Maria ha 78 anni ed è affetta da sclerosi laterale amiotrofica. Non è ricoverata in ospedale, per fortuna trascorre le sue giornate nella sua casa in provincia di Modena ma da un po’ di tempo non riesce più ad alimentarsi tanto bene da sola.
Per questo i medici le hanno applicato la cosiddetta Gastrostomia Endoscopica Percutanea (o PEG). Si tratta di un tubicino che collega la cavità gastrica con l’esterno e che le permette di assumere cibi e liquidi.
Nel momento del suo inserimento, viene applicato anche un bumper, cioè una sorta di bottone per tener ferma la Peg che con il tempo deve essere rimosso e sostituito perché finisce per ostruirsi.
L’operazione fino ad oggi è sempre stata eseguita in ospedale dal momento che è comunque una procedura delicata che interessa le pareti dello stomaco ma con Maria le cose sono andate diversamente.
Maria è un nome di fantasia che uso per raccontarti il primo intervento record con cui un team della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Azienda USL di Modena è riuscita a sostituire per la prima volta la PEG direttamente a casa della paziente, senza la necessità di ricorrere al ricovero ospedaliero.
L’intervento unico nel suo genere, avvenuto lo scorso 2 settembre, è stato possibile grazie all’ausilio di speciali occhiali intelligenti: gli smart glasses.
Dati in dotazione esclusiva in Italia alla struttura complessa diretta dal dottor Mauro Manno, questo dispositivo ha consentito a un’infermiera che si trovava a casa di Maria di sostituire il primo impianto della PEG senza spostare la donna, evitando così tutti i rischi legati al trasporto e al ricovero.
Indossando gli smart glasses, l’infermiera è rimasta in collegamento audio/video con un medico posizionato in ospedale che ha supervisionato l’intero intervento dando suggerimenti e consigli per rendere il tutto ancora più sicuro.
L’operazione è durata circa 15 minuti ed è stata un successo, senza complicanze né necessità di ulteriori interventi.
“Tramite il visore degli occhiali è possibile effettuare diverse operazioni che facilitano il dialogo tra l’operatore che li indossa e lo specialista in remoto: si possono infatti scattare e inviare immagini dettagliate delle parti interessate dall’operazione in atto, apportando anche annotazioni testuali o grafiche. Il potenziale di questi dispositivi è enorme e si applica a diversi ambiti, tra cui l’assistenza domiciliare, permettendo di eseguire operazioni di una certa complessità senza necessità di ricoverare il paziente, con tutti i vantaggi che ne conseguono” ha spiegato il Direttore Manno.
Fonte | AUSL Modena