La celiachia è una malattia autoimmune di cui avrai sicuramente sentito parlare. Comunemente la si considera un'intolleranza al glutine, anche se questo termine non è del tutto corretto. In generale, si verifica quando l'organismo non è in grado di assorbire questa proteina, che è per altro contenuta in moltissimi alimenti tipici della nostra cucina, soprattutto in quelli derivanti da alcuni cereali. Su Ohga comunque ti abbiamo già spiegato cos'è la celiachia e come viene effettuata la diagnosi. Al momento, soprattutto quando si sospetta la patologia in età adulta, la procedura prevede un esame del sangue, alla ricerca di marcatori specifici, e poi una gastroduodenoscopia per effettuare una biopsia intestinale. Una nuova ricerca della Mayo Clinic, però, suggerisce la possibilità di evitare un esame invasivo e di chiarire ogni dubbio attraverso un diverso emocromo.
Quando ti sottoponi alle classiche analisi del sangue, vengono analizzati in laboratorio diversi valori selezionati dal tuo medico in base a quale problema sospetta che tu possa avere. In caso di celiachia, il prelievo va a valutare un valore che si chiama anti-transglutaminasi e controlla che tu sia positivo agli anticorpi IgA ed un valore che si chiama anti-endomisio, questi sono gli indicatori della malattia. A quel punto, si procede con la biopsia per prelevare una particella microscopica di villi duodenali, situati nella prima parte dell'intestino tenue, per accertare la presenza del problema e anche per tenerlo monitorato. Ed è proprio questo passaggio che potrebbe in futuro essere sostituito da un nuovo prelievo del sangue.
I ricercatori del dipartimento di Gastroenterologia ed Epatologia della Mayo Clinic hanno spostato l'attenzione su un complesso proteico chiamato tTG-DGP. Si sono accorti che potrebbe essere l'indicatore giusto non solo per accertare che un paziente sia effettivamente celiaco, ma anche per valutare i progressi di guarigione della mucosa intestinale una volta iniziata la dieta specifica senza glutine. E i test sono andati bene, avendo dimostrato una sensibilità agli anticorpi in esame del 99% e una specificità del 100%. Che questo strumento non sembri sbagliare viene confermato anche dall'assenza di risultati falsi positivi, cioè della diagnosi di celiachia su persone in realtà sane.
Si tratta ancora di ipotesi in fase sperimentale, anche se potrebbe aprire a un nuovo metodo di diagnosi e di controllo, decisamente meno invasivo rispetto a un'endoscopia. E se durante la tua vita hai dovuto sottoporti a questo esame, capirai ancora meglio di quale svolta importante si tratti.
Fonte| "Synthetic Neoepitopes of the Transglutaminase-Deamidated Gliadin Complex as Biomarkers for Diagnosing and Monitoring Celiac Disease" pubblicato su Gastroenterology a febbraio 2019