Scopre che il mal di testa è provocato da una tenia nel cervello, ingerita con la carne cruda: quali cibi vanno cotti bene prima di mangiarli?

Il rischio di mangiare cibi crudi, specialmente la carne, è quello di ingerire larve o uova di tenia, un parassita che può infestare l’intestino arrivando anche al nostro cervello. È successo a un uomo di 52 anni originario della Florida, dedito al consumo di bacon poco cotto.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Marzo 2024
* ultima modifica il 18/03/2024

Non passava mai. Il mal di testa, per un uomo di 52 anni originario della Florida, negli Stati Uniti, ormai era diventato un compagno di vita onnipresente.

Negli ultimi quattro mesi, però, più che un amico quel dolore era diventato un martello pneumatico fisso e costante nel cranio che gli impediva di fare qualsiasi cosa. Almeno una volta a settimana l’uomo pativa attacchi dolorosissimi e nessuna terapia farmacologia sembra funzionare.

Ricoverato in ospedale, la TAC sembrava inizialmente aver fatto luce su quella strana e difficile situazione: il cervello dell’uomo, infatti, era ricoperto di piccole sacche zeppe di liquido.

A guardarla bene, tuttavia, la diagnosi di una rara condizione neurologica legata all’insorgenza di cisti neurogliali congenite pareva improbabile.

I medici di un ospedale di Orlando quindi hanno approfondito gli esami e analizzando anche le abitudini alimentari dell’uomo, sono giunti infine alla vera spiegazione.

Dietro quei mal di testa dolorosi c’erano larve parassite di tenia. Ingerite verosimilmente consumando pancetta poco cotta per gran parte della vita, questi parassiti avevano popolato il cervello finendo per innescare un’infezione chiamata neurocisticercosi.

La tenia – che avrai sentito chiamare anche verme solitario – è un parassita appartenente alla classe dei Cestodi che sfrutta un animale (maiali o bovini) come ospiti intermedi e che in certi casi può anche infestare l’intestino umano.

In base allo stadio del ciclo vitale della tenia con cui si viene in contatto possono insorgere due diverse malattie. Si parla cisticercosi quando si ingeriscono delle larve (e di neurocisticercosi quando le cisti arrivano al sistema nervoso, come nel caso dell'uomo), se invece nell’intestino cresce un verme adulto allora si va incontro alla cosiddetta teniasi.

C’è un’ulteriore precisazione da fare perché, come hanno ricordato sulla rivista American Journal of Case Reports i ricercatori che hanno raccontato il caso del 52enne, la taniasi si verifica quando si consuma carne di maiale poco cotta contaminata da cisti larvali incorporate all’interno mentre la cisticercosi si contrae quando gli esseri umani ingeriscono uova trovate nelle feci di altri esseri umani affetti da teniasi.

Come spiegare quindi lo stato di salute dell’uomo? Il punto di partenza è sicuramente l’aver speso gran parte della propria vita a mangiare pancetta poco cotta.

Il consumo di alimenti che non hanno subìto il giusto processo di cottura infatti rappresenta la più diffusa modalità di trasmissione di questi parassiti, che resistendo sull’alimento arrivano così all’intestino dell’uomo.

Questo rischio non c’è solo quando si mangia della carne cruda o poco cotta, ma anche quando sulla tavola c’è del pesce crudo.

Questa abitudine alimentare tuttavia non spiega del tutto la neurocisticercosi. Per questo i ricercatori sono giunti alla conclusione che molto probabilmente l’uomo ha contratto il parassita tramite una “autoinfezione”.

Hanno ipotizzato insomma che l’uomo abbia prima contratto una tenia intestinale mangiando pancetta poco cotta che conteneva cisti larvali, sviluppando così una teniasi.

Poi, dopo un improprio lavaggio delle mani, avrebbe mangiato altre carne o altri alimenti e quindi altre uova di tenia che aveva espulso con attraverso le feci, provocando dunque la neurocisticercosi.

La storia del 52enne originario della Florida insegna, insomma, che serve prestare molta attenzione a due cose: il consumo di alimenti crudi o poco cotti e anche l’importanza dell’igiene delle mani, sempre e comunque.

Fonte | "Neurocysticercosis Presenting as Migraine in the United States" pubblicata il 17 marzo 2024 sulla rivista American Journal of Case Reports

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