Tra la fine di agosto 2016 e il gennaio 2017 l'Italia centrale è stata ferita da una serie di terremoti. Le cicatrici sono ancora aperte. L'azienda agricola, o meglio l'officina agriculturale, "Il Salto" di Sant'Angelo in Pontano, in provincia di Macerata, era appena nata quando la terra ha tremato. La sua sede è ancora oggi inagibile per i danni provocati dal sisma. Nonostante questo, l'attività non si è mai fermata. Quello del Salto rappresenta un esempio con cui si vuole dimostrare che queste terre non sono morte, non sono abbandonate a se stesse. Rappresenta "un modello di resilienza", per usare l'espressione di Daniela Zafrani, 34 anni, collaboratrice del Salto e coetanea della titolare Francesca Ercoli (le due erano compagne di scuola).
L'azienda si occupa di produzione di farro e di suoi derivati, come farine e pasta, coltiva piante officinali che poi vengono trasformate in prodotti cosmetici naturali, e infine possiede un orto. In più, attualmente collabora con l’Anffas per un progetto di agricoltura sociale che coinvolge alcuni ragazzi con disabilità.
L'obiettivo di questa piccola realtà imprenditoriale è chiaro: rivitalizzare l'economia del territorio, puntando su qualità dei prodotti, sostenibilità e innovazione. In questo non è da sola. Da circa un anno è infatti attiva "Rizomi, Terre fertili in rete", una comunità che riunisce oltre al Salto altre quattro aziende marchigiane: due aziende agricole (“Coste del Sole” e “rASOterra”), un laboratorio cosmetico ("Eco:Y") e uno di trasformazione di erbe officinali ("Herbatrem"). Il Salto si è posta come azienda capofila, una sorta di anello di congiunzione.
Determinante per la nascita di Rizomi è stata l'adesione al bando di "ReStartApp", un progetto di Legambiente e di Fondazione Edoardo Garrone che punta proprio a sostenere quelle realtà che fanno della tutela e della valorizzazione del territorio il loro punto di riferimento. I componenti di Rizomi sono tutte imprese giovani di prima generazione, cioé nessuno ha ereditato attività preesistenti. L'età media dei suoi membri è compresa tra i 35 e i 40 anni. La parola chiave e la forza della rete di Rizomi è condivisione: di strumenti, di conoscenze, di valori. "In comune abbiamo la stessa etica. Ci ha unito in particolare il concetto di oltre-bio: non tutti hanno la certificazione biologica, ma tutti pratichiamo agricoltura organica e rigenerativa e applichiamo tecniche agricole che non hanno nulla a che vedere con la chimica di sintesi", afferma Daniela.
Insomma, l'intento è quello di offrire agli acquirenti prodotti sani, buoni ed etici che rispettano l'ambiente e rispecchiano l'anima di un territorio. "I nostri canali di vendita sono soprattutto i Gas (Gruppi di Acquisto Solidale, ndr) e le piccole botteghe etiche che hanno a cuore il chilometro zero e la qualità dei prodotti. Comunque curiamo molto il rapporto diretto con il cliente. Il settore è ancora di nicchia però c’è un interesse crescente, e questo lo percepiamo ogni giorno", prosegue Daniela.
Si parla tanto di spopolamento dei borghi e delle aree rurali. Figuriamoci poi se si tratta di zone terremotate. Ecco, i giovani che animano Rizomi non seguono questa narrazione dominante. Sviluppo sostenibile non significa solo smart city. È vero, oggi il 55% della popolazione mondiale vive in città, una percentuale che dovrebbe aumentare fino al 68% entro il 2050, secondo le stime delle Nazioni Unite. Ma anche l'agricoltura ha un ruolo fondamentale nella transizione ecologica. E per questo motivo l'attività legata al mondo dei campi merita e meriterà sempre la dovuta attenzione.
"Noi lavoriamo molto sulla comunicazione: i nostri prodotti se non vengono raccontati non hanno alcuna speranza. Cerchiamo allora di spiegare che cosa c’è dietro a ogni prodotto della terra. Il lavoro dell’agricoltore responsabile porta con sé valori che non si possono quantificare, non si possono semplicemente trasformare in numeri".
Credits photo| Rizomi – Terre Fertili in Rete