Vertigine posizionale parossistica benigna: cos’è e quali sono le manovre per riportare in posizione gli otoliti

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in questi giorni si trova costretta a letto a causa di una sindrome otolitica, ovvero di un episodio di vertigine posizionale parossistica benigna. Per questo motivo ha dovuto rimadare la conferenza stampa di fine anno al 4 gennaio. Ma perché si verificano queste vertigini? E come si curano? Proviamo a capire meglio.
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Giulia Dallagiovanna 28 Dicembre 2023
* ultima modifica il 28/12/2023

Si parla di vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB), o canalolitiasi, per riferirsi al sintomo con cui si manifesta lo spostamento degli otoliti. Gli organi otolitici si trovano all'interno del tuo orecchio e, più nello specifico, nel labirinto, l'organo dell'equilibrio. Se quest'ultimo subisce una qualche alterazione, come appunto lo spostamento degli otoliti, possono subentrare delle vertigini rotatorie, ovvero quella sensazione di una stanza che gira intorno a te per un tempo che può variare dai 30 secondi a un minuto circa. Lo potresti notare ogni volta che muovi il capo e spesso insorge al momento di coricarti oppure appena sveglio, quando ti alzi dal letto. Per curare questo disturbo, che è una delle cause più comuni di vertigine, si ricorre ad alcune manovre specifiche eseguite da un otorinolaringoiatra, il cui scopo è riportare gli otoliti in posizione corretta. Vediamo meglio di che si tratta.

Cos'è

La vertigine posizionale parossistica benigna è un disturbo provocato da un'alterazione dell'organo dell'equilibrio. Per capire meglio, proviamo ad analizzare brevemente l'anatomia dell'orecchio interno. Questa parte del tuo corpo contiene la coclea, l'organo che ti permette di sentire suoni e rumori, e il labirinto, l'organo che fa in modo, appunto, che tu rimanga in equilibrio mentre sei in posizione eretta.

Il labirinto è composto, a sua volta, da tre canali semicircolari, la cui funzione è quella di percepire l'accelerazione rotatoria della testa, ovvero la velocità con cui la tua testa gira e si muove. Accanto a questi canali ci sono poi due organi otolitici: l'utricolo e il sacculo. All'interno degli organi otolici troviamo gli otoliti, delle specie di sassolini immersi in un liquido che rimpie l'orecchio interno e prende il nome di endolinfa.

Di norma, gli otoliti seguono il movimento del capo e inviano dei segnali al cervello per indicargli, di fatto, cosa sta facendo la tua testa. Il problema nasce proprio quando questa particelle di calcio si staccano dagli organi otolitici e si spostano in un'altra parte del tuo orecchio interno. Ne deriva una sovrastimolazione dei recettori nervosi e dunque messaggi errati al cervello che restituirà una scorretta percezione di movimento: ecco perché ti sembrerà che la stanza ruoti attorno a te o che tu stia cadendo anche quando, in realtà, sei fermo.

Le cause

Perché vengono le vertigini parossistiche? Come già ti spiegavamo, la causa è da ricercarsi nel distacco degli otoliti che viene favorito soprattutto dall'invecchiamento. Ma non solo. Altre cause possono essere infezioni all'orecchio, traumi alla testa, interventi chirurgici, patologie che hanno colpito l'orecchio interno e lunghi periodi di tempo trascorsi a letto.

I sintomi

Il sintomo principale della vertigine posizionale parossistica benigna sono appunto le vertigini rotatorie, associate spesso a una sensazione di nausea e vomito. Questi episodi, che durano appunto tra i 30 secondi e il minuto, si presentano più facilmente quando la testa cambia posizione rapidamente. Questo accade al momento di coricarsi, mentre ci si rialza dal letto, si inclina il capo all'indietro oppure verso il basso per raccogliere qualcosa. A volte gli episodi possono ripetersi per diversi giorni o settimane, fino poi a riudurre gradualmente la frequenza nel tempo.

Come potrai immaginare, non è un problema grave di per sè, ma può provocare cadute o altri incidenti che diventano pericolosi se non ci si trova in una situazione di sicurezza. È sconsigliato ad esempio mettersi alla guida durante i giorni in cui insorgono questi episodi.

La diagnosi

La diagnosi di vertigine posizionale parossistica benigna viene effettuata da un otorinolaringoiatra che inizierà da un anamnesi per ricostruire i sintomi, le caratteritische delle vertigini e la storia clinica del paziente. A quel punto potrebbe svolgere alcune manovre di mobilizzazione, di cui la più frequente è quella chiamata di Dix-Hallpike, mentre si verifica la presenza di nistagmo oculare, ovvero un movimento rapido, ritmico e involontario degli occhi.

Il paziente quindi è seduto sul lettino, con la testa ruotata di 45 gradi. Gli si fa inarcare la schiena di 20 gradi e si verifica la comparsa di vertigini o, appunto, nistagmo. Per effettuare questo controllo si fanno indossare alla persona gli occhiali di Frenzel che rendono impossibile fissare lo sguardo in modo da far emergere appunto un movimento anomalo degli occhi qualora fosse presente. In alternativa, si usa la videonistagmografia attraverso delle telecamere apposite. Se c'è, il nistagmo e le vertigini compaiono entro 30 secondi e poi diminuiscono fino a scomparire.

Come si cura la vertigine posizionale parossistica benigna

Per curare la vertigine posizionale parossistica benigna non vengono consigliati farmaci ma le cosiddette manovre liberatorie, il cui scopo è riposizionare gli otoliti. Se ne occupa l'otorinolaringoiatra e nello specifico si tratta di:

  • la manovra di Epley
  • la manovra di Semont

In entrambi i casi il professionista farà ruotare il capo del paziente mentre questo sarà seduto o sdraiato sul lettino. Variano i movimenti specifici, il grado di rotazione della testa e i secondi o minuti durante i quali è necessario rimanere in quella posizione. Si tratta di manovre che devono essere eseguite obbligatoriamente da uno specialista.

Esistono poi gli esercizi di Brandt-Daroff, che possono invece essere svolti in autonomia dal paziente per contrastare l'episodio acuto e accelerare la scomparsa delle vertigini. Sono movimenti in cui la persona è seduta e deve sdraiarsi di lato con il naso rivolto all'insù di 45 gradi. Si mantiene la posizione per 30 secondi e si ripete poi la sequenza dall'altro lato. I movimenti devono essere ripetuti per cinque volte consecutivamente e per tre volte al giorno, consultandosi prima con uno specialista che spieghi nel dettaglio i gesti da compiere.

Fonti| MSD Manuals; Centro medico santagostino;

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