Sei vaccinato ma non hai gli anticorpi? Il prof. Clementi: “Può capitare, ma non significa per forza che non si è protetti”

Secondo il Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, circa il 5% di persone che si vaccinano con Pfizer o Moderna potrebbero non sviluppare anticorpi (o averne pochi) nonostante le due dosi ricevute. Si tratta di un evento raro e che non deve subito spaventare perché si potrebbe comunque risultare protetti dal virus.
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Kevin Ben Alì Zinati 3 Settembre 2021
* ultima modifica il 03/09/2021
Intervista al Prof. Massimo Clementi Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano

Gli anticorpi? Sì, ma quando? E soprattutto: quanti?

Riflettendo sull’immunità indotta dal vaccino ti sarai concentrato su questi due avverbi. Ma ti sei mai chiesto se?

A cavallo tra la prima e la seconda dose oppure trepidando in attesa dei 14 giorni necessari per ottenere il Green pass avrai interrogato medici ed esperti per provare a capire a che punto del ciclo vaccinale avresti potuto definirti protetto.

L’avrai fatto per sentirti più tranquillo e anche per riacquistare quella sicurezza nello stare tra la gente, sui mezzi, al lavoro, che negli ultimi mesi è stata presa, stropicciata e fatta a brandelli dal virus.

Il quando potresti averlo inteso anche nell’altra direzione: quando finisce e non quando inizia l’immunità. Sai bene, infatti, che la protezione del vaccino non è eternata ma è invece destinata a ridursi nel tempo.

Le questioni sugli anticorpi, poi, hanno spesso riguardato anche la loro quantità. Potresti aver sentito di qualcuno che si è sottoposto a un test sierologico per contare gli anticorpi rimasti. Un numero un po’ oscuro in cui riporre fiducia e a cui chiedere sicurezze.

Probabilmente però non hai mai pensato al se. Se, cioè, gli anticorpi si sviluppano sempre e comunque dopo la chiusura del ciclo vaccinale. Se dunque è possibile che nonostante le due dosi nel tuo organismo possa non esserci traccia delle cellule immunitarie deputate alla protezione dal virus.

Quello che ci ha spiegato il professor Massimo Clementi, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, potrebbe stupirti.

Perché sì, si tratta di una situazione che può succedere per davvero. Ma per la quale non serve per forza preoccuparsi.

Professor Clementi, può capitare dunque che un soggetto non sviluppi anticorpi dopo la vaccinazione anti Sars-CoV-2?

Si tratta di un evento relativamente raro che però può succedere. Si è osservato indipendentemente dal tipo di vaccino e può essere legato a diversi aspetti. I primi e forse i più frequenti, sempre nella sua rarità visto che in genere le persone rispondono molto bene ai vaccini, sono fattori esterni tra cui il più rilevante potrebbero essere le terapie contestuali o immediatamente precedenti alla vaccinazione. Terapie immunosoppressive o cortisoniche fatte in contemporanea alla vaccinazione possono indurre una risposta anticorpale molto debole. Questo è stato evidenziato in alcuni soggetti, in altri casi invece si tratta di individui con un’immunodeficienza legata all’incapacità di rispondere al vaccino.

Il prof. Massimo Clementi, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milan

È mai successo con altri tipi di vaccino prima?

Si, a volte anche soggetti che sono immuni competenti hanno difficoltà a rispondere a particolari vaccini, diversi da quelli anti-Covid. E i motivi sono sempre gli stessi, legati quindi a terapie concomitanti oppure a ragioni individuali difficili da prevedere.

Torniamo al vaccino anti-Covid: ai fini dello sviluppo della risposta anticorpale c’è qualche differenza tra prima e seconda dose? 

Abbiamo visto che in alcuni casi la risposta è minima alla prima dose di vaccino, per diventare poi migliore successivamente. È più frequente che non si sviluppino anticorpi dopo la prima iniezione, quella che serve per aprire la strada e far vedere al sistema immunitario una proteina che non ha mai visto prima. La seconda dose invece è di richiamo: nell’organismo ci sono già le cellule deputate alla produzione di anticorpi che vengono solo richiamate. Ricordiamoci poi che questi vaccini diretti contro Sars-CoV-2 inducono degli anticorpi che restano in circolo per un certo lasso di tempo e poi decrescono a partire da 9-12 dopo la chiusura del ciclo. Perciò, e anche per rispondere al problema di chi non ha sviluppato sufficienti anticorpi, si sta pensando a una terza dose per il prossimo inverno. Questa servirà per evocare una risposta di memoria di tipo “booster” in maniera che il soggetto possa disporre di una buona concentrazione di anticorpi molto più a lungo.

C’è una casistica per questi episodi?

Con i vaccini a mRNA è stata individuata una percentuale vicino al 5% dopo la seconda dose. Significa, quindi, che il 5% delle persone che ricevono la doppia vaccinazione con Pfizer o Moderna non rispondono bene alle due dosi.

Queste persone dunque non sono protette dal virus?

In realtà la produzione di anticorpi è soltanto uno degli aspetti dell’immunità. Dobbiamo considerare anche l’immunità cellulare, che non è legata alla presenza di anticorpi e che può comunque essere molto efficace nei confronti del virus. Non è detto quindi che una persona che abbia sviluppato pochi anticorpi o li abbia progressivamente persi dopo le due vaccinazioni sia completamente sguarnito nei confronti del virus. Tanto è vero che il numero dei soggetti protetti dall’infezione, dall’ospedalizzazione e dagli eventi più gravi è notevolmente maggiore di quello dei soggetti che hanno gli anticorpi. In altre parole: c’è una parte di popolazione che non ha un livello altissimo di anticorpi ma che è comunque protetta.

Facciamo una piccola parentesi: ci spiega cos’è e come funziona limmunità cellulare? 

Gli anticorpi vengono prodotti da un tipo di linfociti, detti B, che hanno il compito di produrre queste molecole difensive dirette nei confronti degli antigeni con cui veniamo in contatto: ovvero sostanze estranee al nostro organismo. L’immunità cellulare è dovuta ad altri linfociti, i cosiddetti T, gli stessi che vengono persi in caso di infezione da HIV. Si tratta di cellule molto importanti per l’immunità che, però, non agiscono attraverso la produzione di anticorpi con un’azione diretta nei conti dell’antigene. Hanno invece il compito di ripulire le cellule che mostrano un particolare antigene.

Ognuno di noi ha reagito in modo diverso alla vaccinazione, prima o seconda dose che fosse. Alcuni hanno avuto sintomi come febbre, dolori articolari o spossatezza forte, altri invece nulla. C’è qualche correlazione tra la presenza di questi sintomi e lo sviluppo degli anticorpi? E quindi: non aver avuto sintomi significa non aver sviluppato un titolo anticorpale sufficiente? 

L’insorgenza di sintomi post-vaccinazione è una reazione individuale all’immunizzazione e alla somministrazione del farmaco e non ha alcuna relazione con il fatto che ci si possa immunizzare o meno. Non c’è nessuna correlazione.

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