Si allarga la platea di chi potrà accedere alla terza dose di vaccino anti-Covid. Dopo le persone immunocompromesse, i pazienti trapiantati e gli anziani da oggi diventerà una priorità anche per tutti i “fragili” e gli over60.
Ci stiamo avvicinando insomma a quanto già accaduto in Israele, dove fin da inizio estate il terzo giro di iniezioni ha riguardato l’intera popolazione sera distinzioni di categoria.
In Italia invece l’estensione, per il momento, riguarda solo quelle persone a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 perché caratterizzate da un’elevata fragilità motivata dalla presenza di più patologie concomitanti o preesistenti.
Queste persone, ad almeno sei mesi di distanza dalla chiusura del ciclo vaccinale, potranno dunque accedere alla dose booster.
Come ti abbiamo spiegato, la dose booster è diversa da quella “addizionale” ed è riservata a chi ha avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a causa del tempo trascorso dalla chiusura del ciclo vaccinale o della diffusione delle varianti necessita di un richiamo.
Lo stabilisce la nuova circolare del ministero della Salute alla luce delle ultime deliberazioni da parte dell’Ema sulla somministrazione di una dose del vaccino di BioNTech/Pfizer come richiamo di un ciclo vaccinale primario.
Nello specifico, la circolare del ministero spiega che la terza dose booster con il vaccino Comirnaty di BioNTech/Pfizer è raccomandata per:
La dose “booster” del vaccino Comirnaty di BioNTech/Pfizer può essere utilizzata indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario e, come ti ho spiegato prima, va somministrata dopo almeno sei mesi dal completamento dello stesso.
La circolare con cui il ministro Speranza dà il via a un’ulteriore protezione per i più fragili si colloca in un contesto in cui all’ormai sfondata quota 80% di popolazione over12 vaccinata corrisponde una fetta non indifferente di persone ancora non immunizzate: sto parlando di circa 8,4 milioni gli italiani che non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino (siamo intorno al 15,54% della popolazione vaccinabile) di cui quasi tre milioni rientrano nella fasce d’età più a rischio.
Fonte | Ministero della Salute