Vaccini contro cancro e malattie cardiache entro il 2030? Sarebbe possibile grazie all’mRNA

L’annuncio del direttore sanitario di Moderna, Paul Burton, accende una speranza che “potrebbe salvare migliaia, se non milioni di vite”. La tecnologia funzionerebbe proprio come quella testata contro il Covid e i primi vaccini potrebbero arrivare già tra 5 anni.
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Giulia Dallagiovanna 11 Aprile 2023
* ultima modifica il 11/04/2023

Un vaccino a mRNA personalizzato contro il cancro. E forse, nel futuro breve, anche contro le malattie cardiache, la malattie autoimmuni e le infezioni respiratorie. Lo ha dichiarato il direttore sanitario di Moderna, Paul Burton, durante un'intervista, proprio pochi mesi dopo l'annuncio di un vaccino efficace all'83,7% contro il virus sinciziale negli over60, almeno stando ai dati preliminari. La tecnologia a mRNA sembra essere il futuro della prevenzione, ancora di più in seguito all'accelerata alla ricerca arrivata con la pandemia, a partire proprio dai pazienti malati di tumore che lo potranno utilizzare in abbinamento all'immunoterapia. Un farmaco che "potrebbe salvare centinaia di migliaia, se non milioni di vite", secondo lo stesso Burton.

Come funziona

Il funzionamento della tecnologia a mRNA è lo stesso di quello già sperimentato contro il Covid: istruire le cellule del tuo corpo affinché producano quella proteina contro cui si potrà poi scatenare il tuo sistema immunitario.

Prima di tutto sarà necessario investire nella ricerca: è fondamentale individuare con certezza la causa genetica della malattia per sviluppare un vaccino mirato. Dopo di che, almeno per quanto riguarda il tumore, si procederebbe con una biopsia da inviare a un laboratorio, dove verranno individuate le mutazioni genetiche che caratterizzano le cellule tumorali rispetto a quelle sane. A questo punto, si passerebbe alla fase di selezione dove un algoritmo individurà le mutazioni responsabili della crescita della neoplasia che potrebbero diventare target per il sistema immunitario.

Partendo da questi dati, si potrà sviluppare una molecola di RNA messaggero, contenente le istruzioni per sintetizzare le proteine specifiche, ovvero gli antigeni, contro le quali si possa innescare la risposta immunitaria.

Le altre patologie oltre al cancro

Questa notizia non arriva del tutto a ciel sereno: le sperimentazioni sulla tecnologia a mRNA nell'ambito della cura contro il cancro erano già in corso quando è scoppiata la pandemia. Anzi, come ci aveva spiegato il professor Filippo de Braud, dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, la BioNTech ha avuto l'idea di un vaccino a mRNA contro il Covid proprio a partire dalle ricerche che stava conducendo in ambito oncologico. Non a caso c'è chi sostiene che l'emergenza sanitaria sia stata l'occasione per racchiudere 15 anni di progressi in massimo 12 o 18 mesi.

Questo stesso modello potrebbe quindi essere usato come base per sviluppare vaccini contro malattie rare, ma anche contro la patologie autoimmuni o quelle cadiovascolari. Oltre naturalmente a poter ampliarne l'uso per altre malattie infettive, come appunto il virus RSV o l'influenza.

Quando arriverà?

Burton si è sbilanciato, fissando come termine ultimo il 2030 e aggiungendo che già nell'arco dei prossimi 5 anni Moderna potrebbe essere in grado di fornire i primi vaccini a mRNA contro il cancro. Una rapidità resa possibile dal via libera di FDA a febbraio, che ha classificato la terapia come "Breakthrough Therapy", garantendo così un'accelerazione al suo sviluppo. Ora l'incognita sono più che altro i fondi: non deve infatti esaurirsi il flusso di investimenti avviato durante il Covid.

Fonte| Ansa

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