Sanità, quel diritto (non sempre) garantito a tutti: nel 2023 un italiano su tre rinuncerà alle cure mediche

Liste d’attesa infinite, costi elevati delle visite mediche private e gente costretta a migrare in altre regioni per accedere a cure specialistiche assenti nella propria. Il diritto alla sanità in Italia dovrebbe essere garantito a tutti. Ma è sempre così?
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Beatrice Barra 26 Giugno 2023
* ultima modifica il 26/06/2023

In Italia l'accesso alle cure mediche dovrebbe essere un diritto garantito a tutti, ma spesso la realtà è ben diversa. Ti sarà capitato moltissime volte di provare a prenotare una visita medica nella sanità pubblica e trovare liste d'attesa lunghissime – di mesi o, addirittura, anni – e quindi rivolgerti alla sanità privata, dovendo sostenere dei costi elevati e non alla portata di tutti.

I problemi della sanità italiana

Secondo il rapporto Eurispes 2023, quest'anno 1 italiano su 3 rinuncerà alle cure mediche. I motivi sono diversi: liste d'attesa lunghissime, costi elevati e migrazione sanitaria.

Il primo di questi fattori rappresenta, spesso, anche l'origine degli altri. Il personale sanitario diminuisce sempre di più, mentre la richiesta di controlli da parte della cittadinanza è aumentata dopo la pandemia. Quindi, il cittadino che non riesce a prenotare una visita senza attendere mesi (o anni) rivolgendosi alla sanità pubblica, si rivolge al privato. Chi può permettersi di pagare, quantomeno.

Le spese possono essere infatti molto elevate, soprattutto nel caso di patologie gravi o croniche. Un quarto delle famiglie italiane denuncia difficoltà economiche relativamente alle prestazioni sanitarie, soprattutto nelle regioni meridionali, dove il 28,5% dei cittadini non hanno le capacità finanziarie di sostenere i costi delle visite mediche.  Questo porta moltissime persone a rinunciare a controlli che, invece, potrebbero rivelarsi salva-vita, oltre che un diritto che il nostro Paese dovrebbe garantire.

Il terzo problema riguarda la migrazione sanitaria, con cui si intende la necessità di molte persone di spostarsi  per accedere a cure specialistiche non presenti nella propria regione. In Italia sono circa 750.000 i ricoveri al di fuori della regione di residenza, circa 640 mila sono gli accompagnatori dei pazienti. Questo non solo comporta dei costi aggiuntivi, ma anche difficoltà pratiche per i pazienti affetti da malattie gravi e/o invalidanti.

La pagella delle nostre regioni a tema sanità: sei sono bocciate

Secondo il rapporto Crea sulle performance regionali dal punto di vista della sanità sono otto le regioni promosse, sette sono rimandate e sei bocciate.

Promosse

  1. Veneto
  2. Provincia autonoma di Trento
  3. Provincia autonoma di Bolzano
  4. Toscana
  5. Piemonte
  6. Emilia Romagna
  7. Lombardia
  8. Marche

Le rimandate

  1. Liguria
  2. Friuli Venezia Giulia
  3. Lazio, Umbria
  4. Molise
  5. Valle d'Aosta
  6. Abruzzo

Le bocciate

  1. Sicilia
  2. Puglia
  3. Sardegna
  4. Campania
  5. Basilicata
  6. Calabria

Una pagella che non ci rende fieri: non solo per il numero elevato di regioni che hanno una soglia inferiore al 50% in tema di tutela sanitaria offerta ai propri cittadini, ma anche per un divario ancora troppo netto tra Nord e Sud. La valutazione 2023 delle Performance Regionali, come si evince dal rapporto, oscilla da un massimo del 59% a un minimo del 30%, con il Veneto in testa e la Calabria all'ultimo posto. Quasi un terzo delle regioni non arriva a un livello pari al 30% del massimo ottenibile e questo significa che moltissimi italiani ogni giorno devono scontrarsi con l'impossibilità di accedere alle cure mediche.

Nonostante esistano organizzazioni e associazioni che offrono supporto alle persone che si trovano in difficoltà, aiutandole ad avere accesso alle cure di cui hanno bisogno, questo non basta e non può bastare. La salute non dovrebbe dipendere dalla propria posizione sociale, dal proprio reddito o dal luogo in cui si è nati o si vive.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.