Tutto quello che devi sapere sull’uso e sulla sicurezza delle lacrime artificiali: parola alla dottoressa Fasciani

Recenti casi di infezione da peudomanas aeruginosa negli Stati Uniti sono stati collegati all’utilizzo di lacrime artificiali compromesse. Il mini focolaio, limitato agli Usa, ci ha portati a riflettere su come si usano questi dispositivi medici e su come si devono maneggiare per non inficiarne la sicurezza.
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Kevin Ben Alì Zinati 17 Gennaio 2024
* ultima modifica il 17/01/2024
Intervista alla Dott.ssa Romina Fasciani Dirigente medico preso l’Unità Operativa di oculistica presso l’IRCCS Policlinico Gemelli di Roma

Le lacrime artificiali sono finite sotto la lente d’ingrandimento.

Sono arrivate al centro di indagini sanitarie e riflessioni perché recentemente, negli Stati Uniti, sono balzati agli onori della cronaca diversi casi di infezioni gravi da peudomanas aeruginosa.

Si tratta di un batterio aggressivo che avrebbe proliferato all’intento di otto di questi dispositivi medici dando origine a un mini focolaio di infezioni: a marzo erano 68 casi in ben 16 Stati.

Non solo: queste infezioni sarebbero anche costate la vita a molte persone mentre molte altre sono state costrette a subire la rimozione del bulbo oculare.

Le lacrime artificiali sono dei sostituti lacrimali impiegati per trattare la secchezza oculare, una condizione legata a un’insufficiente lacrimazione ma la segnalazione che dagli Usa (e lì, per ora, confinata) è arrivata fino alle nostre latitudini, ci ha portati a riflettere insieme alla dottoressa Romina Fasciani, Dirigente medico preso l’Unità Operativa di oculistica presso l’IRCCS Policlinico Gemelli di Roma, su come funzionano questi dispositivi medici e soprattutto a quanto siano sicuri.

Dottoressa, partiamo dall’inizio: che cosa sono le lacrime artificiali?

Con il termine lacrime artifici ci si riferisce a dei sostituti lacrimali, ovvero a delle preparazioni di vari componenti pensati per sostituire e mimare l’effetto del film lacrimale, che è fondamentale per la nostra superficie oculare, in caso di danni.

Perché è così importante il film lacrimale?

L’interno delle la palpebra, la congiuntiva e la cornea sono costantemente idratati e lubrificati per essere protetti da microrganismi o sostanze nocive. Il film lacrimale e quindi le lacrime hanno proprio funzioni di protezione, lubrificazione, idratazione e anche di perfetta qualità visiva perché senza film lacrimale che si stratifica sulla superficie lacrimale corneale, che a sua volta permette di riflettere ciò che noi vediamo alla retina, un individuo non può vedere bene.

Cosa può provocare l’insorgenza di problemi nella formazione delle lacrime?

Patologie della superficie oculare, infettive o allergiche. C’è anche una malattia detta “occhio secco” in cui uno o tutti i costituenti del film lacrimale non sono adeguatamente prodotti e combinati tra loro e per questo non riescono a garantire la giusta protezione al nostro occhio. Per affrontare queste condizioni vi sono diversi approcci terapeutici e tra i più importanti ed efficaci c’è appunto la sostituzione del film lacrimale non adeguatamente presente sulla superficie oculare.

Quanti tipi di lacrime artificiali esistono?

Le lacrime non sono tutte uguali, nemmeno quelle artificiali. Per capirlo ancora meglio è necessario considerare come è fatto questo film lacrimale.

Prego. 

Il film lacrimale, come detto, è fatto di vari costituenti: uno strato di mucina, aderente sulla superficie degli epiteli della cornea e della congiuntiva che serve a proteggerla e ad agganciare gli altri componenti del film lacrimale in maniera stabile sulla superficie oculare. C’è poi uno strato intermedio fatto di acqua, in cui sono disperse sia le mucine e altre proteine e sali minerali che nutrono e distribuiscono nutrimenti alla superficie oculare sia immunoglobuline, che invece, la proteggono. L’ultimo è uno strato lipidico, che serve a ridurre l’evaporazione della lacrime. Ogni volta che ammicchiamo, quindi che apriamo e chiudiamo le palpebre (lo facciamo, in media, 15 volte al minuto) il film lacrimale si distribuisce sulla superficie: quando chiudiamo le palpebre si arrotola nella fessura interpalpebrale mentre quando lo riapriamo si ridistribuisce, per ridurre l’evaporazione e migliorarne la distribuzione, lo strato lipidico si ridistribuisce sulla superficie. Quando uno strato o un suo componente presente dei danni o funziona in maniera non corretta, ecco che si può ricorrere alle lacrime artificiali che, dunque, hanno una funzione diversa in base ai costituenti di cui sono composti.

Per esempio?

Ci sono lacrime artificiali che hanno funzione mucomimetica, al loro interno quindi hanno sostanze che mimano l’effetto della mucine: legarsi, cioè, all’epitelio della superficie oculare e trattenere acqua per idratare. Ci sono sostituti lacrimali che agiscono da antiossidanti o anche elementi che mimano l’effetto dello strato lipidico per ridurre l’evaporazione e ridare stabilità.

In generale, quanto sono efficaci le lacrime artificiali?

Rappresentano l’intervento terapeutico più facile e comune, e anche quello “più naturale” perché mira ad integrare o sostituire qualcosa che naturalmente non funziona. La loro efficacia terapeutica è indiscussa ma il peso nel migliorare una patologia dipende dalla gravità della situazione esistente. Se, per esempio, queste condizioni di alterazione della superficie oculare sono dovute a infiammazioni e se questa si tratta di patologie molto gravi o croniche, il solo uso delle lacrime artificiali non sarà sufficiente.

Il recente focolaio statunitense mette in dubbio la sicurezza di questi prodotti?

Partiamo con il dire che bisogna analizzare tre elementi. Prima di tutto il tipo di batterio, che è tra i più pericolosi in cui potremmo imbatterci e contro il quale abbiamo sempre meno difese a causa del problema dell’antibiotico-resistenza.  Secondo: sulla base dei risultati di un report datato 7 novembre 2023, sappiamo che oggi sono ancora in corso le indagini per capire se l’origine di questa contaminazione è legata a problematiche nella catena di produzione delle lacrime artificiali. Il terzo elemento da tenere in considerazione è l’igiene con cui conserviamo questi colliri.

Abbiamo una responsabilità, dunque. 

Questi sostituti lacrimali sono inseriti in contenitori sterili nonostante l’assenza di conservanti, che sono sostanze tossiche. Se però non si sta attenti ad evitare la contaminazione, il rischio ovviamente si alza.

Come consiglia di comportarsi?

Serve la massima attenzione, lavarsi sempre le mani quando si maneggiando presidi che vengono a contatto con il nostro corpo e in particolare con gli occhi, sia che siano lenti a contatto o colliri, sia che si tratta di lacrime artificiali. È importante evitare di infilare dita nel contenitori ma anche evitare di sciacquarli sotto l’acqua corrente: al suo interno vi sono microrganismi che se abbiamo un abbassamento delle difese immunitarie possono creare problemi.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.