È morto “Mario” (Federico Carboni), il primo paziente ad aver ottenuto il suicidio assistito in Italia

Aveva 44 anni e da 12 era costretto a letto a causa di un incidente stradale che lo aveva reso tetraplegico. Dopo una vicenda giudiziaria durata 2 anni, in mancanza di una legge che tuttora è bloccata al Senato, ha potuto finalmente vedersi riconosciuto un diritto. Oggi ha creato un precedente importantissimo per tutti quelli che verranno dopo di lui.
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Giulia Dallagiovanna 16 Giugno 2022
* ultima modifica il 16/06/2022

"Mario" si è spento oggi e con il suo coraggio ha fatto la storia. Ma soprattutto ha aperto la strada a chi, dopo di lui, vorrà lottare per vedersi risconosciuti i propri diritti. Mario, il cui nome vero è Federico Carboni, è il primo paziente ad aver ottenuto il suicidio assistito in Italia. Solo pochi giorni fa avevamo raccontato la storia di Fabio Ridolfi, che aveva invece scelto di rinunciare di fronte alle lungaggini del sistema burocratico e di ripiegare sulla sedazione profonda.

"Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita, sarei falso e bugiardo se dicessi il contrario perché la vita è fantastica e ne abbiamo una sola. Ma purtroppo è andata così. Ho fatto tutto il possibile per riuscire a vivere il meglio possibile e cercare di recuperare il massimo dalla mia disabilità, ma ormai sono allo stremo sia mentale sia fisico. Non ho un minimo di autonomia della vita quotidiana, sono in balìa degli eventi, dipendo dagli altri su tutto, sono come una barca alla deriva nell'oceano. Sono consapevole delle mie condizioni fisiche e delle prospettive future quindi sono totalmente sereno e tranquillo di quanto farò. Con l'Associazione Luca Coscioni ci siamo difesi attaccando e abbiamo attaccato difendendoci, abbiamo fatto giurisprudenza e un pezzetto di storia nel nostro paese e sono orgoglioso e onorato di essere stato al vostro fianco. Ora finalmente sono libero di volare dove voglio".

Le sue ultime parole si leggono tutto d'un fiato. E sintetizzano non solo i suoi due anni di battaglia, ma le lotte di tutte le persone che lo hanno preceduto, tra malati e famigliari, e che hanno contribuito a smuovere la coscienza pubblica nonostante l'immobilismo del Parlamento. Ricordiamo infatti che oggi il suicidio assistito in Italia è legale, grazie alla famosa sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Dj Fabo. Quello che manca è una legge che definisca un iter per la richiesta e dei tempi certi in cui ricevere una risposta.

Federico Carboni aveva 44 anni ed era originario di Senigallia. Da 12 anni era bloccato a letto a causa di una frattura della colonna vertebrale con lesione del midollo spinale, riportata in seguito a un incidente stradale. Oltre alla tetraplegia, erano insorte altre patologie gravi, fonte di sofferenze insopportabili. Per questo motivo, il 28 agosto 2020 aveva inoltrato la richiesta ad Asur Marche affinché potesse verificare la presenza delle condizioni per accedere al suicidio assitito. La vicenda era poi finita in tribunale di fronte al rifiuto a procedere da parte dell'Azienda sanitaria e in mancanza di una legge che la obbligasse a farlo. Tra ricorsi e vittorie, la visita del Comitato etico verrà approvata dopo ben 10 mesi.

Ma al momento dell'atteso via libera, il 9 febbraio scorso, arriva un'altra amara sorpresa: il farmaco (il Tiopentone sodico), il macchinario e tutta l'assistenza sanitaria necessaria saranno in carico al paziente e non al servizio sanitario nazionale, per un totale di 5mila euro. L'Associazione Coscioni fa partire subito un crowfunding che in poche ore raccoglie tre volte la cifra necessaria.

La strumentazione era arrivata proprio questa mattina e Carboni è morto alle 11:05, sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, l'anestesista che aveva assistito anche Pergiorgio Welby e che ha fornito la propria consulenza durante l'intero procedimento giuziario di "Mario".

Oggi è stato creato un precedente importantissimo. È stato sfondato un muro ed è stato affermato un diritto. Per il prossimo "Mario", ottenere il suicidio assistito potrebbe essere un po' più facile. In attesa di una legge che, ad oggi, è bloccata in commissione Sanità al Senato.

Fonte| Comunicato Stampa Associazione Luca Coscioni

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