Una pillola ingeribile contro le apnee notturne. Non una pillola per curarla, ma per monitorarle, diagnosticarle e, in un futuro non troppo lontano sì, anche per trattarle.
I ricercatori del Massachusetts Institute Of Technology di Boston, insieme alla Celero Systems e alla West Virginia University hanno messo a punto un dispositivo di elettronica commestibile che potrebbe rendere il processo diagnostico di questi disturbi del sonno decisamente meno invasivo e che, più in generale, potrebbe darci accesso a segnali e parametri vitali senza ulteriori esami o procedure.
Ad oggi infatti un individuo deve trascorrere una notte presso un laboratorio del sonno, collegato a diversi sensori e macchine.
Ora invece potrebbe bastare una pillola delle dimensioni di una normale capsula di multivitaminici, sviluppata in modo da monitorare i segni vitali all’interno del tratto gastrointestinale di chi la ingerisce.
Come hanno spiegato sulla rivista Device, la capsula è costruita con un accelerometro capace di misurare la frequenza respiratoria e rilevare i movimenti generati dal battito del cuore e dall’espansione dei polmoni.
È poi dotata di due piccole batterie e un’antenna wireless che trasmette i dati a un computer esterno.
La pillola è stata prima testata su modelli animali, che hanno offerto ai ricercatori risultati interessanti. La capsula era stata in grado, infatti, di misurare con precisione la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca, ma non solo.
Collateralmente, un successivo esperimento ha dimostrato che il sensore poteva anche rilevare la riduzione della frequenza respiratoria causata da una grande dose di fentanil, un farmaco oppioide che negli Stati Uniti è diventata una vera e propria piaga sociale.
Sulla scorta di dati promettenti, gli scienziati hanno quindi deciso di testare la capsula sull’uomo, mettendo insieme uno studio clinico presso il Rockefeller Neuroscience Institute della West Virginia University.
Hanno così coinvolto 10 volontari, a cui è stata somministrata la pillola e che sono stati anche collegati ai classici sensori utilizzati per monitorare il sonno, in modo che i ricercatori avessero il confronto con entrambe le tipologie di misurazione.
L’analisi dei dati, anche in questo caso, è stata un successo perché la capsula si è dimostrata in grado di rivelare con estrema precisione sia la frequenza respiratoria che la frequenza cardiaca, individuando anche un episodio di apnea notturna sperimentato da uno dei pazienti.
“Ciò che siamo riusciti a dimostrare è che, utilizzando la capsula, potremmo acquisire dati che corrispondevano a ciò che avrebbero catturato i tradizionali sensori transdermici” hanno spiegato i ricercatori, confermando poi che nessun paziente ha riportato un effetto negativo a causa della capsula, “che è passata senza danni attraverso il tratto digestivo”.
Dopo la batteria commestibile sviluppata dall’IIT di Genova, l’elettronica ingeribile sta facendo passi enormi verso il futuro.
Fonte | "First-in-human trial of an ingestible vitals-monitoring pill" pubblicata il 17 novembre 2023 sulla rivista Device