Una sola dose di psilocibina ha ridotto i sintomi depressivi per 6 settimane: un altro passo in direzione degli psichedelici?

Un trial clinico che ha coinvolto 104 pazienti, tra i 21 e i 65 anni, tutti con disturbo depressivo maggiore. Nel gruppo che ha assunto la psilocibina, sostanza derivata dai funghi allucinogeni, sono emersi importanti miglioramento nella riduzione dei sintomi, nella gestione dell’ansia e nella qualità di vita in generale.
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Giulia Dallagiovanna 5 Settembre 2023
* ultima modifica il 05/09/2023

Ci sarebbero nuove conferme sull'efficacia della psilocibina nel trattamento della depressione. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica JAMA infatti una sola dose di questa sostanza psichedelica estratta dai funghi allucinogeni ridurrebbe i sintomi della depressione maggiore con un effetto in grado di durare anche per 6 settimane. Non solo, ma a differenza dei più tradizionali antidepressivi, la psilocibina non avrebbe come effetto collaterale quell'appiattimento emotivo che sperimentano a volte i pazienti, caratterizzato da una ridotta reattività a qualsiasi tipo di emozione, positiva o negativa. Non significa comunque che sia stata trovata la cura definitiva per i disturbi ansioso-depressivi, dal momento che non tutte le persone traggono benefici dall'assunzione controllata di psichedelici.

È comunque questa la direzione in cui sta andando oggi la ricerca sui disturbi mentali. Già dal 2019, ad esempio, è disponibile uno spray nasale a base di esketamina per il trattamento dei sintomi depressivi e che si è dimostrato efficace anche nei pazienti con disturbo bipolare. Sappiamo poi che da luglio scorso, gli psichiatri australiani possono prescrivere MDMA o psilocibina in pazienti con disturbo post-traumatico da stress o depressione e che l'FDA negli Stati Uniti potrebbe approvare l'uso dell'ecstasy in terapia per il PTSD entro la fine del 2023. La psilocibina è già stata approvata in diversi Stati USA, mentre Canada, Isreale e Svizzera consentono l'uso di allucinogeni in funzione terapeutica, seppur all'interno di rigidi protocolli clinici. Anche quest'ultima ricerca deve essere letta nel contesto di quello che viene definito un Rinascimento Psichedelico.

È uno studio di fase 2 che ha coinvolto 104 partecipanti di un'età compresa tra i 21 e i 65 anni, tutti con sintomi da depressione maggiore, ma senza alcun altra implicazione clinica. Provenivano da 11 Stati diversi degli Stati Uniti e sono stati seguiti dal 2019 fino al 2022. Un'importante novità di questa pubblicazione è l'uso di uno specifico placebo, la niacina o vitamina B3, che produce un innocuo arrossamento della pelle. Questo effetto collaterale rendeva più complicato per partecipanti e ricercatori distinguere a prima vista tra il gruppo che aveva ricevuto 25 milligrammi di psilocibina e quello che aveva assunto 100 milligrammi di niacina. Nello stesso tempo, i partecipanti hanno ridotto gradualmente l'assunzione degli antidepressivi classici fino a terminarla del tutto.

Gli autori dello studio hanno poi valutato attraverso una serie di test l'intensità dei sintomi depressivi manifestanti dai pazienti sia all'inizio che in diverse fasi del percorso: a 2, 8, 15, 29 e 43 dall'assunzione dei composti. Nel frattempo hanno posto domande anche rispetto a eventuali sintomi di ansia, effetti collaterali e sulla qualità della vita in generale.

Dopo sei settimane, nel gruppo che aveva assunto psilocibina emergevano importanti miglioramenti dal punto di vista dei sintomi depressivi, in confronto al gruppo di controllo. I benefici erano già evidenti entro i primi 8 giorni dall'assunzione e si mantenevano per i successivi 42. Anche se, aggiungono gli autori, non tutti i partecipanti hanno mostrato gli stessi livelli di miglioramento.

C'è inoltre un altro aspetto fondamentale da precisare. L'assunzione di psilocibina all'interno di questo studio, e in generale di tutti i percorsi terapeutici che prevedono l'uso di psichedelici, è sempre associato a un supporto psicoterapeutico. Fondamentale soprattutto quando le alterazioni dello stato di coscienza indotte dalle sostanze producono esperienze complicate o potenzialmente traumatiche.

Gli psichedelici potrebbero rappresentare il futuro prossimo dei trattamenti psichiatrici, almeno per quel 30% di pazienti che non risponde ai farmaci tradizionali. Rimangono ancora però diversi punti da chiarire e soprattutto la necessità di stabilire un protocollo standard per la terapia.

Fonte| "Single-Dose Psilocybin Treatment for Major Depressive Disorder", pubblicato su JAMA il 31 agosto 2023; 

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