Sono pubblici i dati dei vaccini contro il Covid, intanto si registrano 2 reazioni avverse. Dobbiamo preoccuparci?

Nel Regno Unito due operatori sanitari hanno mostrato reazioni avverse al vaccino di Pfizer-BioNTech e l’Mhra ha avvertito chi sa già di soffrire di una grave allergia a farmaci o alimenti di attendere ancora un po’ prima di ricevere la dose. In realtà, però, questi episodi possono verificarsi anche con altri vaccini, dunque il prodotto rimane sicuro fino a prova contraria. L’FDA intanto ha dato il suo ok e reso pubblici i primi dati, mentre AstraZeneca li ha pubblicati in uno studio su The Lancet.
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Giulia Dallagiovanna 9 Dicembre 2020
* ultima modifica il 02/01/2021

Mentre nel Regno Unito è ufficialmente partita la campagna vaccinale contro il Covid-19, vengono pubblicati ufficialmente i dati di due dei tre vaccini sui quali oggi sono puntati gli occhi di tutto il mondo: Pfizer-BioNTech e AstraZeneca-Oxford. Va detto che due persone, tra tutte quelle che fino a questo momento hanno ricevuto la dose, hanno mostrato reazioni allergiche. Per questo motivo la Mhra, l'agenzia del farmaco britannica, ha avvisato con un comunicato che le persone con storie di gravi allergie a vaccini, medicinali o alimenti sarebbe meglio se aspettassero un attimo a riceverlo.

Una notizia che sembra un po' raffreddare gli animi dopo la consapevolezza che la campagna vaccinale è iniziata meno di un anno dopo  il sequenziamento del genoma del nuovo Coronavirus. Intanto i dati resi pubblici da FDA, l'ente americano che regola il commercio dei farmaci, rispetto alla soluzione di Pfizer fanno davvero ben sperare ed è sulla base di questi che è arrivata l'approvazione da parte dell'autorità. Per l'Europa dovrai invece aspettare che si pronunci l'Ema (l'Agenzia europea per il farmaco), probabilmente prima del 29 dicembre. Allora proviamo a capire la situazione: puoi o non puoi fidarti del vaccino contro il Covid-19?

Le reazioni allergiche

Solo ieri hanno fatto il giro del mondo le immagini di Margaret Keenan, una signora di quasi 91 anni, ospite in un RSA, che è stata la prima al mondo a ricevere il vaccino anti-Covid al di fuori di una sperimentazione. È accaduto all'Ospedale universitario di Coventry, nelle West Midlands, in Inghilterra. Poco dopo è toccato al primo uomo che ha anche avuto in sorte gli stessi nome e cognome del famosissimo poeta inglese William Shakespeare. Entrambi accolti da applausi, entrambi entreranno nella storia. Keenan ha anche detto che non poteva ricevere regalo più bello.

Oggi quella che è suonata come una doccia fredda, soprattutto se ci si ferma al titolo dell'articolo: la Mhra frena con le vaccinazioni, due operatori sanitari hanno mostrato serie reazioni allergiche. Il vaccino quindi non è sicuro? Ovviamente, le cose non stanno così. Prima di tutto, nel comunicato si avverte di prestare attenzione soprattutto a chi sa già di avere allergie nei confronti di uno o più componenti presenti nella soluzione che deve essere iniettata, chi ha mostrato in passato allergie ad altri farmaci e chi soffre di allergie gravi a particolari alimenti. Con gravi significa quelle che ti possono portare anche ad avere uno shock anafilattico.

Non è esattamente l'unico caso in cui esistono delle avvertenze prima delle somministrazione di un farmaco, anche se per un vaccino è più raro. Quando la stessa Mhra ha dato il via libera a quello di Pfizer, sottolineava già, come sempre viene fatto, di prestare attenzione a eventuali sintomi di una reazione allergica. Non solo, prima di sottoporsi a una qualsiasi immunizzazione, devi avere un breve colloquio con un medico nel quale si cerca proprio di capire in anticipo se il tuo corpo possa mal sopportare alcuni componenti del composto. Insomma, non è un episodio piacevole, ma è possibile. Anche con i tradizionali antinfluenzali. Inoltre, le approvazioni ai candidati vaccini che vengono date ora non sono definitive ma "ad uso condizionato", ovvero in assenza di farmaci più efficaci e più sicuri, sia per la prevenzione che per la cura. E l'azienda farmaceutica dovrà continuare a raccogliere dati e intervenire su eventuali problemi insorti in seguito all'utilizzo su porzioni di popolazione sempre più ampie.

Dunque, niente paura, solo una corretta cautela. Nessuna autorità darebbe il suo ok a medicinali non sicuri e infatti questi effetti collaterali non erano apparsi su nessuno degli oltre 20mila partecipanti alle sperimentazioni. Intanto, i due operatori stanno bene e si stanno riprendendo.

I dati ufficiali di Pfizer-BioNTech

Proprio ieri, la Food and Drug Administration ha dato il via libera al vaccino contro il Covid-19 sviluppato da Pfizer grazie all'azienda tedesca BioNTech. Nel frattempo, ha reso pubblici proprio i dati che l'azienda farmaceutica americana ha raccolto ed elaborato, sulla base delle sperimentazioni che ha portato avanti. E sono apparsi davvero promettenti, tanto che secondo il professor Roberto Burioni, potremmo iniziare a vedere gli effetti concreti addirittura prima delle feste di Natale.

Si sono ammalate 29 persone tra i vaccinati e 250 nel gruppo di controllo: più di 8 volte tanto

Prima di tutto si conferma l'efficacia media del 95% dopo due dosi di vaccino, questo significa che oscilla tra il 90,3% e il 97,6%. Valori molto alti, dunque. Ma già dopo una sola iniezione, come ad esempio è accaduto finora nel Regno Unito, la differenza tra il gruppo dei vaccinati e quelli che avevano ricevuto il placebo era evidente. Dopo 14 giorni, il sistema immunitario di chi apparteneva al primo gruppo ha iniziato a produrre anticorpi contro il Covid-19. Da quel momento si sono ammalate 29 persone, a fronte delle 250 tra i non vaccinati. Semplificando di molto il ragionamento, ma per avere un'idea un po' più concreta, sarebbe come se in Italia a questo punto avessimo 85mila contagi al posto di 737mila. È probabile, ma deve ancora essere dimostrato, che questo numero possa venire ulteriormente ridotto per il semplice fatto che il virus finirebbe per circolare molto meno.

I dati di AstraZeneca

Il primo team ad avere pubblicato dei dati ufficiali al termine della sperimentazione di fase 3 in realtà è stato quello di AstraZeneca e dell'Università di Oxford. Lo studio è uscito sulla prestigiosa rivista The Lancet e conferma alcuni risultati che erano già trapelati nei giorni scorsi. Il vaccino ha infatti un'efficacia del 62% in chi ha assunto due dosi intere, ma arriva al 90% in chi ha ricevuto prima una metà e poi una dose piena. Accade che quello che a prima vista era un errore si riveli in realtà la strada giusta da seguire, proprio come in questo caso.

Per quanto riguarda la sicurezza, sembra possedere anche quel requisito, dal momento che solo 3 persone su oltre 23mila hanno manifestato eventi avversi. E uno di questi apparteneva persino al gruppo che ha ricevuto il placebo. Tutti loro, tra l'altro, sono guariti e hanno proseguito il loro percorso nella sperimentazione.

I limiti di questo studio, che dipendono soprattutto dal fattore tempo sul quale non è possibile agire, è che prende in considerazione persone tra i 18 e i 55 anni, mentre volontari più anziani sono stati arruolati in seguito e non possiamo ancora avere i dati definitivi rispetto a questo sottogruppo.

Cosa resta da capire

Dobbiamo ancora capire un dato piuttosto importante: da cosa proteggono esattamente questi vaccini? Sembra infatti che la direzione sia quella di prevenire la malattia, dunque il Covid-19 con tutte le sue più pericolose conseguenze, ma non l'infezione. Se così fosse, bisognerebbe capire quanto siamo davvero in grado di arginare la circolazione del virus con i soli vaccini e se una persona immunizzata possa comunque rischiare di essere contagiosa per un'altra che non ha ancora ricevuto il farmaco, o non può del tutto. Su questo discorso la scienza è apparsa divisa, anche perché è difficile pronunciarsi rispetto a un prodotto che di fatto non è ancora in uso.

Tieni però presente che chi ha effettuato quello contro morbillo, rosolia e varicella non solo non può infettarsi, ma non può neanche trasmettere la malattia. La posta in gioco è alta, perché la speranza di tutti è che una volta che arrivi il vaccino per tutti, si possa finalmente dire addio a mascherine e distanziamento sociale e tornare a una vita più normale. Le premesse sembrano comunque buone e da questo momento non ci resta che attendere il verdetto dell'Ema, con gli occhi fissi sul Regno Unito.

Fonti| FDA; "Safety and efficacy of the ChAdOx1 nCoV-19 vaccine (AZD1222) against SARS-CoV-2: an interim analysis of four randomised controlled trials in Brazil, South Africa, and the UK" pubblicato su The Lancet, l'8 dicembre 2020; Reuters

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