La sindrome feto-alcolica è la manifestazione degli effetti dell’esposizione all’alcol del feto durante la gestazione. I danni a carico del piccolo possono essere di diversa gravità e possono essere sia cerebrali sia legati alla crescita. E, purtroppo, non sono reversibili. Non esiste una quantità di alcol nota per essere sicura da consumare durante la gravidanza, ciò significa che quando bevi stai facendo un correre un rischio al tuo bimbo, e più bevi più questo rischio diventa grande. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 10% delle donne a livello mondiale assume alcol in gravidanza (il 2,7 per cento si stordisce con il binge drinking) e, in media, circa 15 bambini su 10.000 nascono colpiti da sindrome fetoalcolica e da spettro dei disordini fetoalcolici.
La sindrome feto alcolica (FAS) è la forma più serie di disabilità permanente che si manifesta nel feto, a causa dell’esposizione all’alcol durante la gestazione. E rientra nel più ampio spettro dei disturbi feto alcolici (Fasd), in inglese Fetal Alcohol Spectrum Disorder. I bambini, le cui madri hanno bevuto alcol durante i nove mesi, possono nascere con difetti alla nascita e disabilità dello sviluppo. Sono danni purtroppo permanenti e del tutto evitabili, che comprendono anomale strutturali, come deformità del cranio o rallentamento della crescita, ma anche disturbi dello sviluppo neurologico che comportano disabilità comportamentali e neuro-cognitive.
La gravità dei sintomi della sindrome feto alcolica varia da bimbo a bimbo e possono includere qualsiasi combinazione di difetti fisici, disabilità intellettive o cognitive e problemi di funzionamento e di gestione della vita quotidiana
I sintomi comuni possono variare con l'età. Le alterazioni della forma del volto possono essere evidenti alla nascita, così come il ritardo della crescita, mentre la compromissione del sistema nervoso centrale può non essere evidente fino a quando il bambino inizia a frequentare la scuola. I sintomi sono:
La causa della sindrome feto-alcolica è il consumo di alcol in gravidanza da parte della mamma. L’alcol passa attraverso il cordone e la placenta, dalla madre al feto, che metabolizza questa sostanza più lentamente di un adulto e di conseguenza è esposto a concertazioni più elevate. L’alcol interferisce con la fornitura di ossigeno, danneggia lo sviluppo di tessuti e organi e può causare danni permanenti al cervello del bambino.
Più bevi durante la gravidanza, maggiore è il rischio per il tuo bambino non ancora nato. Tuttavia, qualsiasi quantità lo può mettere a rischio. Inoltre, devi sapere che non c’è una finestra temporale in cui è sicuro bere, durante i nove mesi. Il cervello, il cuore e i vasi sanguigni iniziano a svilupparsi nelle prime settimane di gravidanza, prima che molte mamme sappiano di essere incinte e possano decidere di smettere di bere.
I danni causati dall'alcol possono verificarsi in qualsiasi momento durante la gravidanza. L'inizio dello sviluppo fetale è il più importante per tutto il corpo, ma organi come il cervello continuano a svilupparsi anche in seguito. A breve termine, ovvero già nel pancione, si può osservare un ritardo della crescita, ciò è il bambino è più piccolo rispetto alle settimane di gestazione. Aumenta anche il rischio di aborto spontaneo e parto prematuro.
Una volta nato il bambino potrebbe presentare delle disabilità primarie e secondarie. Le primarie sono: dismorfismi facciali, facilmente evidenziabili tra gli otto mesi e gli otto anni (occhi piccoli e distanziati, naso corto e piatto, solco naso-labiale allungato e piatto, labbro superiore molto sottile, padiglioni delle orecchie scarsamente modellati, ipoplasia mascellare e mandibolare), ritardo nell’accrescimento (valori inferiori alla media per altezza, peso corporeo e circonferenza cranica, segno questo di danno cerebrale, possono essere presenti anche malformazioni cardiache) e anomalie nello sviluppo neurologico del sistema nervoso centrale, con alterazioni cognitive e comportamentali.
La disabilità secondarie, invece, compaiono nel corso della vita e possono essere:
La diagnosi della sindrome alcolica fetale è difficile da formulare, soprattutto se la mamma non riferisce di aver bevuto, perché non esiste un test. Il medico dovrà osservare i segni e sintomi manifestati dal bambino e, purtroppo, molte caratteristiche osservate possono verificarsi anche in bambini con altri disturbi.
Le caratteristiche alla nascita comprendono basso peso, alterazioni somatiche (circonferenza cranica < 10° percentile, facies caratterizzata da rime palpebrali brevi, labbro superiore sottile, filtro lungo e piatto), difetto di crescita o di morfologia cerebrale, con anomalie strutturali del cervello. Il danno neurocognitivo si evidenzierà nel corso dello sviluppo del bambino, soprattutto in età scolare, con iperattività, alterazione dello sviluppo cognitivo ed emozionale, irritabilità e temperamento instabile.
Il pediatra dovrebbe indirizzare la famiglia in un centro qualificato, per una valutazione più approfondita, dove un tema di esperti (pediatri, psichiatri, psicologi, neurologi, genetisti clinici, logopedisti, terapisti occupazionali, assistenti sociali e terapisti educativi) potranno occuparsi del piccolo.
La diagnosi talvolta può essere elaborata già in gravidanza, se la mamma ammette di aver bevuto o dimostra una dipendenza. Per accertare un significativo consumo alcolico, alcuni studiosi statunitensi hanno suggerito l’utilizzo di cinque biomarcatori nel sangue:
Un team di ricercatori italo-spagnoli, invece, ha individuato un nuovo biomarcatore: l’etilglucuronide, rintracciato nel meconio del neonato raccolto nel suo primo o secondo giorno di vita.
Non esiste una cura o un trattamento specifico per la sindrome alcolica fetale. Tuttavia, un intervento precoce può aiutare a gestire alcuni ritardi nello sviluppo e può prevenire alcune disabilità secondarie. Il bambino dovrà seguire dei percorsi terapeutici di psicomotricità, logopedia, supporto psicologico e neuropsichiatrico.
La sindrome feto alcolica si previene non bevendo. Non sapendo quale sia la dose sicura e in che periodo l’alcol possa creare malformazioni, è meglio non bere. Le regole da seguire sono:
Fonte | Ospedale Bambino Gesù; Ministero della Salute; EpiCentro