Emergenza dengue: quali sono i Paesi più a rischio e cosa sta facendo l’Italia contro questa malattia trasmessa dalle zanzare

Il Perù ha dichiarato la Dengue un’emergenza sanitaria nazionale, a causa dell’eccessivo dilagare dei contagi. Tra le cause c’è il cambiamento climatico, che con le continuate ondate di calore e la scomparsa degli inverni sta rivoluzionando la geografia delle malattie infettive. Un fenomeno che coinvolge anche l’Italia, da tempo alle prese con casi di Dengue e con misure di prevenzione e disinfezione nei confronti delle zanzare Aedes, vettori dell’infezione.
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Kevin Ben Alì Zinati 20 Marzo 2024
* ultima modifica il 20/03/2024

Aggiornamento del 20 marzo 2024

La situazione Dengue, in Brasile, sti sta gonfiando sempre di più. Negli ultimi tre mesi, è stato superato il record di casi in un anno con almeno 1.889.206 segnalazioni probabili. Si tratta del numero più alto mai registrato dal 2000.

L'eco di questo numero è ancora più grande, e drammatica, se consideri che si tratta di 4 volte il numero di casi di Dengue segnalati nello stesso periodo del 2023. Il precedente record era relegato al 2015 (con 1.688.688 casi), mentre il 2023 è stato il terzo anno peggiore (1.658.816 casi). Decessi? Anche qui i numeri sono importanti perché sono già 561 quelli confermati (1.094 in tutto il 2023).

Come ti avevamo già raccontato qui sotto, sono già dieci Stati brasiliani hanno che dichiarato lo stato di emergenza, San Paolo compresa.

L'ultimo pezzo del puzzle è rappresentato dai dati di adesione alla campagna vaccinale, che non sono per nulla rassicuranti. Nonostante all'orizzonte ci siamo i 2 milioni di casi di Dengue, a poco più di un mese dall’inizio della vaccinazione è stato somministrato solo il 30,8% delle dosi distribuite, ovvero 381.029 dosi su un totale di 1.235.236.

La dengue nel mondo

La diffusione della dengue oggi è sempre più sotto l'occhio attento di scienziati e istituzioni. Non significa che siamo in una situazione di pericolo imminente ma che non va sottovalutato (più) nulla.

Questa malattia infettiva di origine virale veicolata dalle zanzare sta creando scompiglio in più di una zona dell'America Latina. Importanti focolai di contagio registrati tra fine 2023 e l'inizio di quest'anno hanno costretto Paesi e governi a dichiarare lo stato di emergenza: è il caso del Perù o di San Paolo, lo stato più popoloso del Brasile.

L'Argentina, invece, si sta mobilitando con azioni di disinfezione e sanificazione in virtù di un tasso di trasmissione dell'infezione pari qualcosa come 80 casi ogni 100mila persone.

Infezione di origine virale, la dengue si manifesta soprattutto con dolori e febbre, che può risolversi da sola nel giro di un paio di settimane anche persistere e trasformarsi in febbre emorragica. La caratteristica distintiva è la modalità di contagio: classica dengue viene infatti passata all'uomo da una zanzara, in particolare quella della specie Aedes aegypti.

Questo è il punto fondamentale. Viaggiando con turisti e insetti sulle ali della globalizzazione, questa infezione rischia di strabordare pesantemente un po' il tutto il mondo. Quelli argentini, brasiliani o peruviani infatti non sono casi isolati a latitudini lontane da noi o dall'Europa.

Lo stesso quadro di attenzione e monitoraggio della dengue vede anche l’Italia tra gli stati alle prese con azioni preventive, a causa appunto di mini focolai registrati in più zone del nostro territorio.

Non solo: considera che il cambiamento climatico rappresenta il carburante nel motore di questo dilagare di casi. Gli aumenti di temperature e le ondate di calore stanno infatti letteralmente contribuendo a riscrivere la geografia di molte malattie, come appunto la dengue.

Diamo uno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo.

Brasile

La situazione che si registra in Brasile non lascia tranquilli. Solamente dall'inizio di quest’anno, infatti, sono stati oltre un milione i contagi confermati: un aumento di quasi il 400% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi 200 persone invece avrebbero già perso la vita.

Nelle ultime ore, tuttavia, è arrivata la decisione del Centro operativo di emergenza di San Paolo di attivare lo stato di emergenza a causa del dilagare dell'infezione. "Abbiamo lavorato con i dati del pannello di monitoraggio, 311 casi ogni 100mila abitanti" hanno dichiarato le autorità.

Fino a ieri lo Stato di San Paolo aveva segnalato 31 morti causati dalla dengue e altri 122 sarebbero ancora sotto indagine. I casi totali nella regione hanno raggiunto quota 138.259.

Argentina

Non va meglio in Argentina. Qui i contorni dell'epidemia parlano di oltre 57mila contagi, 38 decessi dall'inizio dell'anno e un'infezione dilagata in oltre la metà delle province del Paese. "Si tratta – secondo le autorità – della peggior epidemia di dengue mai vista nella storia del Paese". 

Iniziando a contare dalla fine del mese di agosto del 2023, il tasso di trasmissione ad oggi ha raggiunto quota 86 casi ogni 100mila abitanti a livello nazionale.

Perù

La situazione è grave e un’epidemia è imminente. Sono le dure parole con cui il ministro della Sanità del Perù, César Vásquez Sánchez, lunedì 26 febbraio ha dichiarato un’emergenza sanitaria a causa del continuo aumento dei casi di Dengue.

Da inizio 2024 sono stati segnalati 31.364 casi di questa malattia infettiva trasmessa all’uomo dalla zanzare Aedes, di cui 17.965 confermati. Nel giro di due soli mesi si sono contati anche 32 decessi.

Troppo. Sebbene la maggior parte dei contagi si sia verificata nella zona nord del Paese e l’emergenza sia stata dichiarata in 20 delle 25 regioni, il Perù ha dovuto intervenire con decisione per tamponare il dilagare dei contagi.

Questa mossa, come ha spiegato lo stesso Vásquez Sánchez, permetterà al Governo di trasferire in maniera rapida e prioritaria verso le aree più colpite tutti i fondi necessari per dare supporto alle strutture sanitarie già sovraffollate e avviare azioni di bonifica e disinfestazione.

Lo stesso ministro Vásquez Sánchez, tuttavia, non ha usato mezzi termini per indicare dove sta la colpa: “Il clima ha creato un terreno fertile perfetto affinché le zanzare si riproducano più rapidamente e diventino un vettore più frequente della malattia”.

Cosa sta facendo l'Italia

Ma che riflessi ha tutto ciò verso il nostro Paese? Rischiamo di vedere sempre più casi anche qui? Prima facciamo un passo indietro, e prima ancora: niente allarmismo.

Considera che un aumento contenuto dei casi di febbre dengue è una situazione a cui i paesi tropicali e subtropicali sono abituati, colpa della forte umidità e del dilagare della stagione delle piogge.

I numeri registrati in Perù, così come nelle altre zone del mondo tuttavia cominciano a spaventare e a disorientare e il raggio d’azione globale del climate change fa sì che nessuna zona del mondo sia esente dal rischio. Italia compresa.

Da almeno un anno la parola Dengue, infatti, ha cominciato a circolare sempre più spesso anche qui. Lo scorso settembre, sul nostro territorio si erano registrati ben 181 casi, quasi tutte importate da altri Paesi dove la malattia è endemica.

Accanto però ne erano stati refertati un’altra ventina, divisi tra Lodi, Roma e la provincia di Latina, che risultavano invece collegati a una trasmissione locale e dunque a punture di zanzare che vivevano proprio nello stesso luogo delle persone che avevano infettato.

Per questo il nostro governo ha deciso di agire. Lo scorso ottobre 2023, per esempio, una circolare del Ministero della Salute spronava le Regioni, i veterinari e gli istituti zooprofilattici così come le federazioni sportive nazionali a mettere in campo tutte le misure necessarie per limitare il rischio contagio.

Tradotto, significava l'avvio di misure anti-zanzara durante gli eventi sportivi e nelle zone umide e quindi a maggior presenza di zanzare.

Più recentemente, invece, gli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera (Usmaf-Sasn) sono infatti stati allertati affinché alzino l’attenzione sulle merci importate dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia e mettano in campo attività di disinsettazione degli aeromobili e disinfestazione degli ambienti.

In virtù di una maggior sicurezza, l’Aifa ha anche deciso di approvare un vaccino tetravalente vivo attenuato per la profilassi contro la malattia da Dengue.

Cosa c'entra il cambiamento climatico

Una così massiccia e vasta diffusione di zanzare e Dengue, purtroppo, in gran parte si spiega con l’inesorabile avanzamento della crisi climatica, delle anomale ondate di calore e dei veri e propri inverni quasi scomparsi.

La Dengue, come sai, non viene veicolata all’uomo dal contatto con altri esseri umani ma esclusivamente attraverso le zanzare Aedes, che si riproducono in presenza di climi caldi e umidi. Queste condizioni climatiche stanno diventano sempre più comuni alle nostre latitudini.

Gli inarrestabili aumenti di temperatura a cui siamo continuamente esposti ormai stanno favorendo la proliferazione delle zanzare anche in zone del mondo dove prima non si erano mai spinte.

La parola d’ordine in Italia, dunque, è prevenzione. Anche in previsione dell’imminente stagione estiva, che potrebbe far esplodere la diffusione delle zanzare aumentando, di fatto, le possibilità di contagio.

Prevenzione non significa allarmismi, ma guardia alta.

Fonti | Ministero della Salute – Perù; Reuters

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