Terza dose di vaccino Covid: che differenza c’è tra dose addizionale e booster?

La circolare del Ministero della Salute di settembre prevede che la terza somministrazione del vaccino contro il Covid sia divisa tra dose addizionale e dose booster: vediamo nel dettaglio le differenze tra queste due inoculazioni e per quali categorie di persone sono raccomandate.
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Kevin Ben Alì Zinati 27 Ottobre 2021
* ultima modifica il 27/10/2021

La somministrazione della terza dose di vaccino contro il Covid in Italia è stata pensata fin dall'inizio come una priorità per le persone immunodepresse e per chi ha subìto un trapianto di organo. A seguire, poi, il Ministero della Salute ha previsto una nuova tappa della campagna vaccinale anche per i più fragili, gli anziani e gli operatori sanitari, come confermato dalla circolare ministeriale del 14 settembre che, confermando quanto anticipato dalla Commissione Tecnico-Scientifica, ha chiarito tempi e modalità di un'ulteriore inoculazione.

La terza dose di vaccino si è resa necessaria perché l'efficacia della protezione garantita dalle prime due iniezioni è destinata a calare nel tempo, facendo così aumentare di nuovo il rischio di contagio. Ecco perché dopo le categorie di cui ti ho parlato, è arrivato il via libera anche per gli over 60 e il direttore dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha detto chiaramente che una nuova iniezione per tutta la popolazione è "uno scenario verosimile".

Il terzo giro di iniezioni anti-Covid, cominciato a fine settembre, prevede una dose addizionale o una dose booster in base alla categoria di persone cui si rivolge. Ma qual è la differenza tra queste due tipologie di terza dose? Proviamo a comprenderla meglio, insieme alle modalità di somministrazione.

Terza dose addizionale

La priorità del nuovo capitolo della vaccinazione anti-Covid sono i soggetti trapiantati e gli immunodepressi: si tratta di una popolazione di circa 3 milioni di persone caratterizzate da una risposta immunitaria compromessa a causa della patologia che li ha costretti all’intervento o ai trattamenti farmacologici cui sono sottoposti.

Nonostante abbiano ricevuto comunque due dosi di vaccino, queste persone hanno sviluppato una ridotta risposta anticorpale e dunque una minore protezione.

A questi soggetti sarà dunque destinata una dose addizionale di vaccino, ovvero una terza dose che si aggiungerà alle altre già effettuate a completamento del ciclo vaccinale primario.

Si potrà utilizzare uno qualsiasi dei due vaccini a mRNA autorizzati in Italia, quindi Pfizer dai 12 anni in su e Moderna dai 18 in su, verrà somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose e avrà l’obiettivo di far raggiungere a queste persone un adeguato livello di risposta immunitaria.

Nella circolare sono indicate le categorie di persone cui sarà destinata la dose addizionale di vaccino, e sono:

  • Chi ha subito un trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
  • Chi ha subito un trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica)
  • Chi è in attesa di trapianto d’organo
  • Chi segue terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR-
  • T)
  • Chi è affetto da una patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
  • Chi presenta immunodeficienze primitive (come la sindrome di DiGeorge, la sindrome di Wiskott-Aldrich, l’immunodeficienza comune variabile etc.)
  • Chi presenta immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (come la terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori o farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario
  • Chi è in dialisi e presenta un’insufficienza renale cronica grave
  • Chi ha subito una pregressa splenectomia
  • Chi è affetto da sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico.

Terza dose booster (o richiamo)

Sarà sempre una terza dose di vaccino, ma funzionerà più come un richiamo. Allo stesso modo di quanto fatto con la seconda, insomma, anche la terza dose booster verrà somministrata dopo un preciso arco di tempo per richiamare gli anticorpi anti-Covid mantenendo o ripristinando un adeguato livello di risposta immunitaria.

La dose booster è indirizzata quindi a coloro che hanno sì avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a causa del tempo trascorso dalla doppia dose o per via delle varianti del virus hanno bisogno insomma di una dose di rinforzo.

Questa terza dose verrà somministrata a partire da almeno 6 mesi dopo la seconda iniezione e sarà destinata alle popolazioni “connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale.

Il riferimento quindi è agli anziani, ai residenti della Rsa e al personale sanitario, ma a partire da inizio ottobre anche gli over 60 sono stati inseriti tra le categorie che possono accedere alla dose booster.

Fonte | Ministero della Salute

(Scritto da Kevin Ben Alì Zinati il 15-09-2021
Modificato da Alessandro Bai il 26-10-2021)

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