Che ne sarà del Coronavirus? Potrebbe restare con noi e diventare poco più che un semplice raffreddore

Alcuni ricercatori degli Stati Uniti hanno analizzato tutti i parenti più prossimi del SARS-Cov-2, che possono attaccare anche l’uomo: i quattro coronavirus che provocano il raffreddore e i due all’origine di SARS e MERS. Le loro deduzioni fanno ben sperare per il futuro: il virus continuerà a circolare, ma non causerà più malattie gravi. E questo anche grazie ai vaccini.
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Giulia Dallagiovanna 19 Gennaio 2021
* ultima modifica il 28/01/2021

È quasi un anno che convivi con il Covid-19 e mentre ormai le mascherine sono diventate parte integrante del tuo outfit, si fa sempre più imperante la domanda: ma quando finirà tutto questo? Quando potremo lasciarci finalmente la pandemia alle spalle e tornare, quanto meno, ad uscire di casa senza avere paura di un contagio? I vaccini sono probabilmente la risposta più certa: non appena un numero sufficiente di persone avrà ricevuto il farmaco e sviluppato gli anticorpi, si formerà la cosiddetta immunità di gregge e il Coronavirus non ci preoccuperà più. Un ragionamento piuttosto semplice e logico, anche se lascia aperto qualche quesito. Nello specifico: che ne sarà del SARS-Cov-2? Secondo alcuni ricercatori americani diventerà endemico, cioè continuerà a circolare tra di noi, ma non sarà molto diverso da un banale raffreddore. Proviamo a capire meglio cosa è emerso dallo studio pubblicato su Science.

Prima di tutto, va detto che fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria era stata paventata questa possibilità. Si pensava nello specifico che il virus potesse mutare, diventando più contagioso, ma meno letale. Andando quindi a raggiungere il livello di allerta di un'influenza classica. Questo tipo di alterazione al momento non si è ancora verificata e tra le diverse varianti che si stanno diffondendo, ce ne sono persino alcune più aggressive rispetto a quella che abbiamo imparato a conoscere. C'è però un altro elemento di cui dobbiamo tenere conto: gli anticorpi. Il Covid-19 ha potuto provocare così tante morti e malattie gravi perché era totalmente sconosciuto al sistema immunitario, che quindi non aveva idea di quali armi produrre per contrastare le infezioni. Ma questa situazione non potrà rimanere tale per sempre.

E così si arriva allo studio delle Università di Atlanta e della Pennsylvania. I ricercatori hanno preso in considerazione i sei coronavirus che già conosciamo. Quattro di questi, come ormai avrai sentito ripetere diverse volte, sono già endemici, circolano anche da noi e provocano un semplice raffreddore. I restanti sono ben più pericolosi del SARS-Cov-2. Si tratta infatti di quelli che hanno causato l'epidemia di SARS a cavallo tra il 2002 e il 2003, con un tasso di mortalità che arrivava all'11%, e che hanno fatto emergere la MERS nel 2012, malattia che provocava il decesso in circa un terzo delle persone che la contraevano. Ma se i quattro coronavirus umani endemici sono piuttosto diffusi e abbastanza contagiosi, i due ceppi più pericolosi si sono sostanzialmente auto-confinati: nessuno dei due ha mai provocato seri focolai al di fuori delle aree in cui è avvenuto il salto di specie. Questo è più o meno un riassunto delle conoscenze che, ad oggi, abbiamo rispetto a questa famiglia di virus.

Il SARS-Cov-2 ha tratti in comune con i quattro coronavirus che provocano il raffreddore

E ora veniamo alla buona notizia: il SARS-Cov-2 ha tratti in comune con i patogeni che provocano il raffreddore. Gli autori spiegano che di norma ti scontri con questi virus da piccolo, più o meno quando hai tra i 3 e i 5 anni. Contrai la tua prima infezione, che non si manifesta in modo grave perché in quella fase della tua vita il tuo sistema immunitario è davvero combattivo: sei stato gettato da poco in un mondo pieno di possibili minacce e il tuo organismo è pronto ad affrontarle tutte. Dopodiché incontrerai questi virus molte altre volte nel corso della tua vita e così la tua memoria immunitaria verrà continuamente rinfrescata. Pensa che nella maggior parte dei casi, l'infezione non riesce più a provocare sintomi. Ti ricorda qualcosa?

Dunque, secondo le ipotesi dei ricercatori, se tutti venissimo contagiati dal Coronavirus, raggiungeremmo una protezione tale da indurlo a diventare qualcosa di molto simile a una forma para-influenzale. Ovviamente però, se l'intera popolazione contraesse il SARS-Cov-2 si verificherebbe un disastro sanitario di dimensioni epocali. L'influenza spagnola tra il 1918 e il 1920 provocò 20 milioni di morti, cosa potrebbe accadere con il Covid-19? A dire la verità, non viene nemmeno voglia di scoprirlo. Esiste però una soluzione molto più sicura, più rapida e che a breve (si spera) sarà "a portata di mano": il vaccino. È questo l'escamotage scoperto alla fine del ‘700 da Edward Jenner per fare in modo che il tuo corpo produca gli anticorpi senza aver mai contratto la malattia.

Insomma, ritenere che l'immunità di gregge ci permetterà di arrivare all'eradicazione del SARS-Cov-2 forse è una speranza un po' troppo ottimistica. Per il vaiolo furono necessari più di 10 anni, non proprio qualche mese. Inoltre, al momento le soluzioni che sono state prodotte e approvate da Ema ed FDA sono sicuramente in grado di prevenire la malattia, ma non è ancora stato dimostrato che riescano ad evitare del tutto il contagio.

Tutte queste considerazioni portano a ritenere che la direzione teorizzata dai ricercatori americani sia quella più probabile. Il virus circolerà, potremo contrarlo ancora, ma non provocherà sintomi o saranno al massimo quelli di un raffreddore o un'influenza. I vaccini faranno in modo che nessuno accusi più un'infezione grave e soprattutto che non si verifichino più centinaia di morti al giorno.

Fonte| "Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity" pubblicato su Science il 12 gennaio 2021

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