Potresti averne avute o averne sentito parlare da qualcuno che ti è vicino: sono le cisti al seno. Piccoli rigonfiamenti, di solito pieni di liquido, che possono crescere di dimensioni e che vanno controllati in modo tale da capirne la pericolosità. Sì perché di norma queste formazioni sono benigne e non sempre ci dobbiamo preoccupare, ma il consulto con il medico è necessario.
Le cisti al seno non sono altro che piccole sacche, che normalmente contengono liquido e che si formano sul tessuto mammario, appunto. Sono delle sorta di lesioni benigne, che di solito sono molto comuni nelle donne in perimenopausa, ossia quel periodo che precede la menopausa “definitiva”. Un momento di passaggio, che può però arrivare a durare diversi mesi.
Ma quando preoccuparsi? E quali tipologie di cisti ci sono? Di norma, le cisti sono di natura benigna e si mantengono così, cioè non diventano maligne, ma il semplice fatto che una o più lesioni, cisti appunto, siano presenti, fa sì che si renda necessario un monitoraggio più attento. In poche parole, le tue visite di controllo dovranno essere più approfondite e, magari, anche più frequenti del solito.
Non conosciamo ancora con certezza le cause delle cisti al seno. Sappiamo solo che l’età “più colpita” varia tra i 30 e i 50 anni. Gli sbalzi o i cambiamenti nei livelli ormonali possono favorire la loro comparsa, ecco perché il rischio tende ad aumentare nel periodo che precede la menopausa. Le possibilità di insorgenza possono inoltre dipendere dal tipo di tessuto di cui è costituito il tuo seno.
Esiste poi un punto particolare in cui amano formarsi, ossa nelle vicinanze di quella che in gergo tecnico è chiamata unità terminale del dotto lobulare, quindi dove i lobuli si uniscono e si congiungono ai condotti galattofori, quei “canali” che portano il latte dalle ghiandole mammarie al capezzolo per consentirne la fuoriuscita per il bambino.
Perché si formano lì? Se la ghiandola mammaria si sviluppa in modo anomalo o si ostruisce uno dei dotti da parte dell'epitelio iperplasico, si possono formare dilatazioni in cui si accumula del liquido. E se pensi che possano formarsi solo nel seno femminile ti sbagli, la formazione si può verificare anche in quello maschile.
Come ti abbiamo già detto, le cisti sono sacchi “ripieni” di liquido e al tatto li puoi sentire: avrai la sensazione di toccare piccoli noduli che si possono muovere leggermente. Nella mammella, le cisti possono essere una o anche più, anche se di solito si formano in un solo seno, difficilmente in entrambi. La grandezza è variabile e in base a questa si divide la formazione cistica in:
In aggiunta a questi sintomi e classificazioni, ne aggiungiamo un’altra tipologia: semplici e complesse.
È importante che tu sappia che le cisti semplici non aumentano il rischio di tumore al seno. Tuttavia, è sempre fondamentale l’autopalpazione e l’accertamento tramite esami specifici come l’ecografia mammaria, che permette di vedere “all’interno” della mammella e di capire se c'è presenza di liquido o di parti solide o setti.
Se poi ci sono dubbi il tuo senologo può richiedere l’agoaspirato: ossia viene inserito un ago sottile nella lesione sospetta e aspirato il liquido contenuto. Ecco come si può presentare il liquido: se è giallo o verdognolo, indica, solitamente, una cisti al seno. Se, invece, il materiale prelevato appare striato di sangue, ha impurità solide o cellule neoplasiche e resta di dimensioni invariate dopo l'agocentesi, invece, viene inviato al laboratorio per l'indagine citologica. Se invece non è stato possibile aspirare il fluido è probabile che ti verrà chiesto di sottoporti alla mammografia o all'esame istologico, ossia il prelievo di un campione di cellule tramite agobiopsia mammaria.
Essendo benigne, di norma le cisti non richiedono alcun trattamento se non un’adeguato controllo tramite ecografia e autopalpazione. Se vuoi alleviare il dolore un consiglio utile può essere l'utilizzo di un reggiseno per dare supporto o l'impiego antidolorifici, come il paracetamolo. Quando invece le cisti sono aumentate di volume può essere praticato l’agoaspirato per drenare il liquido dalle formazioni. Se poi tendono a riformarsi è bene parlare con il medico per capire se l’aspirazione sta funzionando o se prendere in considerazione il trattamento farmacologico come contraccettivi orali, danazolo o tamoxifene per ridurre la ricorrenza di cisti al seno. Mentre l’intervento chirurgico viene considerato solo in caso di mutazioni anomale, quindi cambiamenti strani.
Fonte| Humanitas