Ora manca solo l'ok da parte del Consiglio Europeo, ultimo dei tre enti decisionali della Ue a dover prendere parola sul tema.

La decisione influenzerà senza dubbio alcuno le trasformazioni del settore auto. È probabile aspettarsi una veloce riconversione della produzione da parte delle aziende automobilistiche, ma anche un rapido passaggio da parte dei consumatori all'auto elettrica. Un passaggio che andrà accompagnato da adeguati incentivi pubblici, ma che avrà senza dubbio conseguenze positive di lungo periodo sull'ambiente e sulla vita nelle città.